39. "A flawless day"

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Terminiamo la doccia, sfiniti e completamente incapaci di pensare in modo ragionevole.

Ci copriamo con due asciugamani e mi sento piuttosto in imbarazzo.

Certo, è un po' paradossale sentirsi imbarazzata proprio adesso, ma non posso farci nulla.

Ci guardiamo per qualche minuto in faccia e poi scoppiamo a ridere convulsamente, in modo isterico.

Arriviamo nella sua camera e ancora non abbiamo smesso di ridere, ho male ad un fianco e sono quasi piegata in due.

"Okay, ora basta, dobbiamo affrontare la situazione." dico, cercando di tornare seria e concentrata.

"Che cosa c'è da dire? Tu mi piaci, io ti piaccio. Provo qualcosa per te, c'è capitato il momento e l'abbiamo colto. E non è la prima volta."
Mi fa l'occhiolino e lascia una pacca sul mio sedere.

"Quanto sei stupido, mamma mia."
Scuoto la testa stupita da quanto la faccia facile.

"Solo perché dico la verità?"

"Non farmi pentire di ciò che abbiamo fatto."

"Non te ne pentirai, lo sai benissimo che ti è piaciuto troppo."

Nascondo il volto tra le mani e lo guardo attraverso le dita semi aperte.

"Basta, okay?"

Sorride per la mia smorfia.

"Sembri una bambina."

"Andiamo a pulire, dai. Dopo il piacere c'è il dovere." esclamo, cambiando discorso e riprendendomi da quel momento di vergogna.
Menomale che oggi dovevamo solo parlare.

"Dovremmo prima vestirci, non pensi? O preferisci restare in asciugamano fino a quando tornano i miei?"

Giusto.
I vestiti.

Quelli sporchi Ian li ha già messi  nella lavanderia del bagno, quindi non ho nulla da mettere.

"Io non ho niente da mettere, come faccio?" domando perplessa.

"Ti presto qualcosa di mio."
Si avvia verso l'armadio e lo osservo camminare con quella sua andatura affascinante.

Quelle spalle.
Le scapole.
Le gocccioline che ancora gli cadono lungo la colonna vertebrale fino a perdersi sotto il limite dell'asciugamano.

È troppo per un cuore fragile, troppo per me.

"Perfetto." penso.
Però, lo dico ad alta voce e me ne accorgo troppo tardi.

"Cosa hai detto?" chiede lui, girandosi verso di me.

"Nulla, tranquillo."

"Anche tu sei perfetta."
Mi rivolge quel suo ghigno e si gira di nuovo a cercare qualcosa da mettere.

Mi aveva sentita bene, voleva solo che lo dicessi di nuovo.

Sempre peggio.

"Grazie." mormoro.

"Ecco, ho trovato qualcosa per te."
Mi lancia un paio di pantaloni della tuta lunghi, fin troppo lunghi per me e una felpa larga che gli avevo visto indossare un paio di volte.

Li prendo e vado verso il bagno.

"Ehi, dove vai?"

"A cambiarmi."

"Cambiati qui, è inutile che ora ti nascondi." sbuffa Ian.

"No."

"Si."

One Last Time [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora