Una trottola

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Cerco di evitare il più possibile Ian - e anche Aaron se è per questo - girovagando per il salone, che quasi sembra più stretto di quanto mi mi ricordassi. Tengo il braccio ben serrato con quello di Lisa e intavoliamo una conversazione con i genitori di Ian, mentre la nonna ultima i preparativi della cena. Bacio entrambi sulle guance e presento loro la mia amica.

"I tuoi capelli sono adorabili, tesoro!" Esclama Paula, rivolgendosi a Lisa. "Hanno un colore magnifico. E anche tu, Hannah, stai benissimo. È da tanto che non ci vediamo, dopo la cena in casa vostra, non sei più passata neanche per un saluto." È sempre gentile e dolce come la pasta da zucchero, una cosa da non credere. Come fa?

"Si, lo so, la scuola mi impegna tanto ultimamente." Oppure cerco di evitare tuo figlio, aggiungo mentalmente, come stasera. "Un giorno di questi prometto di passare."

Luke sforza un sorriso, mantenendo la mano sulla spalla della moglie. Anche a Natale, resta taciturno, ma apprezzo il suo tentativo. So bene che è una brava persona. Mentre Paula sorride con affetto sincero, "certo, cara. Porta anche la tua amica e tua nonna. Siete le benvenute. Potreste passare un po' di tempo con Ian, mentre racconto le novità di quartiere a tua nonna. Anche Alexander, ovviamente."

Sto per risponderle, ma una mano plana sul mio fianco e sussulto impercettibilmente. Ian. Non ho neanche bisogno di guardarlo. Parli del diavolo e spuntano le corna.

"Scusa mamma, te la rubo un attimo." Lascio Lisa a chiacchierare con i genitori di Anderson, accomiatandomi, mentre lui mi trascina un po' più lontano.

"Ehi, straniera." Dice il moro.

Mi fa male guardarlo. È una cosa strana, anzi, una specie di mal di stomaco da dolori mestruali, sì.

Lo guardo e ripenso al nostro appuntamento, quei bei momenti insieme. Sembra passata un'infinità di tempo, anche se non è così.

E c'è ancora quel sentimento di cui parlavo, che mi attanaglia. Non so come definirlo, credo e spero che non sia amore, forse è solo una forte attrazione, un'infatuazione.

Non mi posso permettere di amare qualcuno che non potrà mai ricambiare il mio sentimento allo stesso modo. Mi sembra di essere sulla scena di un delitto e non poter fuggire perché c'è qualcosa che mi trattiene, pure se è terribile da guardare.

"Oh, ciao Ian." Bofonchio, mostrandogli il mio migliore sorriso falso.

Mi cinge entrambi i fianchi con le sue mani e si avvicina a me. Gliele tiro subito via, stando attenta che nessuno faccia caso a noi. Purtroppo, sento già il respiro venirmi meno e le gambe diventare gelatina. La sua sola presenza mi rende più debole.

Prova a ristringermi di nuovo tra le sue braccia, tentando di avvicinarmi maggiormente al suo petto. Lo stacco ancora, e lui sorride. Porta, quindi, la sua bocca all'altezza del mio orecchio. "Non so se siano il tuo vestito, i tuoi capelli o le tue labbra, ma sono sicuro che stasera tu sia la creatura più incredibile che abbia mai visto. Non smetterò mai di ripetertelo." Sussurra. "Anzi, lo sei sempre." Bacia il dorso della mia mano e si allontana di nuovo, andando a parlare da un'altra parte con Al.

Invece, io rimango in stato catatonico. Gli ho detto che dobbiamo stare lontani, però, se continua a dirmi certe cose, potrei morire di crepacuore a soli diciassette anni. Ché di solito i complimenti non mi fanno questo granché di effetto, ma quando me li fa lui, bum! Divento una cretina e mi lascio infinocchiare.

"Hannah." Qualcuno mi risveglia dal mio momento di confusione, prendendomi delicatamente il polso.

Sobbalzo, accennando un mezzo sorriso. "Uhm, Aaron, da quanto tempo." Mi sembra di essere una trottola.

One Last Time [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora