47. "Everything is permissible in war and love"

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Non posso dire niente, se non continuate a votare, fate questo sforzo per me, anche a commentare, perché mi motiva tanto, ce ne sono molte di voi da ringraziare, e vorrei davvero farlo una ad una, quindi grazie.
Buona lettura,

Anna x

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"Hannah." Esclama mia nonna, chiudendo brevemente gli occhi stanchi "Tu non sai come sono stata mentre ti aspettavo. Tuo fratello è tornato da più di un'ora e non sapeva dove fossi."
Si ferma un attimo e respira.

Ne approfitto per spostarmi da vicino la porta e mi avvicino di più a lei, nonostante abbia piuttosto paura di ciò che mi stia per dire.

"Ti abbiamo chiamato un migliaio di volte. Sarebbe stato carino da parte tua farmi sapere almeno a che ora saresti tornata e con chi, non chiedo molto."

"Nonna, io..." Provo a parlare, ma lei mi interrompe sul nascere.

"No, aspetta. Siamo in una città enorme, che tu conosci a malapena, hai idea di come mi sia sentita nel non vederti riaprire la porta? Sono scattata ad ogni singolo rumore che sentivo dall'esterno, temevo che ti fosse successo qualcosa di grave." Poi mi indica e scuote il capo "E adesso, eccoti qui, con un cappotto che non è il tuo, i vestiti sporchi e gli occhi rossi. Cosa dovrei pensare?"

"La cosa che mi ha fatto più terrore era il vederti scomparire come Catherine, non avrei potuto sopportarlo. Ho già perso tanto, bambina mia." Scoppia in un leggero singhiozzo e mi sento piano appassire.

Le ho aggiunto solo altro dolore e mi dispiace.

Mi accosto al suo corpo scosso da leggeri fremiti e la stringo a me, come se non volessi mai lasciarla andare.

Passo lentamente la mano sulla sua schiena e sui suoi capelli.

Ed in questo momento riesco a vederla davvero.

Capisco che ha la sua età, le sue fragilità e le sue paure.

È una persona che ne ha passate di situazioni, che è segnata dalla cattiveria del destino.

Ha scelto di crescere me e Alexander, perché sapeva che da soli saremmo finiti in qualche istituto, probabilmente separati per sempre.

Le voglio bene più di quanto abbia mai osato ammettere e sento che un grande peso le grava sul petto, anche se io vorrei solo alleggerirglielo, al contrario di ciò che ho dimostrato.

"Mi dispiace, giuro, ma sono successe molte cose stasera." Dico, continuando ad abbracciarla forte, indifferentemente dallo sporco che ho sugli abiti e sul corpo.

"Potresti almeno rassicurarmi sul fatto che tu non abbia fatto sulla di sciocco o di sconsiderato?" Chiede, annaspando un poco.

Oh, qualcosa ho fatto, ma è meglio che non lo sappia mai.

"No, tranquilla nonna, è stata solo una pessima scelta quella di uscire di casa." Borbottai, facendomi tornare in mente tutti flashback delle cose accadute.

"Perché sei così sporca?" Domanda ancora, addolcendo di qualche grado il tono e accarezzandomi dolcemente la mascella.

Che gesto caldo e familiare, è così rassicurante che finisco per muovere la mia guancia sul suo palmo in cerca di ulteriore rassicurazione.

"Mh, la fidanzata di Ian voleva lavarmi i vestiti." Affermo sdrammatizzando.

Su questo non voglio mentirle, dato che è una delle poche persone nella quale ho riposto la mia fiducia e che sono sicura non la tradirebbe in alcun caso.

One Last Time [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora