6. Scusa

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«E ho rovinato tutto un'altra volta
E sei sparita via con la tua roba
Pezzi di cuore a terra, pezzi di porta»

Scusa - Gazzelle

Sono trascorsi alcuni giorni dall'ultima volta che io e Tobias ci siamo visti. Ricordo bene che in quell'occasione, lui sembrava avere un'aria spenta e poco illuminata, un contrasto netto rispetto a come si mostra di solito: un bambino radioso e splendente. Quel giorno, invece, mi è parso completamente diverso, freddo e distaccato. I suoi occhi, che normalmente brillano e rallegrano la mia giornata con un semplice sguardo, erano privi di vita e luce.

L'origine della nostra tensione è da ricercare nei giorni precedenti al nostro incontro. Non era venuto a bussare alla mia porta per invitarmi a giocare a palla, come facevamo di solito. Solo quando scesi con mia madre a fare la spesa, lo vidi insieme ad altri bambini, intenti a divertirsi con il nostro gioco nel nostro posto felice. In quel momento, non provai gelosia; piuttosto, fui colpita da una profonda delusione per il suo comportamento inaspettato. Tra noi c'era sempre stato un grande affetto, e dopo mesi di conoscenza, mi rattristò tantissimo vederlo così distante.

Non riesco a trovare una spiegazione valida per il suo comportamento, che mi è sembrato ingiusto e poco rispettoso. Potrei inventare mille scuse per far finta che tutto stia andando bene, ma purtroppo non è così; questa è la cruda e triste verità che mi pesa sul cuore.

Proprio in questo momento, nella mia mente si accende una lampadina: non sarà lui a venire da me, ma sarò io ad andare da lui! Decisa, corro verso l'ingresso, afferrando le mie scarpe e infilandole in fretta. Non sono mai stata così veloce; ogni secondo conta e non ho intenzione di perdere ulteriore tempo.

-Dove vai?- mi chiede incuriosita mia sorella Elena.

-Da Tobias- ammetto, mentre indosso la mia mantellina per la pioggia, dato il brutto temporale che incombeva su Torino.

-Fai attenzione- mi raccomanda, dirigendosi verso la cucina, mentre io esco definitivamente da casa.

Ogni singola goccia di pioggia che cade dal cielo si posa sulla mia mantellina colorata, ma questo ha poca importanza. Devo affrettarmi per raggiungere Tobias.

Arrivata davanti alla casa della "stella della Juventus", suono il campanello e, dopo alcuni istanti, la madre di Tobias mi apre la porta senza esitazione.

-Oh Denise, che piacere vederti!- esclama con un sorriso raggiante.

-Ciao Sonia, anche per me è un piacere- rispondo educatamente, ricambiando il sorriso.

-Credo che tu stia cercando Tobias, giusto?- mi chiede la donna, stando sulla soglia, e io annuisco.

-È in camera con degli amici- mi spiega Sonia, spostandosi per farmi entrare.

-Entra, sta per arrivare un brutto temporale- continua, facendomi entrare. Mi tolgo la mantellina e la appendo all'attaccapanni situato nell'ampio e maestoso ingresso.

-Vieni, andiamo in cameretta- sorride Sonia, conducendomi verso la cameretta di Tobias.

Quando lo vedo, il mio cuore inizia a battere più forte. Tobias sembra sorpreso dalla mia presenza.

-Denise, che ci fai qui?- mi chiede, alzandosi da terra e avvicinandosi a me.

-Mi sei mancato tanto- dico, e mi fiondo tra le sue braccia. Ma lui si scosta leggermente, e in me cresce un senso di delusione e amarezza. Perché si è allontanato?

-Da come puoi vedere, sono con i miei amici- precisa, guardandosi le scarpe.

-Ho capito, tolgo il disturbo- dico, girandomi per andarmene dalla stanza. Ma Tobias mi rincorre e mi afferra il braccio.

-Scusa...- mi sussurra, visibilmente dispiaciuto. Io chino la testa per non mostrare i miei sentimenti, e soprattutto le lacrime che minacciano di scendere.

-Non ti preoccupare, divertiti- esito a dire, mentre prendo la mia mantellina e la indosso. Sospirando, esco definitivamente da quella casa.

La strada di ritorno sembra ancora più buia e insidiosa, e la colpa potrebbe ricadere sulle lacrime che continuano a scendere senza sosta, oppure sulla delusione palpabile che nutro nei confronti di Tobias. Ogni passo che compio sembra pesare come un macigno, e la mia mente è in preda a pensieri confusi e tristi.

Purtroppo, mi sento profondamente delusa. Vorrei solo scomparire, svanire nel nulla, perché in questo momento mi sento come una nullità. Tra i miei amici e i miei cari, il mio valore sembra svanito; per Tobias, ora, sono solo una figura lontana, un'estranea. È vero, mi ha rincorsa per chiedermi scusa, un gesto che dovrei apprezzare, ma non basta a colmare il vuoto creato dalla sua assenza in questi giorni.

Dopo qualche minuto, finalmente arrivo a casa. Sono fradicia, ma questa sarà la mia scusa per mascherare le lacrime che continuano a rigarmi il viso. Entro nel corridoio, cercando di muovermi silenziosamente, ma mia madre mi nota immediatamente.

-Denise, che è successo? Sei tutta bagnata!- esclama, avvicinandosi con preoccupazione.

-Niente, mamma, è solo la pioggia- rispondo, cercando di mantenere un tono neutro, mentre mi asciugo il viso con la manica della giacca.

-Sicura? Vuoi parlare di qualcosa?- insiste, con una dolcezza che mi fa sentire ancora più triste.

-No, davvero, sto bene- mento, anche se so che non è vero. La mia mente è un caos e, invece di trovare conforto nelle parole della mia famiglia, mi sento sempre più isolata.

Mi rifugio nella mia stanza, chiudendo la porta alle spalle con un leggero scatto. Mi lascio cadere sul letto, la testa piena di pensieri e il cuore pesante. Riprovo a ripensare a Tobias, alla sua espressione sorpresa quando mi ha vista. La sua reazione mi ha fatto male, come se avesse rifiutato il legame speciale che avevamo. Non riesco a togliermi dalla testa l'immagine di lui che gioca con gli altri bambini, come se io non esistessi.

Per lui non sono più nessuno.

Next To You - Tobias Del Piero.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora