« Tra le mie braccia dormirai
Serenamente
Ed è importante questo sai
Per sentirci pienamente noi
Un'altra vita mi darai
Che io non conosco
La mia compagna tu sarai
Fino a quando so che lo vorrai »L'Emozione Non Ha Voce - Adriano Celentano
Denise's pov
Il viaggio di ritorno da Empoli è immerso in un silenzio che pesa come una coperta spessa in una notte d'estate. Intorno a noi, l'oscurità sembra dilatarsi, facendosi più densa, quasi palpabile. Il rombo del motore, solitamente monotono e confortante, stavolta si è adattato al clima che ci circonda: non è altro che un sottofondo basso e regolare, quasi fosse un battito distante che scandisce il nostro silenzio. Attraverso i finestrini scorrono luci fioche e ombre allungate, come proiezioni confuse di un film mal registrato, un flusso di immagini sfuocate che rispecchiano la confusione dei miei pensieri.Non riesco a togliermi dalla testa il pensiero di quel bacio, quel gesto improvviso, quella parentesi aperta e chiusa in pochi istanti senza nessun senso. Il ricordo è come un coltello che ha lasciato una ferita aperta, e il nodo che mi stringe la gola si fa sempre più stretto, come se mi stesse avvolgendo in una morsa invisibile. Mi ripeto che è stato un gesto inaspettato, qualcosa che è sfuggito al mio controllo come una freccia scoccata per errore. Eppure, nonostante le mie spiegazioni, la frustrazione non si placa. Non avrei mai pensato che il mio primo bacio – quello che avevo sognato così tante volte – potesse finire in un ricordo freddo e vuoto, così lontano dal calore che immaginavo.
Mi sento come un'attrice a cui è stato sottratto il copione, e adesso sono sola sul palco, incapace di improvvisare. Ogni pensiero è un loop che torna sempre allo stesso punto, un circolo vizioso da cui non riesco a uscire, come se stessi girando in tondo su me stessa, senza trovare una via d'uscita.
Mi volto verso Tobias, nella speranza di trovare un'ancora, una presenza a cui aggrapparmi in questa tempesta emotiva. Lui è lì, accanto a me, ma è come se fosse distante chilometri. Il suo sguardo è cupo, perduto nel vuoto, come un viaggiatore in cerca di un orizzonte che non riesce a scorgere. Le dita si muovono nervosamente sullo schermo del telefono, impegnate in una partita infinita a Clash Royale. Lo osservo di sfuggita, notando come ogni tanto sbagli, come il suo dito perda il tocco preciso e sicuro. È distratto, e anche se sembra perso nel gioco, sento che qualcosa di più profondo lo trattiene. C'è una tensione in lui che non aveva mai mostrato prima, come un arco teso al limite, pronto a scattare, ma trattenuto da un motivo che ignoro. Mi domando se anche lui stia fuggendo da qualcosa, se il suo rifugio virtuale sia una scusa per non guardare in faccia una realtà scomoda.
Davanti a noi, il taxista guida con un'attenzione quasi maniacale. La strada, avvolta nel buio, è illuminata solo da lampioni solitari che gettano ombre lunghe e incerte, come riflettori in un teatro deserto. Il suo volto, illuminato a tratti dalla luce gialla, è teso e concentrato come quello di un capitano che attraversa un mare burrascoso. Sembra l'unico qui ad avere una meta, l'unico con un compito chiaro e definito: portarci sani e salvi a destinazione. Forse non immagina nemmeno il silenzio denso che riempie l'abitacolo, quel tumulto invisibile che grava come una nube sopra di noi.
Con un respiro profondo, raccolgo il coraggio che mi rimane e mi avvicino a Tobias. C'è una barriera invisibile tra noi, fatta di silenzi irrisolti e domande non poste, una distanza che sembra crescere di secondo in secondo, come se un muro si alzasse lentamente fra di noi. Appoggio la testa sulla sua spalla, cercando conforto, un calore umano che possa spezzare questa tensione. Lui però si scosta leggermente, quasi impercettibilmente, ma abbastanza da lasciarmi sgomenta. È un movimento lieve, eppure mi colpisce come uno schiaffo. Mi sento come una foglia respinta dal vento, e il cuore inizia a battermi più forte, come se volesse protestare. Tobias, il mio migliore amico, quello che mi conosce meglio di chiunque altro... perché mi respinge?
– Perché? – sussurro con la voce incrinata, le lacrime che iniziano a velare i miei occhi, pronte a scivolare lungo le guance come la pioggia su un vetro. Lo guardo, ma lui sembra ancora distante, il volto teso, gli occhi che evitano i miei.
Dopo un istante, Tobias sembra scuotersi appena. I suoi occhi finalmente si posano su di me, pieni di qualcosa che non riesco a decifrare, un miscuglio di emozioni che non so interpretare. Deglutisce, come se avesse un nodo alla gola, e il suo sguardo si fa più serio, quasi tormentato. – Cosa? – mormora appena, come se temesse la risposta.
– Non fare lo stupido! – esclamo, la voce che tradisce la stanchezza, una stanchezza profonda e logorante, che mi consuma dall'interno. Ogni parola è una piccola sfida, un piccolo peso che si aggiunge al fardello che porto dentro.
Tobias sospira e distoglie lo sguardo, i suoi occhi fissi su un punto invisibile. Poi, come rassegnato, sussurra: – Non ho niente. – Spegne il telefono con un gesto secco, e in quell'istante il silenzio tra di noi si fa ancora più pesante, avvolgendo tutto come una coperta troppo calda. E poi, inaspettatamente, allunga un braccio e mi tira verso di sé. Mi lascia adagiare sul suo petto, e in quell'abbraccio trovo un rifugio, un senso di pace che finalmente mi calma. Il suo calore mi avvolge, la sua presenza è un ancoraggio che mi tiene salda in mezzo alla tempesta.
Resto in quella posizione, il suo braccio come un porto sicuro, il suo petto una solida protezione su cui poggiare la testa. Chiudo gli occhi, lasciandomi cullare dal ritmo regolare del suo respiro. Ogni battito del suo cuore è come una ninna nanna che mi conforta, un messaggio muto che dice che sono al sicuro, che lui è qui.
– Ti voglio bene, Tobias – sussurro, senza nemmeno sollevare la testa. Il suo profumo mi avvolge, quel profumo così familiare e rassicurante, come il calore di una casa a cui si torna sempre. Ogni battito del suo cuore si sincronizza col mio, e in quell'abbraccio sento che tutte le parole, tutte le spiegazioni, sono superflue. Tobias non risponde, ma sento la sua mano che si perde tra i miei capelli, le dita che accarezzano dolcemente le mie ciocche. Ogni tanto, mi lascia un piccolo bacio sulla testa, come a confermare quel legame che ci unisce. Non c'è bisogno di parole. Questo momento è perfetto così, sospeso in un equilibrio fragile e prezioso.
Mi abbandono completamente al suo calore, chiudendo gli occhi. Il ritmo lento del suo cuore mi culla, un suono dolce e rassicurante, la ninna nanna più bella che io abbia mai sentito. In quel momento, mentre il mondo intorno a noi sembra dissolversi, penso che non vorrei mai che finisse. Mi lascio scivolare nel sonno, cullata da quel ritmo rassicurante, il suono più dolce che possa esistere.
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Next To You - Tobias Del Piero.
Fanfic⚠️IL LIBRO È TUTTO FRUTTO DELLA MIA IMMAGINAZIONE⚠️ Nella stessa città, con le stesse emozioni e lo stesso sapore, Torino si distingue come la meta ideale da visitare, un luogo dove la storia e la modernità si intrecciano in un affascinante abbracci...