Next To You - Tobias Del Piero.

17. Jet

« Il cielo è il limite e lo superiamo
Cancella i lividi e i tagli che abbiamo
E in 'sto macello ridere so che possiamo
Mi perdo dentro l'iride degli occhi più belli che abbia mai visto
Mi dici di fermarmi e non resisto, ciao »

Jet - Coez

Quando la notte scende profondamente, il cielo sopra Torino si avvolge di un manto scuro e silenzioso, lasciando le luci lontane della città pulsare fioche e stanche sotto di me. L'aria è densa di quiete, un silenzio che sembra quasi irreale, come se il mondo trattenesse il respiro. Mi arrampico piano fino al tetto più alto, dove il panorama si apre davanti a me in tutta la sua vastità. Sopra, il cielo stellato si estende senza fine, scuro e sconfinato, e sembra quasi premere su di me, come un manto morbido e misterioso.

Sospesa tra i tetti e le stelle, sento il mondo allontanarsi, come se stessi fluttuando in uno spazio senza peso. Lascio che l'aria fresca della notte mi sfiori il viso, lieve e sottile, portando con sé il profumo umido dei giardini nascosti e l'aroma metallico dei vecchi tetti. Chiudo gli occhi e respiro profondamente, sentendo la freschezza penetrare nei polmoni e sciogliere le tensioni accumulate. Stringo le ginocchia al petto, e l'aria, sempre più fredda, mi avvolge come un abbraccio; sento i capelli muoversi leggeri sulla fronte e le braccia, mentre un lieve brivido mi percorre la schiena.

Riapro gli occhi e guardo in alto. Le stelle scintillano nel cielo terso come migliaia di minuscoli diamanti; alcune brillano più intensamente, altre più fioche, in un gioco di luci che pare pulsare al ritmo dei miei battiti. Eppure, tra tutte, ne vedo alcune che sembrano diverse: più calde, più vicine. La loro luce mi arriva addosso con un'intensità familiare, e riconosco in quei bagliori i miei nonni, che ora abitano questo cielo immenso. Sono lì, accanto a me, le stelle più pure e splendenti del firmamento, e il cuore si riempie di un'emozione profonda, di un affetto che si mescola alla nostalgia.

Una lacrima mi scivola silenziosa lungo la guancia, tiepida sulla pelle fresca, e quasi mi sorprende la sua presenza; è come se la notte stessa mi avesse cullato fino a questo momento, aiutandomi a liberare un peso che non sapevo di portare.

– Sapevo di trovarti qui – dice una voce calda e dolce alle mie spalle, che mi arriva come un sussurro, un soffio.

Mi volto, sorpresa, e vedo Tobias. I suoi occhi castani, profondi e luminosi, mi osservano con intensità, e un ciuffo di capelli gli cade disordinato sulla fronte, sfiorandogli le sopracciglia. Il suo viso è sereno, ma anche il suo sguardo sembra portare con sé una storia da raccontare, un mondo interiore che comprendo senza bisogno di parole.

– Tobias... – riesco a dire, con la voce incrinata da un piccolo singhiozzo, mentre cerco di trattenere l'emozione che si affaccia sul mio viso.

– Denise, ti ho cercata per tutto il pomeriggio. Dov'eri? Cosa hai fatto? – mi chiede dolcemente preoccupato, sedendosi accanto a me. La sua vicinanza è calma, rassicurante; mi sento circondata dalla sua presenza, dalla sua voce.

Entrambi solleviamo lo sguardo verso il cielo, perdendoci insieme in quel mare di stelle. La notte è straordinariamente limpida, quasi cristallina, come se volesse offrirci il suo spettacolo più puro. Ogni stella brilla con una luce intensa, una luce antica e quieta, che sembra racchiudere segreti millenari. Tobias osserva quel cielo con lo stesso stupore, e in quel silenzio condiviso sento che stiamo vivendo qualcosa di speciale, un'intesa profonda che va oltre le parole.

– Mi dispiace, Tobias – sussurro abbassando lo sguardo e giocherellando con le dita, le unghie che sfiorano la pelle con un lieve tic nervoso. – A casa... le cose non vanno bene. I miei genitori non fanno altro che litigare, e... la morte di mio nonno mi ha spezzato il cuore. – Le parole escono tremanti, come un flusso che finalmente trova la sua via.