13. La Tua Futura Ex Moglie

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« Così perfetta se ne andrà comunque
Andrà comunque
Andrai comunque
Andrai come se n'è andato chiunque
Per come sei potresti andare ovunque »

La Tua Futura Ex Moglie -  Willie Peyote

Il giorno tanto atteso della partita di Tobias è finalmente arrivato. Dopo un lungo viaggio, durante il quale ho immaginato ogni possibile scenario della giornata, eccomi finalmente giunta ad Empoli, la città in cui oggi lui mostrerà al mondo le sue migliori doti calcistiche.

La città mi accoglie con il suo paesaggio tranquillo, lontano dal caos delle grandi metropoli, e mi sento subito avvolta da una strana sensazione di calma mista a eccitazione.

Sono appena le tre del pomeriggio, e la partita inizierà solo alle sei. Mi rendo conto di essere decisamente in anticipo, ma non mi dispiace affatto. Questo mi offre l'occasione perfetta per fare una passeggiata e godermi un po' la città, cercando di distrarmi nell'attesa che Tobias mi mandi le indicazioni per raggiungere il campo.

Passeggiando tra le strade di Empoli, osservo le persone intente nelle loro attività quotidiane, i piccoli caffè affacciati sulle piazze, le biciclette che sfrecciano silenziose. L'aria fresca e piacevole di ottobre mi rinfresca il viso, e mi sembra quasi che il tempo rallenti.

Mentre cammino senza una meta precisa, un piccolo negozio di articoli sportivi cattura la mia attenzione.

È uno di quei negozi che sembrano aver mantenuto l'autenticità dei tempi passati, con una vetrina semplice e ordinata.

Mi avvicino incuriosita e noto subito, appesa su una gruccia, una maglia da calcio che non può passare inosservata: è la maglia di Tobias. Tra tutte quelle esposte, è l'unica che mi colpisce davvero; le altre sembrano quasi sbiadite al confronto, come se la sua sola presenza oscurasse ogni altro dettaglio.

Osservandola da vicino, mi rendo conto che il negozio è quello ufficiale dell'Empoli. Non posso perdere l'occasione, e senza esitazione varco la soglia con l'intenzione di acquistare la maglia.

L'interno del negozio è accogliente, e l'odore familiare di tessuti e materiali sportivi mi riporta alla mente altri momenti passati sui campi, altre emozioni legate al calcio.

Mi avvicino all'espositore dove è appesa la maglia e, quasi senza pensarci, la prendo tra le mani. Il tessuto è leggero e traspirante, perfetto per garantire comfort durante una partita intensa.

Rimango per qualche istante incantata a guardarla, immaginando Tobias indossarla sul campo, pronto a dimostrare tutto il suo talento.

Mentre sono assorta nei miei pensieri, sento qualcuno avvicinarsi. Sollevo lo sguardo e vedo un ragazzo che mi osserva con un sorriso curioso.

– Posso aiutarti? – mi chiede, con una voce calma e cordiale. I suoi capelli castano chiaro, lisci e ben curati, ricadono morbidi sugli occhi, anch'essi castani.

C'è qualcosa di gentile nel suo atteggiamento, ma non riesco a non notare un certo orgoglio nel suo sguardo.

– Vorrei acquistare questa maglia – rispondo, mostrandogli l'indumento con orgoglio.

Il solo fatto che appartenga a Tobias mi riempie di un certo senso di fierezza.

– Tobias Del Piero, eh? – osserva lui, come se volesse testare la mia conoscenza del giocatore.

– Il figlio della leggenda della Juventus, Alessandro Del Piero. – Pronuncia il nome con una certa enfasi, come se fosse abituato a suscitare reazioni di stupore in chi lo ascolta. Io, però, non ho bisogno di quella spiegazione; conosco benissimo Tobias e so cosa rappresenta, ma ovviamente lui non può saperlo.

Annuisco senza aggiungere altro, afferrando la maglia dalla gruccia e preparandomi a pagare.

Tuttavia, il ragazzo non sembra pronto a lasciarmi andare così facilmente.

– Non ti interessa questa? – dice, indicando un'altra maglia appesa accanto.

– È la mia, del sottoscritto – aggiunge con un tono chiaramente egocentrico, come se il solo fatto che appartenga a lui debba rendermela irresistibile.

– No, grazie. Preferisco questa – rispondo con un sorriso appena accennato, cercando di mantenere la calma nonostante inizi a sentire un leggero fastidio.

– Allora te la regalo – propone, sorridendo come se avesse appena avuto un'idea geniale.

C'è qualcosa di troppo entusiasta nel suo tono, come se si aspettasse che io accettassi con gratitudine.

– Non ti preoccupare, preferisco comprarla. Questa maglia la prendo solo perché appartiene al mio amico – ammetto, cercando di chiudere la conversazione senza risultare troppo brusca.

Tuttavia, la situazione comincia a sembrarmi sempre più scomoda.

– Va bene, verrai alla nostra partita? – insiste, cercando di mantenere il contatto visivo, forse sperando di suscitare in me qualche interesse.

– Sì – rispondo semplicemente, cercando di concludere la conversazione il prima possibile mentre mi dirigo verso la cassa.

– Vieni con me? Ti accompagno io – aggiunge, come se il suo invito fosse un favore che non potrei rifiutare.

Il suo sorriso, seppur apparentemente gentile, ormai mi infastidisce.

– Non ti conosco, mi dispiace – replico, cercando di mantenere un tono cortese, ma sentendomi quasi come una bambina che ripete le regole insegnate dalla madre sugli sconosciuti.

A questo punto, la sua insistenza inizia davvero a infastidirmi.

– Piacere, Roberto – risponde, allungando la mano come per sancire una nuova conoscenza.

– Ora mi conosci, e la mia offerta è ancora valida – conclude con un sorriso che tradisce un ego smisurato.

– Per tua sfortuna, so già come andare – dico, leggermente irritata, mentre passo la carta di credito sul POS del negozio.

Il suono del pagamento accettato mi regala un piccolo sollievo. Con un rapido cenno di ringraziamento al commesso, esco dal negozio, sperando vivamente che Roberto non mi segua.

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