Capitolo 3 : sussurri di vendetta

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La notte avvolgeva la città in un manto silenzioso, spezzato solo dal ronzio dei lampioni e dal sussurro del vento. Tra i tetti, Ender si muoveva come un'ombra viva, diretta verso il luogo dell'incontro. Sapeva che Dabi sarebbe stato lì, come sempre. Da quando avevano siglato la loro alleanza, la collaborazione tra i due era sorprendentemente fluida, sebbene non priva di tensioni.

Dabi l'aspettava, seduto su un cornicione con un'espressione rilassata e indolente, ma gli occhi attenti. Le sue fiamme blu danzavano tra le dita, illuminando il suo volto segnato. "Eccoti," la salutò con il suo solito tono ironico. "Hai finalmente deciso di venire a reclamare la tua vendetta?"

Ender si fermò a pochi passi da lui. "Più che vendetta, è una questione di chiudere un conto in sospeso. Hai trovato il mio obiettivo?"

"L'ho trovato," disse Dabi, spegnendo le fiamme con un rapido movimento. "Ma ha preso delle precauzioni. Si è circondato di mercenari. Forse crede di poter tenerti lontana in questo modo."

Ender serrò la mascella. Quel traditore la conosceva bene, e sapere che aveva messo in atto un piano per difendersi rendeva la situazione ancora più personale. "Non mi aspettavo niente di meno da lui," rispose fredda.

"E io cosa ci guadagno?" chiese Dabi, fissandola con uno sguardo indagatore. "Non ho nessun interesse in questa tua vendetta personale."

Ender incrociò le braccia, gli occhi viola che brillavano nell'ombra. "Hai già ottenuto quello che volevi: informazioni sui movimenti degli eroi. Ti serve altro? O pensi davvero che non ci sia nulla di divertente nel distruggere uno come lui?"

Dabi rise piano, un suono basso e tagliente. "Certo, distruggere cose è sempre divertente. Ma mi piace capire cosa mi sto portando a casa. Quindi, voglio vedere come te la cavi contro di lui. Consideralo un test."

Lei lo fissò per qualche secondo, poi annuì. "Allora segui il mio piano. Io mi occuperò di entrare inosservata e lo raggiungerò direttamente. Tu fa quello  che sai fare, distraendo i mercenari. Alla fine, se sopravvive, sarà tuo."

Con un sorriso, Dabi si alzò. "Sembra un piano abbastanza interessante. Non mi dispiace il ruolo di esca."

Si mossero in sincronia verso il luogo dove si nascondeva l'uomo. Un vecchio magazzino abbandonato, circondato da guardie armate e illuminato solo da pochi fari deboli. Mentre Ender scompariva nelle ombre, Dabi iniziò a farsi strada con il suo solito stile: ondate di fiamme blu e provocazioni.

I mercenari accorsero immediatamente verso di lui, puntando le armi e sparando senza esitazione. Ma Dabi non era un bersaglio facile. Con ogni movimento, scatenava un vortice di fuoco che riduceva i nemici a cenere. "Avanti, non pensate di potermi fermare con queste inutili pallottole!" gridò.

Nel frattempo, Ender si infilò tra le ombre, scivolando inosservata all'interno del magazzino. La sua presenza era un sussurro nella notte. In pochi istanti raggiunse la stanza dove il suo obiettivo la aspettava. L'uomo la guardò con occhi colmi di paura, ma tentò di mantenere una facciata di sicurezza.

"Sapevo che saresti venuta," disse con una voce tremante. "Ma non pensare che sarà facile."

Ender non rispose. Le ombre si avvolsero attorno a lui, bloccando ogni via di fuga. "Hai tradito la mia fiducia " sibilò, la sua voce carica di fredda determinazione. "E questo è un errore che non perdono."

L'uomo tentò di reagire, ma Ender fu troppo rapida. Le ombre lo strinsero con una forza implacabile

Le ombre si stringevano sempre più attorno a lui, soffocando ogni suo movimento. Gli occhi di Ender brillavano di una fredda luce viola mentre lo osservava contorcersi, impotente. La paura nel suo sguardo alimentava il gelo dentro di lei, un gelo che portava con sé da troppo tempo.

"Ender... aspetta! Possiamo parlarne!" balbettò lui, cercando disperatamente una via d'uscita.

Ma Ender non era in vena di negoziazioni. "Hai parlato abbastanza quando mi hai tradita," sibilò, la voce fredda e tagliente. Le ombre si strinsero di nuovo, sollevando il suo corpo da terra. "Hai giocato con me, pensavi di poter manipolare le mie azioni, ma ora pagherai il prezzo."

Nel frattempo, all'esterno, Dabi continuava a mantenere il suo ruolo, ma la noia iniziava a prendere il sopravvento. Aveva già incenerito la maggior parte dei mercenari e quelli che rimanevano si nascondevano, terrorizzati. Le fiamme blu si riflettevano nei suoi occhi mentre guardava l'entrata del magazzino, aspettando che Ender finisse il suo lavoro. Un pensiero lo colpì: cosa sarebbe successo se lei non fosse più uscita? Quel pensiero lo infastidì più di quanto avrebbe voluto ammettere.

All'interno, il confronto tra Ender e il suo bersaglio raggiunse il culmine. "Ti prego, posso offrirti qualcosa... informazioni, soldi, qualsiasi cosa!" gridò l'uomo con la voce incrinata dal terrore. "Non c'è bisogno di farlo!"

Ender si avvicinò lentamente "Non c'è niente che tu possa offrirmi che valga quanto la mia fiducia infranta," mormorò. "Hai giocato con la persona sbagliata."

Mentre le ombre iniziavano a soffocarlo completamente, un'esplosione scosse il magazzino. Dabi aveva deciso di fare irruzione, aprendo un varco nella parete con le sue fiamme. Entrò tra i fumi e i detriti, gli occhi che cercavano Ender. Quando la vide, le ombre che si avvolgevano attorno a lei come una seconda pelle, capì immediatamente che stava per finire ciò che aveva iniziato.

"Non pensavo di dover fare il lavoro sporco al tuo posto," disse Dabi, con il solito tono ironico. Ma questa volta, c'era una nota di curiosità nel suo sguardo.

Ender non si voltò subito. Per un istante, rimase immobile, il suo sguardo fisso sul volto terrorizzato del suo nemico. Poi, con un respiro profondo, allentò la presa delle ombre. Lui cadde a terra, privo di sensi ma ancora vivo. "Non sono come lui," mormorò, più a se stessa che a Dabi.

Dabi si avvicinò con passo lento, osservando la scena. "Allora cosa sei? Una giustiziera misericordiosa? Non ti avrei immaginata così."

Lei finalmente si voltò verso di lui, i suoi occhi viola che incontravano quelli azzurri di Dabi. "Non è misericordia," rispose, la voce priva di emozione. "Lasciarlo vivere in questa paura è una punizione peggiore della morte. Voglio che sappia che non potrà mai nascondersi da me."

Dabi sorrise, divertito. "Interessante. Forse abbiamo più in comune di quanto pensassi."

Il silenzio cadde di nuovo tra di loro, ma questa volta c'era qualcosa di diverso. Un'intesa sottile, una consapevolezza reciproca che andava oltre la semplice collaborazione. Dabi sentiva crescere in lui una strana curiosità nei confronti di Ender. La sua oscurità non era solo fredda e distante; era complessa, radicata in un dolore che lui stesso conosceva fin troppo bene.

"Allora, cosa facciamo ora?" chiese Dabi, rompendo il silenzio. "Ci divertiamo un po' con i superstiti, o hai qualcos'altro in mente?"

Ender guardò il magazzino devastato e poi fissò il cielo, ormai completamente oscuro. "Abbiamo ottenuto quello che ci serviva. Ora è il momento di prepararci per il prossimo passo."

Dabi sollevò un sopracciglio, curioso. "E quale sarebbe questo prossimo passo?"

"Assicurarsi che nessuno osi sfidarci ancora," rispose Ender, con un sorriso enigmatico. Poi, senza aggiungere altro, si dileguò nelle ombre, lasciando dietro di sé solo un leggero sussurro di vento.

Dabi rimase fermo per qualche secondo, osservando il punto dove lei era sparita. Un pensiero attraversò la sua mente: questa collaborazione si stava facendo molto più interessante di quanto avesse previsto. Forse, in mezzo al caos e alla distruzione, stava trovando qualcosa *o qualcuno* che valesse la pena esplorare.

Con un ultimo ghigno, si voltò e si incamminò nella notte, lasciando il magazzino in fiamme dietro di sé.

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Grazie per aver letto anche questo capitolo ci vediamo dopo con il quarto capitolo (si voglio pubblicarne uno anche oggi) ❤️

Fiamme d'ombra (Ender x Dabi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora