Capitolo 19: in trappola

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Il gruppo si fermò sull'ingresso della struttura, l'aria densa di tensione. Le ombre delle pareti decrepite si allungavano minacciose nel buio, avvolgendo i quattro in una morsa di inquietudine. Ender diede un'occhiata a ciascuno dei suoi compagni, cercando di decifrare le loro emozioni, ma le loro espressioni erano maschere impenetrabili, adatte a soldati in battaglia.

"Lalla, usa il tracciatore per individuare la fonte delle trasmissioni," ordinò Ender, rompendo il silenzio con un tono deciso. Nonostante i dubbi che albergavano nel suo cuore, doveva mantenere il controllo e la lucidità. La missione doveva essere la priorità assoluta.

Lalla annuì e si avvicinò al pannello di controllo all'interno dell'entrata. Il tracciatore di frequenze emise un leggero ronzio mentre Lalla iniziava a manipolarlo, cercando di individuare la posizione precisa del segnale. Mentre il dispositivo elaborava i dati, i secondi sembravano dilatarsi in un tempo interminabile, fino a quando un leggero beep segnalò che il tracciamento era stato completato.

"Qui," disse Lalla, indicando un punto sulla mappa proiettata sul piccolo schermo. "Il segnale proviene dai sotterranei. Sembra che ci sia una stanza blindata a diversi piani sotto di noi."

"Dovremo dividerci," propose Dabi, con lo sguardo fisso sulla mappa. "Nicho e io prenderemo il piano superiore, per assicurarci che non ci siano sorprese. Ender, tu e Lalla andate ai sotterranei."

Ender rifletté per un istante, valutando le opzioni. L'idea di separarsi la preoccupava, ma sapeva che Dabi aveva ragione. Per quanto potessero fidarsi l'uno dell'altro, la cautela era indispensabile in una situazione così pericolosa. Annuì.

"Va bene, ma state in contatto costante," disse infine, guardando Dabi negli occhi. "Non voglio che qualcuno si metta nei guai senza il supporto degli altri."

Dabi le restituì lo sguardo, un accenno di preoccupazione negli occhi. "Tu fai lo stesso."

Con un ultimo scambio di sguardi, si divisero. Ender e Lalla scesero le scale che conducevano ai sotterranei, mentre Dabi e Nicho scomparvero nel labirinto dei corridoi superiori.
Il sotterraneo era un labirinto di corridoi bui, illuminati solo da deboli luci di emergenza che lampeggiavano intermittenti. Il suono dei passi di Ender e Lalla rimbombava nelle strette pareti di cemento, creando un'eco sinistra che sembrava provenire da ogni direzione. Ogni ombra poteva nascondere un pericolo, ogni angolo poteva essere un'imboscata.

"Sembra che il tempo si sia fermato qui sotto," mormorò Ender, cercando di mantenere la calma.

"Sì," rispose Lalla con tono concentrato, "questo posto è rimasto intatto per anni, nascosto a chiunque... fino a ora."

Continuarono a camminare, seguendo il segnale che Lalla aveva tracciato. Ogni passo li avvicinava sempre di più alla fonte, e la tensione cresceva di pari passo. Ender non poteva fare a meno di chiedersi cosa li aspettasse alla fine di quel corridoio. Un'arma? Un dispositivo? O forse un segreto che avrebbe potuto cambiare le sorti della loro battaglia?

Finalmente, raggiunsero una massiccia porta d'acciaio. Era vecchia e arrugginita, ma ancora imponente. Sembrava quasi fuori posto in quel sotterraneo abbandonato, come se fosse stata progettata per proteggere qualcosa di inestimabile.

"È qui," disse Lalla con un respiro trattenuto. "Il segnale proviene da dietro questa porta."

Ender si avvicinò alla porta, esaminandola attentamente. Non c'erano serrature visibili, né tastiere o meccanismi che potessero suggerire come aprirla. Era una barriera impenetrabile, costruita per resistere a tutto tranne che al tempo stesso.

"Come pensi di aprirla?" chiese Ender, rivolta a Lalla.

Lalla estrasse un piccolo dispositivo dal suo zaino, qualcosa che assomigliava a un congegno di hacking avanzato. "Ho qualche trucco nella manica," disse con un sorriso enigmatico, cominciando a collegare il dispositivo ai fili scoperti sul lato della porta. "Dovrebbe solo essere questione di minuti."

Ender osservò mentre Lalla lavorava, i suoi movimenti rapidi e precisi. Non poteva fare a meno di ammirare la competenza della donna, ma allo stesso tempo non riusciva a liberarsi del sospetto che qualcosa non andasse. Perché Lalla era tornata proprio ora? Perché si era offerta così facilmente di aiutare?

Mentre Lalla continuava a lavorare, un leggero click risuonò nella stanza. La porta d'acciaio si aprì lentamente, rivelando un ampio spazio buio oltre di essa. Una luce verde si accese sopra la porta, illuminando la stanza al di là. Ender si mosse con cautela verso l'ingresso, accendendo una piccola torcia per vedere meglio.

All'interno della stanza, si trovava una console di controllo antica, con schermi e pulsanti che sembravano provenire da un'altra era. Cavi spessi attraversavano il pavimento, collegati a una grande capsula al centro della stanza, circondata da macchinari complessi.

"Cos'è...?" iniziò Ender, avvicinandosi alla capsula.

Lalla la seguì, lo sguardo fisso sulla macchina. "È qualcosa che hanno cercato di nascondere a tutti i costi," disse con un sussurro. "Un'arma, forse. O un segreto che non doveva mai essere scoperto."

Ender appoggiò una mano sulla superficie della capsula, che era fredda al tatto. C'era qualcosa di inquietante in quel macchinario, come se contenesse qualcosa di vivo, qualcosa che non voleva essere disturbato.

"Dobbiamo capire cosa fa," disse Ender, con una nota di urgenza nella voce. "E se è davvero un'arma, dobbiamo impedire al nemico di metterci le mani sopra."

Mentre parlavano, un rumore improvviso li fece voltare di scatto. La porta d'acciaio si richiuse con un clangore assordante, bloccando l'unica via d'uscita. Ender e Lalla si guardarono, gli occhi spalancati dalla sorpresa.

"Non può essere un caso," mormorò Ender, tirando fuori rapidamente il suo comunicatore. "Dobbiamo avvertire gli altri."

Ma quando cercò di contattare Dabi e Nicho, non ci fu risposta. Il segnale era disturbato, come se qualcosa stesse interferendo con le loro comunicazioni.

"Siamo caduti in trappola," disse Lalla, cercando di mantenere la calma, ma era evidente che anche lei era preoccupata.

"Non possiamo stare qui ad aspettare," rispose Ender, cercando una via di fuga. "Dobbiamo uscire, trovare un modo per riaprire quella porta."

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Eccoci al capitolo 19, spero vi piaccia, noi già pronto il ventesimo capitolo devo modificare delle cose e lo pubblico ❤️

---Eccoci al capitolo 19, spero vi piaccia, noi già pronto il ventesimo capitolo devo modificare delle cose e lo pubblico ❤️

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