12. Il baro, il padre e il capo

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Molto bene, prima di procedere, che ne dite di riassumere un po'? Nello scorsa parte, nominata [Fuga del burattino pt.1] siamo venuti a conoscenza del nuovo piano delle figure ombrosa, ora all'interno del corpo di Moji; intanto, il presidente ha mandato Oliver Trand a prelevare i due investigatori, di cui uno di loro segretamente impossessato.

1] siamo venuti a conoscenza del nuovo piano delle figure ombrosa, ora all'interno del corpo di Moji; intanto, il presidente ha mandato Oliver Trand a prelevare i due investigatori, di cui uno di loro segretamente impossessato

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Buona lettura.   -Il Dotto-

Pearlingtone, una remota e minuta cittadina del Mississippi, posizionata esattamente al confine con la Louisiana; un luogo non molto visitato ma facilmente raggiungibile con quattro ruote motrici, partendo dalla non più tanto ridente New Orleans e proseguendo per il ponte che scavalca il lago Pontchartrain, costruito più di un secolo prima.

Il percorso è semplice, certo... ma non quando sei braccato da mezza Louisiana. Franco Bellizio, Fabio Gonzalez e Carlo Miranda, gli unici superstiti alla strage del Casinò Wheels, nonché gli ultimi membri di alto rango della famiglia dei Bellizio, sono in fuga per avere salva la pelle.

Ebbero la fortuna di essere stati risparmiati dal demone dagli occhi rossi, solo in cambio di una fugace complicità; ora aggrappati con fatica alla loro unica speranza, lasciare il paese senza cadere nella rete della polizia. Tormentati dalla paura di venir catturati, concentrati per escogitare un piano che li tiri fuori da quella brutta situazione.

Cala la sera, il buio trascina in cielo una manciata di nuvole grigie, pronte a piangere sul terreno; è la stessa notte in cui Kevin e Moji riposano tranquilli nei loro caldi letti d'ospedale, mentre i nostri non così tanto poveri mafiosi cercano la lingua giusta per pregare.

"Hai un fanale a pezzi." sospira il guidatore, dai folti baffi a ferro di cavallo; a rispondere è Fabio Gonzalez, il proprietario della macchina "Usi l'altro... l'avrei riparato dopo la partita a poker... beh.".

Mentre parla con voce irritata, Fabio fruga nella sua tasca destra con violenza, in cerca di qualcosa; i suoi movimenti sono incarogniti e scattosi, generati da arti irrigiditi da paura e tensione, tira su con il naso compulsivamente. Franco riesce a percepire i capelli del suo compare diventare bianchi dallo stress.

"Hai sto fanale a terra da mesi ormai, i soldi che ti passo non bastano?", Fabio comincia grattarsi il collo con gesti spasmodici, mentre continua ad affondare le mani nella tasca "Non mi pressare, i soldi li ho... non ho tempo, non ho mai tempo per nulla! Dannazione, ma dove cazzo..!".

Dopo un ultimo strattone, Fabio quasi strappa la tasca pur di tirare fuori il portafoglio; una volta avvolto dalle tremolanti mani, quasi a voler pregare che contenga qualcosa, Fabio chiude gli occhi per un istante e apre di scatto il portafoglio di cuoio autentico.

Franco tiene gli occhi stanchi sulla strada; anche se morto di sonno, sa bene che lasciare il comando a Fabio, agitato com'è, avrebbe previsto una bella visitina al fondale del lago in meno di cinque minuti; il ponte che collega le due sponde è tanto lungo da sembrare infinito.

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