-Una maschera nasconde la faccia, ma libera l'anima-

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Sembrava uno spettacolo poetico, che non comprendeva solo la musica, ma qualsiasi altro argomento.

Suscitava emozioni di ogni tipo, suggeriva dolci note che non trovavano difficoltà nell'addentrarsi tra le fantasie delle persone.

Soprattutto, emetteva un grido di pace.

Qualsiasi pace voi intendiate.

Pace dei sensi, pace interiore, pace morale.

Sempre pace.

Quelle due ore di orchestra furono forse tra le meglio spese della mia vita.

Non avevo rimpianti, ricordi, preoccupazioni o dubbi.

Esisteva solo il presente.

Ero un'anima che si mischiava con le melodie degli archi, con la ritmicità delle corde, con l'attenzione della gente.

Alla fine comunque, mi feci riconoscere.

Mi alzai ed iniziai ad applaudire, come se ci fossi solo io.

Per alcuni minuti, qualcuno mi guardò stupita, poi, grazie all'incoraggiamento di Jane e di altri dietro, tutta la sala iniziò ad imitarmi.

«Grazie, Jane, per avermi regalato quest'esperienza. È stata una delle migliori della mia vita» dissi.

«Mi fa piacere, Sophie. Quando vuoi»

Mi girai per parlare con Michael, ed ovviamente non ricordavo del piccolo particolare del suo compagno di poltrona, che, ovviamente, aveva ascoltato i miei ringraziamenti.

«Michael, tu che ne pensi dell'opera?» domandai

«Carina, ma ne ho viste di migliori»

«Esistono spettacoli migliori di questo?» chiesi stupita

Matthew rispose.

«Decisamente migliori»

«Concordo con Matthew» ora era Jasmine a parlare.

Io tacqui.

«Dai, Sophie, direi che è il momento di andare verso il fulcro della festa» Jane mi svegliò dai miei pensieri.

«Cosa intendi?» domandai.

«Intendo che è ora di ballare!»

La ragazza mi prese per mano, salutò il fratello ed il suo amico, e mi condusse in un'altra ala del palazzo.

C'era già un pò di gente, ma mai quanta quella del ballo.

«Tra poco spegneranno le luci e da quel momento in poi, chi si è visto si è visto. Sei pronta Sophie?»

«Più o meno»

«Dai, un pò di grinta. Sono appena arrivati gli altri»

Mi voltai.

C'erano Jasmine, Michael e Matthew.

Tutti e tre, come me e Jane, avevano una maschera, anche se il più bello era indubbiamente Matthew.

La sua era nera con dei ricami.

Semplice, ma elegante.

Ad un certo punto, una voce iniziò a parlare.

«Signori e signore, ben venuti nell'evento autunnale dell'orchestra! Tra un minuto esatto le luci verranno spente! Mi auguro che riuscirete a tornare intatti a casa!! Buon divertimento, carissimi»

Era un signore in smoking.

Come aveva detto dunque, un minuto dopo le luci si spensero.

Appunto, l'inizio della fine.

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