«Mi scusi, le valigie le devo venire a prendere dopo?» chiesi titubante.«Non si preoccupi, le troverà nella sua camera appena sarà arrivata» rispose il signore.
Dopo un pò, riprese a parlare.
«Che sbadato, ancora non mi sono presentato. Mi chiamo William Oliver Jack Connor, ma può semplicemente chiamarmi Will» disse poi, sempre continuando a camminare.
«Sono il maggiordomo del piano in cui è posizionata la sua camera. Purtroppo da un lato è capitata in una situazione sfavorevole: uno dei Reali, infatti, ha richiesto lo spostamento di stanza quest'anno, ed è stato riposizionato proprio nel suo stesso piano. Ciò vorrà dire che dovrà eseguire qualche controllo e perquisizione in più. Nulla di cui preoccuparsi, comunque. Dopo un pò ci si abitua»
Di male in peggio, insomma.
«Grazie per l'informazione» ribattei, ancora più insicura di prima.
Poco tempo più tardi, data la vicinanza con la Royal's House, eravamo già arrivati alle porte di Buckingham Palace.
Semplicemente straordinarie.
Erano scure con degli elementi dorati nella parte superiore e centrale.
Sembrava di essere all'entrata del paradiso.
Mi fermai qualche secondo per ammirare la bellezza di tutta la struttura, e forse spalancai un pò troppo la bocca...
«Le piace, signorina?»
Will probabilmente si era accorto del mio stupore.
«Oh si, sembra surreale» non mentii. Lo pensavo davvero.
«Avrà tanto tempo, Sophie, per ammirare queste bellezze. Si fidi»
E io, mi fidai.
«Prego, da questa parte»
Improvvisamente, quei cancelli che avevo sempre visto chiusi, si aprirono.
Percorremmo un altro breve tratto di strada, per poi arrivare all'interno vero e proprio.
Will dovette prima parlare con qualche guardia, e poi mi diede il consenso per entrare, ovviamente accompagnata da lui.
Se già le porte erano magnifiche, quello che stavo vedendo non poteva che essere frutto di qualche magia.
Tappeti rossi, scale d'oro, pareti bianche, bodyguard ovunque, lampadari mastodontici che avrei potuto toccare semplicemente alzando un dito.
La perfezione.
Forse, alla fine, la situazione non era così male come pensavo.
«Mi segua»
Il maggiordomo mi risvegliò dai sogni ad occhi aperti.
Dopo poco tempo arrivammo di fronte ad un'enorme scalinata, che presumo mi avrebbe condotto alla camera.
L'unica scalinata nella mia vita che non mi sarei mai stancata di percorrere.
L'avrei potuto fare tutti i giorni a tutte le ore.
Ancora e ancora.
«Purtroppo gli ascensori sono in manutenzione» disse Will.
«Meglio, un pò di attività fisica non fa mai male» ironizzai.
Forse
«Ha ragione, sopratutto per i vecchietti come me.. ah, l'età...»
Non seppi cosa rispondere.
Mi limitai a sorridere, un pò imbarazzata.
Dopo una crisi polmonare per percorrere tutti quegli scalini, finalmente arrivai al mio piano.
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La struttura dei sogni
RomansaA Sophie hanno sempre detto che avrebbe fatto grandi cose nella vita. Sin da piccola abituata a studiare per acquisire una cultura personale che le consentisse di compiere le scelte giuste, non se lo fa ripetere due volte... È così infatti che, dopo...