Da prima pagina

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Finalmente la settimana era terminata.

Che settimana...

Speravo con tutto il cuore che quella seguente potesse essere migliore.

Quantomeno più tranquilla.

Non chiedevo tanto.

Ancora non avevo notizie di Jane, tantomeno di suo fratello e di Michael.

Di Jasmine onestamente non me ne importava nulla, però effettivamente neanche lei si era più fatta viva.

Ovviamente tempestavo la mia amica di chiamate, nonostante nell'ultimo periodo io avessi deciso di diminuirle dal momento che al rifiuto di quest'ultime, un pezzettino di cuore si frantumava e la preoccupazione cresceva.

Era per farmi meno del male, insomma.

Infondo mi dicevano sempre che se qualcosa era destinata ad accadere, sarebbe accaduta.

Applicai questo principio alla sparizione della Famiglia Reale.

Se fossero dovuti tronare, sarebbero tornati.

Più che torturare Will ed inviare centinaia di migliaia di mail alla direzione del palazzo, non potevo fare più nulla.

Mi rimboccai le maniche.

Presi le cuffie ed iniziai ad ascoltare la musica, ballando come una disperata e cantando come una pazza.

Altro che discoteche, nella mia camera facevo faville!

Purtroppo però , per qualche strano motivo, nella playlist si trovavano ogni genere di canzoni: anche quelle tristi.

Infatti proprio quando capitò dopo una buona mezz'ora "When the party is over" di Billie Eilish, mi rattristai parecchio, e decisi di smettere di ascoltare canzoni per dedicarmi ad altro.

Avrei pitturato, si.

Scesi in biblioteca, presi un foglio e i pennelli e scelsi una scrivania che aveva una vista esterna.

Volevo dipingere l'entrata di Buckingham Palace.

Iniziai dal cielo, cercando di riprodurre con i colori più cupi le sfumature che c'erano in quel momento.

Poi passai al cancello vero e proprio.

Infine, mi concentrai sulla macchina che era appena arrivata.

Aspetta.

Cosa?

Quella era un'area riservata, nessuna macchina sarebbe potuta entrare, se non...

la macchina dei Reali.

Il disegno tutto sommato era venuto bene, però purtroppo per l'euforia rovesciai il barattolo dell'acqua sporca, per cui, addio.

In fretta e furia recuperai le mie cose, e come se non esistesse il tempo corsi giù fino ad arrivare al piano terra.

Stavo camminando a passo svelto.

«Signorina, aspetti!» era Will, che per qualche strano motivo, era praticamente dove ero io.

Mi venne in mente la frase "ubi tu, ibi ego", che secondo me si addiceva perfettamente alla situazione.

Mi voltai verso il maggiordomo.

In un altro momento avrei ascoltato il suo ordine, ma in quello, no.

Era troppo tardi.

Ero arrivata alle porte del palazzo.

Diedi una forte spinta, e...

No, vabbè.

Fuori da Buckingham Palace ormai si trovavano stormi di giornalisti, che in cinque secondi avevano accerchiato tutto l'edificio.

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