In camera sua, Andrea riesce a sentire Alessandro e Maya battibeccare riguardo qualsiasi cosa. Adesso, per esempio, Maya ha accusato Alessandro di mangiarsi tutti i suoi yogurt proteici alla nocciola e lui, come sempre, la ignora.
«Vuoi almeno rispondere?!» esclama. Le sue ciabatte si spostano arrabbiate dalla cucina al soggiorno – probabilmente ha seguito Ale che si è messo sul divano – e il rumore stridente della poltrona che si sposta riecheggia in tutto l'appartamento.
«Ma poi, che senso ha stare qua se tu e Andrea non siete nemmeno nella stessa stanza!»
Nessuna risposta.
Segue invece il vociare indistinto della televisione che si è appena accesa.
«Che cosa guardi?» urla ancora la voce di Maya, che però ha cambiato lievemente tono. «Ah, sì: a che stagione sei arrivato?»
Andrea non riesce a sentire le risposte di Ale, che ha sempre avuto un tono di voce piuttosto pacato.
«Ma così me lo spoileri!»
Ad Andrea viene da sorridere.
«Ma vai tu di là!»
La televisione si spegne e in un paio di secondi, un lieve tocco alla porta segnala che Alessandro vorrebbe entrare in camera di Andrea.
«Lo hai fatto solo per farla arrabbiare, vero?»
Un sorriso impertinente balena sulle labbra di Ale quando entra in camera di Andrea.
«Non mi permetterei mai...»
Andrea sorride e lo guarda mentre fa il giro del letto per sedersi accanto a lei.
«Il telecomando è sul comò», gli dice Andrea, che ha appena preso il Diario per scrivere due righe.
Alessandro, senza rispondere, prende il telecomando e si accende la tv. «Preferenze?» domanda.
Andrea scuote la testa.
Alessandro rimette probabilmente la stessa serie tv e si sdraia con una gamba sul materasso e l'altra a penzolare giù dal letto. Ogni tanto butta un'occhiata ad Andrea con la coda dell'occhio. Andrea che, tanto per cambiare, sta scrivendo.
Maya e Ale sono andati a letto insieme. Avevo pregato Alessandro di non portarsi a letto né la mia coinquilina né la mia responsabile d'ufficio ma lui, ovviamente, non mi ascolta mai.
I primi tempi tra loro le cose erano veramente pesanti: ad Alessandro non fregava niente e continuava a comparire a casa per vedere me; Maya, invece, aveva il dente avvelenato.
«Sai, penso che sia arrivato il momento per me di cambiare casa, Andrea», mi disse un giorno.
Mi sistemai meglio contro la spalliera della sedia e mi misi a braccia conserte. «Ah sì? E dove vorresti andare?»
Maya sospirò, bloccò il suo cellulare e lo poggiò sul tavolo. «A farmi una doccia, immagino.»
Io sorrisi. «Ah, ecco.»
Ale comparve sulla porta della cucina. «Sono rimasto chiuso nell'armadio per venti minuti...» cominciò a dire. «Non dovevi mandarla di là?" chiese a Maya.
«Ops. L'ho dimenticato.»
«In realtà me la stai ancora facendo pagare.»
Maya incrociò le braccia al petto e inarcò un sopracciglio sottile, rivolgendogli un'occhiata di pura derisione. «E per che cosa, scusa?»
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Scriverò di t͟e͟
Romance"Scrivere. Chi ha mai scritto? Io, da piccola. In uno di quei momenti in cui in un giornaletto in edicola trovai in regalo un diario col lucchetto di Barbie e decisi che da quel momento in poi avrei raccontato la storia della mia vita su quelle pagi...