10/1. 'Quando ho rivisto Lorenzo.'

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Il bar in cui si trovano Raffaele e Lorenzo è abbastanza affollato: l'atmosfera è però è troppo pallosa. Lo pensa Raffaele Spina, seduto a gambe larghe su una delle poltroncine che circondano i tavoli tondi. Le ampie spalle poggiate contro lo schienale, e le braccia sui braccioli imbottiti, gli danno tutta l'aria di un imperatore romano che osserva il suo regno con sdegno e condiscendenza.

Il suddetto sguardo sdegnato comincia a scansionare il luogo a partire dalle persone, prosegue all'arredamento del bar e finisce su suo fratello, anche lui seduto, ma con gli avambracci poggiati sulla superficie del tavolo. Si rigira tra le mani un bicchiere appannato da cui ancora non ha bevuto nemmeno una goccia.

Lorenzo Spina, con gli occhi bassi e le sopracciglia corrucciate, ha la stessa espressione di quando era bambino e i suoi amichetti lo lasciavano in panchina durante le partite di calcio perché non era poi così bravo a giocare. Alla fine, Raffaele gli spiegò che non tutti possono essere bravi in tutto. Così, Lorenzo iniziò a dedicarsi ad una serie di attività che erano più nelle sue corde: raggirare e mentire.

«¿Qué pasa?» domanda a un certo punto Raffaele, svogliato.

In un soffio, Raffaele ricorda il suo anno passato a Siviglia e poi lo fa cadere nel dimenticatoio.

«Eh?»

«Che hai?»

Lorenzo scuote la testa.

Raffaele, attento a non farsi vedere, alza gli occhi al cielo: che noia!

«Sei ancora triste per la ragazza?» trascina.

Lorenzo non risponde.

Raffaele, allora, decide di testare tutto questo profetico amore di cui Lorenzo farnetica e si strugge. «Ho limonato con Andrea.»

Lorenzo, sconvolto, alza gli occhi. «Che?»

«Dai, hai sentito.»

Lorenzo si dipinge in viso un'espressione che dovrebbe essere minacciosa e ferita nell'orgoglio. A Raffaele, che suo fratello l'ha visto crescere, non fa né caldo né freddo.

«Qualcosa da dire?»

Una figura indistinta e familiare atterra nella coda dell'occhio di Lorenzo, che si volta: è Alessandro Serra.

Lorenzo, senza aggiungere altro, si alza.

Raffaele lo guarda andare via scuotendo la testa: non concluderà niente, come al solito. E, sempre come al solito, sarà lui a dover tirare fuori il fratellino dalla spiacevole situazione. Del resto, Raffaele ha avuto a che fare con Alessandro e non ci tiene a farlo di nuovo: lui sì, che lo aveva affrontato. Non come suo fratello che non ha nemmeno avuto il coraggio di mandarlo a fare in culo dopo quello che ha fatto.

Quello che ha fatto, tra parentesi, gli è piaciuto un sacco.

Raffaele tende l'orecchio per sentire cosa si stanno dicendo finché si rende conto che, almeno per il momento, non gli interessa. Non appena Lorenzo correrà da lui con la coda tra le gambe allora sì, farà qualcosa.

Lorenzo si avvicina ad Alessandro: alto, con la solita faccia da schiaffi e una felpa col cappuccio color indaco.

«Sei senza amichetta stasera?»

Irritato, Alessandro Serra si volta in direzione dell'altrettanto irritante voce e confronta Lorenzo. «Ho di meglio da fare che parlare con te.»

Dietro Alessandro, compaiono i suoi amici Gigio e Moro. «Oh, che fai qua?» domanda Moro.

«Un giro», risponde Alessandro. «Voi?»

«Idem», a rispondere stavolta è Gigio.

«Andrea?»

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