5/1. Nella notte

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Lorenzo Spina non ha mai avuto il cuore spezzato, dice lui.

Non ha mai sofferto per amore né tantomeno aspettato come un'anima in pena davanti al cellulare nella speranza che si illumini con il nome che vuole lui

Quale nome vuole che gli illumini lo schermo?

Non lo vuole accettare.

Non vuole accettare di sperare in un messaggio come non vuole accettare che ha il cuore spezzato.

Lorenzo Spina è sdraiato sul suo letto, al buio, sulle sue coperte nere, a fissare il soffitto.

Andrea detesta – o detestava? – il mobilio di casa sua. Dice – o diceva? – che era troppo scuro e il fatto che non ci fosse mai una cosa fuori posto la metteva un po' a disagio.

Non toccava mai niente Andrea, a casa sua. Non si era mai sentita abbastanza a suo agio dall'aprire un armadietto o mettere il suo shampoo nella doccia.

Lorenzo si è sempre chiesto se sia stata colpa sua.

Adesso, con il buio complice dalla sua parte, Lorenzo può lasciare andare quei pensieri che ricaccia in un angolino della sua mente durante la giornata.

Nella notte, mentre tra le sue coperte vaga ancora, seppur senza meta, il profumo di Andrea, Lorenzo può finalmente essere onesto con sé stesso.

Con l'arrivo dell'alba, Andrea e tutto ciò che la riguarda verranno risucchiati dalla luce del sole e lui tornerà a vivere la sua solita routine di cui ormai lei non fa più parte.

L'orologio segna le quattro del mattino: ha chiuso occhio o è stato sveglio tutto questo tempo? A che ora è andato a letto? Perché al buio le cose fanno più paura? Perché le cose più facili, di notte, sono muri insormontabili?

Lorenzo sorride tra sé e sé: quelli avrebbero tranquillamente potuto essere i deliri di un pazzo.

Era pazzo. A quanto pare, la mancanza di Andrea lo sta facendo diventare pazzo. Assurdo provare queste sensazioni alla sua età, no? Specialmente quando non le ha mai provate con nessun'altra.

Anche quella sarebbe stata una confessione che avrebbe condiviso solo col buio.

Il soffitto potrebbe essere una distesa infinta di stelle ma è solo oscurità. Il mobile pensile di marmo nero e bianco sul quale è poggiata la sua enorme televisione è una curva buia e distorta, così come la piccola pianta grassa che Andrea gli  regalò per 'dare colore alla stanza'.

Più volte Lorenzo ha sperato che quella pianta morisse e almeno lo stesso numero di volte ha sperato che vivesse.

L'unico legame con Andrea che gli è rimasto è una pianta, ovvero un essere vivente, di cui lui detesta prendersi cura e di cui allo stesso tempo è costretto a prendersi cura.

Ah, stupida, stupida notte che continua a mandare a galla le verità nascoste come quelle cazzo di paperelle nella vasca da bagno.

Stupida notte e stupido Lorenzo che non avrà mai il coraggio di dire a nessuno quello che prova.

In parte perché è sempre stato convinto di non provare niente ed era stato bene finché non è arrivata Andrea. Che cliché, che stronzata, che enorme stronzata! Non se lo perdona, Lorenzo.

Menomale che si è tirato indietro non appena ha capito che le cose stavano degenerando.

Peccato che ora sta uno schifo.

Gli manca Andrea. Quando nel buio c'erano solo lui e lei, era quello il momento in cui sussurravano quelle parole che di giorno non avrebbero avuto senso. La notte portava con sé l'intimità di due amanti che non riuscivano ad averne mai abbastanza e che si sorridevano come due adolescenti mentre mangiavano caramelle gommose.

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