Il naso di Alessandro Serra è seppellito in un libro di Finanza. Andrea lo guarda e riesce solo a pensare a quanto coraggio abbia avuto per iscriversi di nuovo all'università per fare un Master. Ma il suo migliore amico ha sempre voluto essere il migliore in tutto e non vuole che si dica che lavora nell'azienda di famiglia solo perché è, appunto, di famiglia.
Indossa un paio di occhiali da lettura neri e rotondi: Andrea non sa se assomiglia più a Clark Kent o Harry Potter.
Lei è seduta sulla poltrona accanto al divano: il suo Diario è appoggiato sul tavolino di vetro di fronte alla poltrona. La sua intenzione era quella di scrivere ma si è ritrovata tra le mani un libro rosa di Maya ed è stata risucchiata dalla lettura.
«Che leggi?» domanda la coinquilina in tono casuale quando entra in soggiorno.
«Un libro sulle...» Andrea guarda la finta copertina di cartoncino che ha usato per nascondere il reale contenuto del libro. «Un libro di... Botanica.»
La testa di Ale si solleva curiosa dal suo testo. «Botanica? E da quando...»
Maya scuote piano la testa. «Ma quale Botanica!»
«MAYA!» esclama urgente la voce di Andrea un attimo prima che possa sfilarle il libro dalle mani.
Maya si arrende e lascia cadere le mani dalla copertina. «Vero: Andrea adora la Botanica.»
«Esatto... la adoro...»
«Di che piante parla?»
Alessandro è sempre più confuso.
Andrea sbuffa. «Di piante... in generale...»
Alessandro si solleva dal suo posto e ruba il libro dalle mani di Andrea, che lancia un piccolo gridolino di protesta. Ne esamina poi il contenuto leggendo un paio di righe sotto lo sguardo gelato delle due giovani. Quando finalmente capisce di cosa parla, arriccia il naso.
«Sei arrivato ad uno dei tanti modi con cui descrivono... l'attrezzo maschile?» domanda Maya.
Una serie di pensieri attraversa la mente di Alessandro. Intercetta gli occhi della sua migliore amica e gli viene da sorridere: ha le orecchie così rosse che gli ricordano il colore delle ciliegie.
«Non pensavo che ce ne fossero così tanti», risponde a Maya. «Io personalmente ho sempre usato cazzo.»
«Ma tu non sei il CEO di una multinazionale a New York», specifica Maya, evidentemente riferendosi alla trama del libro.
«No, ma l'azienda dove lavoro è di mio padre. Quindi.»
«Questo non fa di te un CEO.»
Andrea, nel frattempo, si è allungata verso Alessandro e sta cercando di riprendersi il libro che lui tiene sollevato sopra la sua testa. Lei si sbraccia per recuperarlo e lui continua a parlare come se nulla fosse.
«Ale!»
I capelli di Andrea, oggi acconciati in due lunghissime trecce che superano il suo seno, solleticano il naso di Alessandro. Lui talvolta li allontana, talvolta ne approfitta per respirare il profumo del suo shampoo. È sempre lo stesso: miele e vaniglia.
«Ridammi il libro!»
Adesso, Andrea è a cavalcioni sulla gamba di Alessandro. La mano libera del giovane esita sul suo fianco per tenerla in caso dovesse perdere l'equilibrio e, conoscendola, è una cosa possibile se non addirittura certa.
«No, voglio vedere se alla fine lo fanno sulla scrivania o no.»
Andrea si sporge in un piccolo saltino e incespica nei suoi movimenti, atterrando col torace sul viso di Alessandro. Odora sempre di buono: quando è vicina a lui, ha sempre la sensazione di cadere in una pila di biancheria pulita, soffice e profumata. Si allontana un poco e Ale ne approfitta per togliersi una ciocca dei suoi capelli che gli è rimasta sul viso.
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Scriverò di t͟e͟
Romansa"Scrivere. Chi ha mai scritto? Io, da piccola. In uno di quei momenti in cui in un giornaletto in edicola trovai in regalo un diario col lucchetto di Barbie e decisi che da quel momento in poi avrei raccontato la storia della mia vita su quelle pagi...