12/1. Il Furgone della Porchetta

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Andrea sta mangiando i fusilli coi pomodorini in piedi davanti al piano cottura della cucina e direttamente dalla padella.

A qualche passo da lei, Maya la guarda come se stesse guardando un documentario sulle scimmie su National Geographic.

«Avresti potuto usare un piatto.»

«Ho deciso di non farlo.»

«Questo lo vedo.»

Le unghie a stiletto di Maya tamburellano sul piano della cucina. «Stasera esco.»

«Dove vai?» domanda l'altra, di spalle.

Maya non risponde subito e costringe quindi Andrea a voltarsi per capire il motivo del suo silenzio.

«C'è quell'evento giù al bar di Lorenzo...» ammette, con un pizzico di imbarazzo.

Andrea non dice nulla ma non è necessario: Maya ha visto come si sono tese le sue spalle non appena è saltato fuori il nome di Lorenzo.

Ah, l'evento di Lorenzo... come dimenticare? Il... compleanno del suo stupido bar.

«Non ci andrei se non...» prova ancora. «Ma ho prenotato mesi fa quando ancora...»

«Mi sto riprendendo», la interrompe. «Si vede, no? Che mi sto riprendendo..."

Maya ci pensa su: non vuole dirle che se un miglioramento c'è, è minimo solo per non farla rimanere male. Del resto, Andrea ce le sta mettendo tutta per rimettersi in piedi.

«Sei meno imbarazzante da guardare, sì.»

«Grazie.»

«Notizie di Ale?» riprende Maya, giusto per cambiare argomento. In realtà non le interessa ma lo tira fuori solo perché fa piacere ad Andrea.

Andrea accenna un sorriso.

«Torna stanotte.»

«Di già? Il tempo vola quando si sta bene...»

«A me non dispiace che torna», risponde Andrea, abbassando lo sguardo. «È tre giorni che è via per lavoro...»

Maya alza entrambe le sopracciglia: vorrebbe dire tante cose ma alla fine decide di rimanere in silenzio.

«Il tuo... Diario Segreto si è sporcato di sugo.»

Andrea immagina gli incidenti del suo Diario come delle ferite di guerra che contribuiranno a renderlo il più vissuto possibile.

Maya si alza e infila un paio di scarpe nere col tacco a spillo che ha rubato dall'armadio di Andrea. Probabilmente una delle poche scarpe che le piacciono dalla scarpiera di Andrea: hanno una catenina dorata che si avvolge giusto attorno alla caviglia e si abbina con la tracolla della sua borsetta.

«Allora io vado, Andrea...» dice, cercando di attirare la sua attenzione.

«Manda qualche occhiataccia a Lorenzo da parte mia.»

«Sarà fatto.»

Non appena Maya si richiude la porta d'ingresso alle spalle, Andrea si ritrova indecisa sul da farsi.

Decide di considerare quei fusilli coi pomodorini la sua cena e di approfittare del momento di pace e silenzio per scrivere.

Ha scritto tanto, Andrea. È davvero poco ciò che rilegge e la maggior parte di quello che scrive sono frasi, pensieri sconnessi, domande che ovviamente non hanno una riposta.

In mezzo a tutto quel caos, però, ci sono i ricordi che non la fanno dormire o che, al contrario, ripete la notte fino ad addormentarsi.

Senza nemmeno rendersene conto, Andrea comincia a scrivere.

Scriverò di t͟e͟  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora