«Ma tu che cazzo vuoi?»
«Mi spiace. Quello non è davvero il mio genere», risponde, serio. «Volevo solo ricordarti che siamo nel ventunesimo secolo e le donne non sono più marionette.»
«Che coraggio, dire una cosa del genere», mastica Andrea.
Un sorrisetto attraversa le labbra di Raffale e gli illumina gli occhi chiari. «Sto solo difendendo il tuo onore, Andrea.»
«Ma vai a cagare», risponde prontamente Alessandro. «Senti, sai che c'è? Ti riaccompagno io a casa.»
«Ma io non voglio andare a casa! Voglio... stare con Moro e Gigio.»
I due, che stanno assistendo alla scena come due manichini nel giorno dell'allestimento della nuova stagione, al suono dei loro nomi si mettono in allerta.
Alessandro fa una smorfia. «Ma per piacere.»
Le sue dita corrono lungo il braccio di Andrea, esistano sul suo palmo solleticandolo appena, si intrecciano per un secondo attorno all'indice per finire ad avvolgerle delicatamente il polso.
«Andiamo», la prega, stavolta.
«Sì, secondo me fareste bene ad andare», sono le parole pronunciate da Raffaele, schiarendosi appena la gola. «Non è un bel posto in cui portare una ragazza, Alessandro. Dovresti fare di meglio...»
«A me questo posto va benissimo», s'intromette subito Andrea. «Meglio del tuo stupido bar.»
Ancora una volta, Raffaele sorride: adora la lingua di Andrea, in tutti i sensi.
«Certo che ti va bene...» le dice.
«Penso di potermi difendere da sola!» esclama Andrea, liberandosi ancora una volta dalla presa di Alessandro. «Non ho bisogno davvero che combattiate per il mio onore.»
«Anche perché lo hai perso quando hai limonato mio fratello...» riprende Lorenzo, improvvisamente rientrato in campo non richiesto.
«Lorenzo», lo richiama Raffaele, in tono quasi paterno, irritandolo.
«Lorenzo un cazzo», risponde, colto da un lampo di coraggio. «È da quando stiamo assieme che le sbavi dietro.»
Alessandro, annoiato, sbadiglia.
«Non sono l'unico che le sbava dietro», è la laconica risposta di Raffaele. I suoi occhi intercettano quelli blu di Alessandro, apparentemente illeso dall'affermazione ma consapevole che stia parlando di lui.
Fa finta di nulla.
«E tu comunque sei l'ultimo che dovrebbe parlare!» esclama Andrea, sempre più inviperita e rivolta a Lorenzo.
Cade il silenzio.
Mentre Moro e Gigio si guardano senza comprendere cosa stia succedendo, gli altri quattro partecipanti attivi della conversazione hanno davvero troppo sul tavolo perché questo possa essere rovesciato in un gioco di orgoglio e arroganza.
Gli occhi di Raffaele cadono su Andrea: fiato corto, orecchie rosse e occhi lucidi, non si sa se dall'emozione o dalle lacrime. Uno spettacolo, questo è. Uno spettacolo che, in qualche modo, gli fa scattare qualcosa che reprime in un angolo buio.
«Dai, andiamo», dice al fratello minore. «Questi ragazzini mi hanno seccato.»
Alessandro sorride. «Scelta saggia», li saluta ondeggiando la mano. «Buona serata.»
Gli occhi di Lorenzo esitano in quelli di Andrea: vorrebbe dirle qualcosa ma sa che ormai non c'è davvero più niente da dire.
Lei lo guarda e pensa la stessa cosa.
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Scriverò di t͟e͟
Romance"Scrivere. Chi ha mai scritto? Io, da piccola. In uno di quei momenti in cui in un giornaletto in edicola trovai in regalo un diario col lucchetto di Barbie e decisi che da quel momento in poi avrei raccontato la storia della mia vita su quelle pagi...