Sta piovendo.
Andrea Fiore è arrivata a domandarsi se stia effettivamente piovendo da giorni o se è lei che vede la pioggia anche quando c'è il sole.
Si guarda le unghie e pensa che dovrebbe dar loro una limata: alcune sono più irregolari di altre. L'indice, per esempio, è bello rotondo; al contrario, l'anulare è quasi quadrato.
Sospira, Andrea.
Indossa una felpa color pastello e un paio di vecchi pantaloni della tuta. Le punte tonde sue Adidas sono scurite dall'acqua e il cappuccio che indossa a coprirle la nuca, rivela solo i capelli lunghissimi che si stanno via via inzuppando di acqua.
Se qualcuno la vedesse, penserebbe che è una scappata di casa. Se deve essere sincera, poi, dirà che è scappata di casa perché non ne poteva più di quelle quattro mura che le fanno mancare l'aria.
Ora è uscita, ha incontrato il fresco della sera, il profumo della pioggia e un po' le si riempiono i polmoni.
Quanto tempo è passato da quando lei e Lorenzo si sono mollati? A lei sembra di non averlo mai conosciuto per davvero. È come se avesse iniziato a guardare una serie tv che le piaceva da matti e poi l'avessero cancellata senza dire niente, da un giorno all'altro.
Andrea si trascina lungo le strade poco trafficate. Quelle stradine strette e ciottolate le ricorda da quando era bambina: si ricorda che lei e Ale facevano la gara a chi arrivava primo a casa, dopo la scuola. Se a vincere fosse stata Andrea, Ale avrebbe dovuto spingerla sull'altalena; se invece vinceva Ale, si portava sempre via qualcosa di suo.
Alcune volte si portava i suoi fermaglietti per i capelli, altre volte i suoi pupazzetti o le figurine dei Pokémon.
Che fine avesse fatto tutta quella roba, Andrea non lo sa. Sa solo che non l'ha mai più rivista da quando Ale se l'è portata via.
Andrea si blocca davanti all'ampia vetrata del bar di Lorenzo.
Lorenzo era come Re Mida: tutto ciò che toccava diventava oro... tranne Andrea. Quando aveva toccato Andrea l'aveva trasformata in... beh: c'è davvero bisogno di dirlo ad alta voce, in cosa l'ha trasformata?
Secondo Andrea non è necessario.
Lorenzo ha deciso di stare dietro al bancone. Mentre Andrea l'osserva vivere tranquillamente la sua vita senza di lei pensa che, come al solito, gli piaccia fare l'esibizionista e stare al centro dell'attenzione. Sorride ad un paio di ragazze, le ammalia con gli stessi occhi ambrati come pietre preziose che hanno ammaliato lei.
Andrea vorrebbe entrare nel bar, dire loro di scappare finché sono in tempo.
Se entrasse in quelle condizioni, però, tutta bagnata e pallida come un lenzuolo di seta, la prenderebbero per pazza.
Il sorriso di Lorenzo si è ampliato: le sue labbra sottili rivelano i denti grandi e stendono la riga dura del mento.
Una delle due ragazze, la più audace, gli sfiora il braccio esposto dalla camicia nera arrotolata all'altezza dei gomiti.
Lui le sorride.
La bocca di Andrea si impasta di bile, le sue dita tremano dalla rabbia: come ha fatto ad andare avanti in così poco tempo?
Andrea si inumidisce le labbra e le trova salate: stupido da parte sua pensare che la pioggia sia improvvisamente diventata salata, giusto?
'No, Andrea' si dice. 'Non è la pioggia: sei tu che stai piangendo e manco te ne sei resa conto! Stupida!'
Le sue mani tremolanti cercano istintivamente qualcosa e sorride frustrata quando si rende conto che sta cercando il Diario solo perché sente la necessità fisica di vomitare quelle emozioni per levarsele dalla testa e dal cuore.
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Scriverò di t͟e͟
Romance"Scrivere. Chi ha mai scritto? Io, da piccola. In uno di quei momenti in cui in un giornaletto in edicola trovai in regalo un diario col lucchetto di Barbie e decisi che da quel momento in poi avrei raccontato la storia della mia vita su quelle pagi...