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È che ho avuto paura dei mostri sotto al letto per così tanto tempo che ora che non ci sono più mi sembra di dovermeli inventare -Spencer Hastings. Pretty little liars.
S T E P H A N I E
Mercoledì
Io Roy, Thomas, Jordan e Noha ce ne stiamo seduti su una panchina a mangiare la nostra merenda come morti di fame. Dopo ieri nessuno ha più detto nulla.
Ci troviamo nei giardini laterali della scuola, è cerchiamo di non fissare la panchina davanti a noi su cui siedono Alan Devis e gli altri demoni al suo fianco. Faccio uno sforzo enorme per non guardare Dexter o chiunque gli stia affianco, a lui sembra così facile starmi lontano ieri non mi ha degnata di un'occhiata anche nelle condizioni in cui ero messa non si è scomposto, lo so che gli ho chiesto io di non parlarmi ma almeno accertarsi che stia bene.
L'ho aspettato tutta la notte nella terrazza attendendo il suo arrivo ma lui non è mai arrivato. Lo ammetto.
Ci sono rimasta male.
E mi sono beccata anche un bel raffreddo, la temperatura non era delle migliori ieri avrei dovuto coprirmi con qualcosa anziché restare con quel pigiama di seta.
Addento un' altro pezzo del mio panino mentre fisso stranita Emily avvicinarsi a loro, mentre usa come scusa il cestino dell'immondizia al loro fianco.
«Roy fa qualcosa prima che finisca nei guai» lo imploro posandogli una mano sul braccio. Lo vedo sospirare ed alzarsi verso di lei.
Emily resta ferma ad origliare anche se hanno smesso di parlare nel momento in cui si è avvicinata a loro.
Da lontano vedo le labbra di Roy muoversi e Emily urlargli qualcosa contro protestando. Non riesco a sentire molto bene.
«Non sto facendo niente!» si difende mentre Roy tenta di trascinarla verso di noi.
«Vieni subito via da qui, vuoi che si ripeta la scenata di ieri ?» Emily mette il broncio e si lascia portare via ma prima lancia un'occhiata ad Alan che le risponde con un sorrisetto malizioso.
Mentre guardo lui sento gli occhi di Dexter puntarsi verso di me.
Ci vediamo sul campanile?
Mima con le labbra facendomi avvertire una vampata di calore. Non gli rispondo ma lui prende il mio silenzio come un si. Mi trattengo dal sorridere, sbircio oltre le mie ciglia vedendo che anche lui sembra contento.