Un emerito coglione

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Dopo aver mangiato un gelato al cioccolato, io e Sara ci sedemmo sul suo divano a vedere la televisione.
Dopo qualche minuto il sonno mi accolse.

《Ehi Manu... sveglia, sono le 17.》mi sussurrò Sara accarezzandomi un braccio.
Un po' intontita aprii gli occhi e le rivolsi un sorriso.
《Scusami. Mi sono addormentata senza rendermene conto.》dissi.
《Non ti preoccupare... ti ha fatto bene riposare un po'.》
《Credo sia ora che vada a prendere le mie cose da... Lui.》
《Va bene. Ti accompagno.》si offrì Sara.
《No, tranquilla... hai già fatto molto per me. Non voglio disturbarti.》
《Ho già deciso. Vengo con te.》insistette.
Non mi andava di ribattere. Almeno avrei avuto un po' di compagnia. Se fossi rimasta da sola sarei scoppiata di nuovo a piangere.
Dopo cinque minuti eravamo giù in strada pronti per dirigerci alla metro.
《Non mi ricordo dove abita di preciso. 》disse Sara.
《Me lo ricordo io.》
Non mi sarei mai dimenticata la strada da percorrere per arrivare a casa di colui che mi aveva tradito, così come non mi sarei mai dimenticata di lui, dei suoi baci, del suo profumo...
Sentii gli occhi inumidirsi, ma questa volta non potevo cedere. Non volevo dimostrare le mie lacrime a persone che non conoscevo.
Prendemmo la metro e in quindici minuti arrivammo a destinazione.
Giunta vicino al suo portone sentii il mio corpo percorso da lunghi brividi.
Suonai al campanello e una voce preoccupata rispose al citofono :《Chi è? 》
Era lui.
Il sangue nelle vene si congelò e la mia voce si smorzò in gola.
《Chi è? 》Chiese di nuovo la sua voce con una nota di fastidio.
Chiusi gli occhi e presi un lungo respiro:《Io.》
Dopo un rumore metallico il portone si aprì ed io entrai in quell'edificio seguita da Sara.
Chiamai l'ascensore e prima che vi entrassi sentii Lui gridare per le scale :《Manu aspetta, non entrare nell'ascensore.》
Non ci pensai due volte. Entrai nell'ascensore e salii fino al piano in cui abitava.
Entrai nel suo appartamento e trovai Mary, Valerio e Giorgio agitati.
《Cazzo Manu, ma sei pazza? Stavamo per chiamare la polizia! Dove cazzo sei stata? Ti sei arrabbiata con Giulio solo perché ti ha fatto cadere nella fontana? Ti sei comportata come una bambina.》mi urlò Mary con le lacrime agli occhi.
《Prendi le valigie e andiamo subito via da qui.》le dissi mentre andavo nella stanza dove avevo lasciato la mia roba.
La mia migliore amica mi bloccò il braccio dicendomi:《Che ti prende? E Giulio dov'è finito?》
《Mary, io non lo voglio vedere più. LUI MI HA TRADITO. 》
Tutti rimasero sorpresi dalla mia affermazione.
《Che cazzo stai dicendo?》mi domandò Mary.
《Quando me ne sono andata da Piazza di Spagna una ragazza si è complimentata per il calcio che ho tirato a Giu... Che gli ho tirato e dopo che gli ho chiesto se fosse sua fan mi ha risposto che venerdì sera quel bastardo l'ha portata in questa casa e vi lascio pensare quello che hanno fatto.》urlai tutto d'un fiato.
《Non è possibile.》disse Giorgio.
Gli rivolsi uno sguardo interrogativo.
《Venerdì sera è stato da me, era distrutto, gli mancavi. Quando se n'è andato sembrava uno zombie a quanto stava male.》continuò Giorgio.
《Mentre tornava a casa sua ha incontrato quella ragazza e...》Non ce la feci più e scoppiai a piangere, di nuovo.
Mary mi abbracciò e mi sussurrò :《Tranquilla, ora andiamo via. Quando vedo Giulio me la paga.》
《Ti prego non dire più il suo nome... non voglio più sentir parlare di lui.》bisbigliai tra i singhiozzi.
《È proprio un coglione. Non ha avuto il coraggio nemmeno di dirlo a noi.》disse Valerio.
《Ragazze credo stia salendo. L'ascensore si è messo in moto.》ci avvisò Giorgio.
《Mary andiamo, non lo voglio vedere.》le dissi trascinandola per il braccio.
《Sì, ora andiamo.》
Prendemmo le valigie e salutammo velocemente Giorgio e Valerio.
Mary e il suo fidanzato si scambiarono un bacio a stampo e si promisero di chiamarsi la sera. E pensare che anche io avrei dovuto salutare il mio ragazzo prima di partire.
Uscimmo dall'appartamento e prima che la porta dell'ascensore si aprisse ci sfiondammo giù per le scale creando un rumore assordante reso ancora più cacofonico dall'eco dei nostri passi e dalle rotelle delle valigie.
《Giulio che cazzo hai fatto! Sei un emerito coglione.》Sentimmo Giorgio gridare.
《Io non volevo farlo. Non so cosa mi sia preso. Adesso scendo e cerco di chiarirmi con lei.》
《No, non ti avvicinare a Manuela perché non ti vuole vedere e ha tutte le ragioni di questo mondo. Più le stai lontano meglio è, sia per lei che per te.》disse Valerio.
《Io non posso stare lontano da lei. Toglietemi le mani da addosso, devo andare da Manu.》
《Potevi pensarci prima Giù. 》urlò Giorgio.
Appena io e Mary uscimmo dal condominio in cui viveva il mio assassino, trovammo Sara appoggiata ad una macchina mentre piangeva.
《Cos'è successo?》le chiesi preoccupata.
《Giulio...》
《Cosa ti ha fatto?》le domandai sentendo ribollire la rabbia nelle mie vene.
《Appena mi ha visto è impallidito e mi ha chiesto il motivo per il quale mi trovavo sotto casa sua. Gli ho detto la verità e mi ha minacciato dicendo che se tu e lui vi foste lasciati me l'avrebbe fatta pagare.》farfugliò tra i singhiozzi.
Non ci potevo credere. Aveva minacciato Sara. L'aveva accusata di aver messo fine alla nostra relazione mentre la colpa era tutta sua, tutta di quel coglione che stavo iniziando ad odiare anche se sapevo che non avrei mai smesso di amarlo.
《E' un completo idiota.》disse Mary.
《Sara, lei è Mary. Mary, lei è Sara.》 dissi.
《Piacere. Tu sei quella con cui...》 fulminai Mary con lo sguardo. Sapeva già la risposta, perché avrebbe dovuto tirare di nuovo fuori quell'argomento?
《Sara dovei ridarti i vestiti che mi hai prestato.》dissi.
《No tranquilla, li puoi tenere. Se volete vi accompagno alla stazione, tanto non ho niente di meglio da fare.》
《Certo, se per te non è un problema.》 dissi.
Ci incamminammo verso la stazione parlando della nostra vita, dei nostri hobby... qualsiasi cosa che non mi facesse pensare a Lui.

Arrivammo alla stazione alle 17.55, in tempo per prendere il treno delle 18.
《E' stato un piacere conoscerti Sara, anche se non è stato piacevole il contesto. Ti aspettiamo in Puglia.》 dissi salutando la mia nuova amica romana con un abbraccio.
《E' stato un piacere anche per me. Verrò il prima possibile a trovarvi.》
《Ciao... A presto.》 salutò freddamente Mary prima di salire sul treno.
Sara non le piaceva.

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