31:La stanza segreta

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preparati una camomilla ☕️🍿🫠


OLIVIA

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Mi rigiro nel letto per l'ennesima volta, cercando disperatamente di trovare una posizione comoda. Gli eventi di oggi mi hanno sconvolta. Continuo a vedere la scena nella mia mente: James che trascina quell'uomo... Jake, pensavo fosse Jake. Ma poi abbiamo scoperto che non era lui. Era solo un tizio qualsiasi. L'aveva drogato. E io... io ho aiutato a nasconderlo dietro un cassonetto, con l'aiuto di Harry. Una parte di me non riesce ancora a credere a quello che abbiamo fatto.

Mi sento come una traditrice. Una traditrice della mia stessa umanità. Ho mentito a Nancy, le ho detto che andava tutto bene, che ero solo stanca. Invece, mi sento una merda. Non posso fare a meno di pensare a cosa succederà quando quest'uomo si sveglierà. Se mai si sveglierà. Il mio stomaco si attorciglia a quella possibilità, e so che stanotte non dormirò. Mi rigiro di nuovo, il letto sembra una prigione più che un rifugio.

Provo a respingere i flashback, ma sono sempre lì, in agguato, pronti a colpire quando meno me lo aspetto. Il viso dell'uomo, il suo corpo inerte... Non posso sopportarlo. Devo fare qualcosa per fermare tutto questo. Apro il cassetto accanto al letto con un movimento meccanico, quasi privo di pensiero, e recupero una scatolina arancione nascosta sul fondo. Il coperchio si apre con un clic rassicurante. "Solo una," mi dico, la voce nella mia testa un sussurro disperato. "Solo una per calmarmi."

Ma la mia mano trema mentre prendo una pillola. So che una non basterà. Forse due riusciranno a risolvere tutto più in fretta. "Solo due, Olivia," mi ripeto, cercando di convincermi che non c'è nulla di male, che lo faccio per me stessa. Prendo un respiro profondo e ingoio due pillole. Sento il loro sapore amaro sciogliersi sulla mia lingua mentre le mando giù. Subito, un leggero torpore inizia a diffondersi dentro di me, come un manto che si stende piano piano, coprendo ogni emozione, ogni pensiero. Rimetto la scatolina nel cassetto e lo chiudo con uno scatto secco.

Ho dovuto fingere di dormire tutto il pomeriggio. Non volevo parlare con nessuno, non ero nel mood giusto per affrontare le domande di Nancy o il silenzio inquietante di James. Avevo bisogno di tempo per me stessa, per mettere ordine nei miei pensieri, ma nella mia stanza tutto sembra fuori posto. Anche il mio rifugio non mi offre più conforto.

Sentivo James entrare, la sua presenza quasi palpabile nell'aria. Il suo odore di legno e tabacco ancora pervade la stanza. È entrato più volte, credo. Ogni volta il suo sguardo mi ha trapassato, ma ho tenuto gli occhi chiusi, fingendo un sonno tranquillo che non mi apparteneva.

All'improvviso, una sete bruciante mi colpisce, più forte del torpore che mi sta lentamente trascinando via. Ho bisogno di acqua. Con un ultimo sforzo, sollevo il mio corpo pesante dal letto e mi trascino verso la cucina. Ogni passo sembra un'eternità, come se stessi camminando sott'acqua. Quando arrivo, accendo le luci con una mano tremante, il bagliore improvviso mi fa male agli occhi.

Mi appoggio al frigorifero, l'acqua scivola giù per la gola, cercando di placare la sensazione di vuoto che ho dentro. Le pillole cominciano a fare effetto, mi sento intorpidita, ma non abbastanza da dimenticare quello che è successo oggi. Quando sento un rumore alle spalle, mi giro di scatto. James è lì, sulla soglia della cucina, con i capelli spettinati e gli occhi ancora gonfi di sonno. Ha sentito il rumore. Ha sempre un radar per me, anche quando non voglio che mi trovi.

"Olivia?" chiede, la voce roca, con quella preoccupazione che ultimamente sembra non volerlo lasciare. Si avvicina a me, e so che vede i miei occhi rossi, le mie labbra gonfie, la tensione nel mio corpo. "Stai bene?"

Sento una rabbia crescere dentro di me, una rabbia che ho cercato di reprimere per tutto il giorno. "Che ti importa?" rispondo con un tono più duro di quanto volessi. Cerco di allontanarmi, ma lui è già troppo vicino.

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