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Mi fermo al centro della pista, cercando di controllare il respiro che si trasforma in piccoli sbuffi di vapore. Le mie mani sono tese ai lati, come se potessero in qualche modo impedirmi di cadere. Mi guardo intorno. Il palaghiaccio è praticamente vuoto, solo io e il mio nuovo istruttore. Non so nemmeno come sono finito qui, in questo posto freddo e desolato, a tentare di fare qualcosa che, chiaramente, non è nelle mie corde.
Mi tornano in mente le parole di Olivia. "Se un giocatore di hockey mi chiedesse di uscire o di fare altro, io accetterei senza problemi." Quella frase continua a rimbombarmi nella testa, e non riesco a capire perché mi abbia colpito così tanto. Non dovrebbe importarmi, eppure... eppure mi fa male. Mi chiedo perché lei sia attratta da quel mondo, da quei ragazzi così diversi da me. Forse è perché li vede come persone sicure di sé, forti, capaci di muoversi con disinvoltura su questi dannati pattini.
Cerco di spostare il peso da un piede all'altro, ma ogni movimento è goffo e insicuro. Il ghiaccio sembra una trappola pronta a farmi cadere da un momento all'altro. Non so cosa mi abbia spinto a iniziare questa cosa, a provare a imparare a pattinare. Forse è solo un modo stupido per dimostrare a me stesso che posso farlo, che posso essere diverso, che posso... essere qualcuno che Olivia potrebbe guardare con occhi diversi.
Ma mentre tento di avanzare, sento solo il rumore imbarazzante delle lame che grattano il ghiaccio, come un monito costante che mi ricorda quanto io sia fuori posto. Forse è questo il punto. Forse sto cercando di scappare da qualcosa, o forse sto cercando di diventare qualcun altro. Ma ogni volta che faccio un passo, è come se il ghiaccio stesso mi stesse dicendo che non appartengo a questo mondo.
L'istruttore mi guarda con un'espressione neutra, forse paziente, forse solo abituato a vedere gente come me: imbranati che non hanno idea di cosa stiano facendo. Mi sento ridicolo, ma non posso tirarmi indietro adesso. Devo almeno provarci. Anche se non so esattamente perché.
Le ore passano lente e stancanti. Ogni movimento diventa sempre più difficile, ogni caduta sul ghiaccio sempre più dolorosa. Il ghiaccio, che all'inizio sembrava solo freddo, adesso è diventato una superficie ostile, che sembra respingermi, negandomi ogni possibilità di avanzare. Cerco di tenere gli occhi fissi davanti a me, concentrato su ogni passo, ma è impossibile non sentire il peso della fatica che si accumula nelle gambe, nelle braccia, in ogni muscolo del mio corpo. Non sono abituato a questo tipo di sforzo. Il sudore si mescola con il freddo dell'aria, e ogni respiro diventa un po' più pesante, un po' più affannoso.
A ogni caduta, il mio corpo protesta, eppure mi rialzo, spinto da una determinazione che non riesco a spiegarmi. La mente è in tumulto, un misto di frustrazione, rabbia e una strana forma di determinazione. Perché continuo a farlo? Perché continuo a spingermi oltre i miei limiti, sapendo che probabilmente non cambierà nulla? Forse è solo una sfida personale, forse è il desiderio di dimostrare qualcosa a me stesso, o forse, più semplicemente, è tutto per Olivia.
Non riesco a togliermi dalla testa l'immagine di lei che sorride a qualcun altro, a uno di quei giocatori di hockey che sembrano così perfetti ai suoi occhi. Mi chiedo se lei saprà mai quanto mi sto sforzando, se riuscirà mai a capire il motivo dietro tutto questo. Ma poi, perché dovrebbe importarle? La verità è che non lo faccio solo per lei. Lo faccio anche per me, per cercare di trovare un senso in tutto questo caos, per cercare di capire chi sono davvero, al di là di tutte le insicurezze e i dubbi.
Quando finalmente l'istruttore decide che la lezione è finita, mi sento svuotato. Ogni fibra del mio corpo urla per il dolore e la stanchezza. Scivolo verso il bordo della pista con movimenti lenti, cercando di non cadere un'ultima volta. Quando finalmente riesco a togliermi i pattini, è come se un peso enorme fosse stato sollevato dai miei piedi, ma il sollievo è solo momentaneo. La stanchezza si fa sentire più forte che mai, e mentre mi cambio, sento le gambe tremare per la fatica.
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sotto il cielo di NYC
RomanceDue ragazze all'apparenza tranquille,innocenti e spensierate finche non decidono di partire per New York e insegiure i loro sogni cercando di lasciarsi il passato alle spalle. Due ragazzi irrequieti,colpevoli e pieni di sensi di colpa provenienti d...