Capitolo 18

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Cico pov
I giorni passavano tutti uguali; mi svegliavo, vedevo qualcosa in televisione, chiedevo a Giorgio come stesse Federico, tornavo a vedere qualcosa in televisione, abbozzavo qualche disegno/ logo per tenermi sempre allenato per la scuola, poi si faceva sera e pensavo a scrivere le lettere per Federico che consegnavo a Giorgio il giorno dopo, o quando avevo l'occasione di vederlo, ovviamente mangiavo anche, ma i sensi di colpa mi invasero lo stomaco e non mangiavo chi sa che.
Mi mancala la presenza di Federico, e si vedeva.
Mi mancavano i suoi occhi, il suo sorriso, la sua risata, mi mancava abbracciarlo e sentire un profumo di rose miste a prodotti per capelli profumati.
Un modo per sentire meno la sua mancanza era disegnare i suoi occhietti blu.
Non erano occhi semplici, erano pozzi, passavo ore a guardarli, mi incantavano.
Provavo a ricreare il colore esatto con una shade di azzurri ma non raggiungevano mai la perfezione del suo sguardo.
Da quando Federico è in coma mi sento perso, era un ottimo amico, un vero amico, non ho mai avuto buone compagnie, sono sempre uscito con ragazzi che fumavano, si drogavano e passavano le sere nei locali, Federico era diverso, non fumava, sapeva diverso senza bere o drogarsi e preferiva restare a casa, nel letto e magari con un bel film e pop corn.
Film e pop corn erano le miei serate preferite, amavo quando si stringeva a me e appoggiava la testa sul mio petto, emanava un energia pazzesca, mi faceva stare bene, spero che si svegli presto, ho bisogno di un suo abbraccio.
Era passata una settimana fa quando Federico e quel pomeriggio mi sarei dovuto vedere con Giorgio, quindi iniziai a preparami e uscii di casa.
Io e il ragazzo ci incontrammo al solito bar, al solito orario, solitamente dopo avermi visto andava a far visita a Federico ma quella volta non volevo rimanere seduti aspettando che se ne andasse, volevo seguirlo, volevo vedere Federico, so che Alex mi avrebbe cacciato ma dovevo, dovevo scusarmi, anche se so che non mi avrebbero perdonato.
Mi sedetti ad uno dei tavolini e aspettai il ragazzo arrivare, iniziò a raccontarmi di come stava Federico e di come andava la relazione con Alex, erano davvero carini.
Arrivato il momento di andarcene presi coraggio e confessai, gli dissi che volevo andare da Federico, che mi sentivo in dovere di andare in ospedale.
Tentenno per qualche istante ma sapevo essere davvero insistente quindi accettò.
Ci dirigemmo verso l'ospedale e durante tutto il viaggio ci fu un silenzio tombale, capì che eravamo appena arrivati perché Giorgio iniziò ad avvisarmi di cosa sarebbe potuto capitare quando Alessandro mi avrebbe visto e di cosa non dovevo fare se quest'ultimo non manteneva la calma.
Entrammo in ospedale e ci dirigemmo verso la stanza di Federico.
L'angoscia iniziò a salire mano. Non avevo ancora visto Alessandro quindi poteva essere che era già in camera del fratello, ma dentro me avevo un minimo di speranza che non era lì, che potevo restare almeno due minuti da solo con Federico, solo per stringergli le mani e lasciarci qualche bacio sopra di esse.
Ma come ogni sogno anche questo era portato alla fine,
Alessandro era già nella stanza e appena mi vide si alzò di scatto ed uscì da essa
"Cosa ci fa qui?" Chiese a Giorgio, ma lui non rispose
"Cosa ci fa qui ho detto?"
"Alex... voleva solo vedere Federico, tranquillo"
"Vederlo? No, non si avvicinerà di nuovo a mio fratello, è colpa sua se ora è in coma"
"Alessandro io.." provai a protestare ma lo sguardo di quest'ultimo mi sovrasto, guardai Giorgio che mi fece un segno di rassegnazione e, siccome lui si fidava di me ed io di lui, decisi di voltare le spalle e tornarmene a casa, non ero molto d'accordo avrei voluto protestare, ma in quel momento era la cosa giusta, avevo già fatto molto danni.
Senti in lontananza la voce di Giorgio dire qualcosa al suo ragazzo ma prima che potei capire cosa gli avesse detto altre voci mi giunsero alle orecchie seguite da rumori dei macchinari, mi voltavi indietro e vidi i due ragazzi nel panico e alcuni medici che si precipitarono nella stanza di Federico.
Ritornai su i miei passi e vidi Alessandro gettarsi contro il vetro, picchiava abbastanza forte e per questo motivo un medico dovette allontanarlo.
Mi avvicinai a Giorgio e incrociai il suo sguardo, aveva paura, come me.
Alessandro guardava il battito cardiaco del fratello diminuire sempre di più, poi senti la mia presenza e si voltò verso di me.
"È colpa tua"
Non fiatai e abbassai la testa e in risposta il ragazzo iniziò ad alzare il tono della voce
"Cosa? Non parli? Hai capito che mio fratello è lì dentro per colpa tua?" Si avvicinò di qualche passo a me.
"Tu lo hai ferito, i tuoi amici lo hanno ferito, ed ora sta lottando tra la vita e la morte, solo per colpa tua" so che voleva tirarmi un pugno lo capivo dai suoi movimenti, ma qualcuno lo precedette.
Giorgio fronteggiò Alessandro e la sua mano si scagliò sul viso del fidanzato, gli aveva tirato uno schiaffo? Giorgio?
"Vuoi smettere? Ha sbagliato? Si, ma non è stato lui ha picchiare Federico, sono stati i suoi amici, a cui ha rigorosamente fatto un occhio nero"
Alessandro voleva ribattere Giorgio sgranò gli occhi e strinse la mano in un pugno
"Tu, Alessandro, non osare parlare, mi sono sempre stato zitto, ho sempre provato a trovare un accordo ma ora mi sono stancato, tuo fratello sta tra la vita e la morte, potrebbe non farcela, e tu che fai? Stai qui a litigare con un ragazzo che non ha colpa"
"Giorgio... io..." provai a parlare ma lo sguardo che fece ad Alessandro mi aspettò anche a me.
"Tu sta zitto, sei un coglione, ma sei follemente innamorato di Federico e nemmeno lo hai capito, quindi ammettilo a te stesso e risolvete la questione"
Io ed Alessandro ci
guardammo senza emetter suono, avevamo entrambi un peso sullo stomaco, lo percepivo, guardai verso la camera di Federico, i medici lo circondavano, cercano di capire cosa stesse succedendo, dopo vari minuti un medico usci dalla stanza
"Sta bene, il filo di un macchinario si stava per staccare dalla presa elettrica, ma ora è tutto risolto, scusateci per l'inconveniente"
Ci guardammo tutti e tre increduli ma sollevati
"C'è una possibilità che si svegli?"
Chiesi
"Si, ci sono alte possibilità che Federico si svegli, ma deve essere controllato per evitare eventuali perdite di ossigeno o qualcosa che potrebbe alterare l'equilibrio del corpo"  annuimmo lentamente e salutammo cordialmente il medico.
Mi precipitai nella stanza di Federico, mi sedetti sulla sedia accanto al suo letto e gli strinsi una mano, le avvicinai al mio viso e gli lasciai piccoli baci su di essa, inizi a lacrimare, ma non erano lacrime di tristezza, no, ero rasserenato, avevo finalmente capito, con certezza, perché tenevo così tanto a Federico, perché mi mancasse tutto di lui, mi piaceva, sapevo che provavo qualcosa per lui, ma non ne ero sicuro fino in fondo, ma ora si, ero innamorato di Federico e avrei fatto di tutto pur di riavere la sua fiducia.










Angolo autrice
Scusate se non ho aggiornato, ma indovinate? Si, ero di nuovo in blocco però hey, Cico si è svegliato

Let's love                 ~Strecico~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora