Capitolo 19

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Cico Pov
Ero innamorato di Federico e avrei fatto di tutto per poter riavere la sua fiducia. E non solo la sua.
Con Alessandro avevo chiarito, ed anche se non continuava ad odiarmi, mi tollerava praticamente, anche se in fondo sapevo che gli stavo diventando simpatico, avevo imparato a conoscerlo meglio, era veramente un bravo fratello, il migliore.
Avevo conosciuto la madre dei due e ho scoperto che mia madre e la loro lavoravano nello stesso supermercato, era una donna davvero da ammirare, aveva affrontato un divorzio subito dopo la morte di un figlio, ora capisco da chi ha preso la forza Federico.
Per quelle tre ore di visita restavo nella camera dell'ospedale di Federico, gli stringevo le mani, gli davi dei piccoli bacini sul viso e gli accarezzavo i capelli, mi manca così tanto che speravo che compiendo questi gesti riuscissi a svegliarlo.
Passavo così tanto tempo in ospedale che alcuni giorni mi facevano anche dormire nella stessa camera.
I medici dicevano che si stava riprendendo ed io ero al settimo cielo, volevo farmi perdonare e volevo finalmente rivedere qui due occhioni azzurri che mi sciolgono, anche se ci sono attimi di pura paura poiché il pallore del ragazzo sembrava più intenso e la sensazione di vuoto mi colmava l'anima, ma avevo trovato una situazione per placare quest'ansia, appoggiavo la testa sul petto di Federico e sentivo il suo cuore battere, una melodia bellissima, la mia preferita.
Il resto della giornata, invece, la passavo in camera mia a disegnare tutto ciò che mi ricorda Federico ed a riportare nelle lettere, che in futuro gli darò, tutto ciò che succedeva durante la giornata.
Qualche volta uscivo con gli altri, per distrarci un pochino, d'altronde era da poco passato giugno.
Anche se erano più le volte che restavo a casa a vedere film in chiamata skype che quelle dove uscivamo per locali.
Passare del tempo con Alessandro, Giorgio, Michele e Nicolò mi faceva veramente bene, erano delle persone davvero importanti per me, potevo considerarli i miei primi unici veri amici.

Era tardi pomeriggi, eravamo appena tornati dall'ospedale ed avevamo deciso di vederci un film a casa mia.
Io scesi per preparare le bibite e degli snack mentre i ragazzi sopra si sistemavano per vedere un film.
Al mio ritorno li vidi tutti accalcati vicino al mio pc, in un primo momento pensavo stavano vedendo i miei loghi o i disegni per Federico ma appena il mio sguardo focalizzò meglio lo schermo corsi verso di loro e, spostandoli, spendi il computer
"Come farsi perdonare dal ragazzo che si ama? Serio Nicola? Poi dicono che sono io il coglione che sta sotto a Giorgio, ma da come vedo tu sei peggio" Grazie Alessandro, sempre gentile
"Non sono stato io" dissi, era evidente che quelle cose le ho cercate io, ma ricordate, negate sempre.
"Cosa regalare ad un ragazzo per scusarsi, come organizzare un appuntamento perfetto, cosa vedere ad un appuntamento" stava elencando tutta la mia cronologia finché non si fronteggio Michele e continuo la lettura
" qual ci sono i fiori più belli, perché i fenicotteri sono rosa... aspetta cosa? Nicola che cazzo di ricerca è?"
"Volvo scrivere perché si regalano le rose ma mi è uscito quello e mi sembrava di vitale importanza approfondire l'argomento..."
Scoppiammo tutti a ridere e dopo avermi detto svariate volte quanto fossi disperato decisero di aiutarmi con la mia missione riconquistare Federico.
La sera passo in fretta e quando gli altri tornarono alle loro rispettive case mi addormentai in un niente, feci un sogno bellissimo, Federico si svegliava dal coma ed io ero lì che lo abbracciavo, gli lessi tutte le lettere che avevo scritto per lui mentre gli accarezzavo i capelli, stavo quasi per baciarlo ma proprio suo più bello mi svegli. Provai ad addormentarmi di nuovo per continuare il sogno, ma falli miseramente.
Decisi di alzarmi per farmi una doccia al volo e per poi cercare di finire un progetto di grafica.
Ma appena finita la doccia una chiamata mi stravolse i piani, era Alessandro.
"Pronto Ale?"
"Corri in ospedale, Federico si è appena svegliato"
Non ebbi il tempo di rispondere chiusi la chiamata e corsi in ospedale.
Arrivato erano tutti gasati, Alessandro mi disse che era già sveglio da mezz'ora ma ha voluto restare un po' con lui, il tempo che Federico si riprendesse.
Ero così emozionato non vedevo l'ora di vedere gli occhi bellissimi di Federico.
Entrai nella stanza con un mazzo di rose in mano, le lettere erano già poste sul tavolino accanto al letto, ma la mia attenzione era rivolta a Federico, cercavo disperatamente di incrociare i suoi occhi e quando ottieni la sua attenzione il mondo incomincia ad andare tutto più lento, non esistevano i colori solo i suoi occhi, solo lui.
Avrei voluto gettarmi su di lui e baciarlo fino a per di fiato, e lo stavo per fare ma Alex mi fermo
"Provaci domani, è ancora non tutto cosciente, potresti causargli troppo stress se provi a baciarlo ora"
Aveva ragione, decisi di appoggiargli i fiori sul comodino e mi sedersi accanto a lui.
"Cosa ci fai tu?"
La sua voce, Dio, come mi era mancata
"Volevi vederti, domani ne parliamo meglio ok?"
"Ma io non voglio vederti... mi hai fatto del male"
"Federico non sono stata io"
"Lo so... ma di te non mi fido, ti prego, vattene..."
Iniziò piano piano a lacrimare, lo spaventavo, e non potevo dargli torto.
"Va bene, me ne vado, ma ti prego, almeno leggi queste, quando sarai pronto ovviamente"
Presi le lettere, che erano appoggiate al comodino e gliele appoggia sul letto
"Sono molto importanti per me, ed anche se non vorrai vedermi, oppure sentirmi, il fatto che tu abbia queste mi farebbe sentire una persona meno di merda" feci un sorrisetto lieve che fu leggermente ricambiato, mi avvicinai per posargli un bacio sulla fronte, provocando un espressione stranita da parte del biondo e mi allontani, ma mi fermai di scatto
"Questi sono per te" appoggia i fiori sul comodino, erano delle peonie rosa, le sue preferite
"So che ti piacciono molto, e spero che tu possa veramente perdonarmi per tutto, con i tuoi tempi ovviamente, aspetterò, fino alla fine, non voglio perderti di nuovo, quando vorrai vedermi sai dove trovarti"
Mi continuava a guardare stranito e forse infastidito ma erano cose che volevo dirgli
"Si scusa, ora me ne vado, ci.. ci sentiamo, scusa ancora, ti.. ti.. ti aspetto, rimettiti presto"
Uscì dalla stanza, sicuramente Alessandro aveva sentito e capì che non fosse il momento giusto per parlare, mi lascio stare, io me ne tornai a casa. Nel mio piccolo sapevo che Federico avrebbe letto tutto, o almeno lo speravo, non avrei mai accettato di riperderlo.











SPAZIO AUTRICE
SI LO SO AGGIORNO OGNI MESE MA LA SCUOLA MI STA UCCIDENDO, perdonatemi🤍
Vi amo🤍

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⏰ Ultimo aggiornamento: 18 hours ago ⏰

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