Capitolo 49 - Ci siamo tutti

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Raggiungiamo i tre bellissimi fratelli distesi sulle sdraio, baciati dal sole e per fortuna noto che non sono l'unica pallida come un fantasma.

Mentre ci avviciniamo, grazie agli occhiali da sole, indugio qualche minuto di più su Reeve. Si mette seduto, si sistema i capelli. Paris ha un sorriso strano, velato di tristezza. Noah ci viene incontro con quattro birre appena tirate fuori dal frigo portatile. Me ne porge una e mi abbraccia.

«Grazie?» dico stranita.

Reeve e Paris soffocano una risata.

«Prego». È felice, come se il torpore che lo ottenebrava all'inizio, ora fosse scomparso.

Prendiamo posto sugli sdraio, ci stringiamo ma ci stiamo tutti.

«Cosa mi sono persa?» chiedo guardandoli in cagnesco.

Paris scuote il capo. «Com'è andata la passeggiata?»

Io e Reeve ci guardiamo, lui distoglie subito lo sguardo.

«Bene, ho convinto il tuo compagno a portarmi a vedere la partita di baseball» dice Gigi soddisfatto.

«Non è che mi ha convinto ma finalmente ho trovato qualcuno che vuole accompagnarmi» risponde l'altro.

«Quindi sarei un ripiego, mi sento offeso».

«Nessun ripiego» lo rassicura Aron.

Reeve è silenzioso, a disagio, come se non sapesse più come si sta seduti tranquilli.

«Cos'ha?» mi chiede Marco con un sussurro. Anche lui ha notato la sua stranezza.

Alzo le spalle e cerco di mandare giù le sue parole con la birra ghiacciata. "un'esperienza da non ripetere".

Paris scatta in piedi guardando il telefono. «I nostri genitori sono finalmente arrivati».

Ci alziamo tutti per andare ad accogliere gli ultimi arrivati della giornata: Rose e Tom. Un po' mi sento a disagio, dopo quello che è accaduto in aereo... Spero dentro di me che Tom fosse alticcio da essersi dimenticato del nostro discorso. Però mi ricordo che ero io quella che aveva esagerato con l'alcool e che sproloquiava dando dell'insensibile a suo figlio.

Scuoto il capo per allontanare quel ricordo imbarazzante.

«Sei pallida» dice Marco scoccandomi un'occhiata stranita.

«Devo avere un calo di zuccheri».

«Andiamo a salutare Rose, mi manca... da quanto tempo non la vediamo Gigi?»

«Un mese credo». Prende a braccetto Paris e si incamminano.

Mi sento afferrare per un braccio, mi volto di scatto.

«Ehi». Reeve mi sorride.

«Ehi?» chiedo confusa. Mi chiedo se si renda conto che i suoi continui cambi d'umore mi fanno girare la testa.

«Come va?»

Assottiglio gli occhi. «Con quale delle mille personalità sto parlando in questo momento?»

«Con quella gentile?»

«Oh ciao!» esclamo fingendomi allegra, «Mi chiedevo come mai non ti facessi vedere più spesso».

«Con chi stai parlando?» chiede Noah lì vicino, gli occhi annebbiati dalla birra.

«Sei arrabbiata» dice Reeve serio. Non è una domanda. Una constatazione. Si passa una mano fra i capelli.

«E adesso? Sei quello intelligente?»

Sospira seccato, reazione che mi fa venire voglia di urlargli in faccia. «Senti...»

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