Capitolo 56 - Sorprese che non piacciono

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Il resto del pomeriggio la passo a leggere il libro anche se le parole mi scorrono davanti agli occhi senza lasciare una vera impronta nella mia testa, sento la presenza ingombrante di Reeve tre sdraio distanti e Jam non mi lascia sola per più di cinque minuti. Legge il giornale, risponde alle email, parlotta qualche minuto con Gigi, e rifiuta quando gli chiedono di andare a giocare a calcetto e potrei metterci la mano sul fuoco che sia tutta colpa di Reeve.

A metà pomeriggio Rose e Paris tornano alla villa per preparare la cena rifiutando ogni proposta di aiuto. Paris è taciturna e quando le chiedo se va tutto bene mi risponde in modo frettoloso e distratto.

«Quelle macchie non dicono nulla di buono». Noah si è svegliato, sbadiglia e si mette seduto. I capelli sono tutti in disordine.

«Come hai detto?»

«Le macchie sul collo di Paris. Qualcosa la preoccupa. Succede sempre così. E comunque ho fame».

«Che connessione c'è tra una cosa e l'altra?» chiedo senza riuscire a reprimere una risata.

Mi bacia sulla guancia e si incammina verso casa.

Reeve lo guarda andare via pensieroso.

Verso sera torniamo tutti nelle rispettive camere, più riposati e rossi di prima.

«Alle ventuno verrà servita la cena» annuncia Rose avvolta in un caftano blu notte.

Entriamo nella dependance e una fitta di ansia mi fa passare la voglia di chiudermi in camera con Jam ma proprio lui fa una cosa che mi sorprende. Dalla tasca dei pantaloncini tira fuori la chiave della mia camera, apre la porta e sgattaiola dentro. Lo seguo ma mi fa scudo col suo corpo. «Per questa volta la doccia la dovrai fare nell'altro bagno, le tue cose sono già di là. Off limits piccola».

«Cos'ha quello della mia stanza che non va?» chiedo seccata. Vorrei dirgli che sono stanca, piena di sabbia e ho una voglia matta di fare una lunga doccia calda senza nessuno che rompe le scatole quando Gigi mi prende sottobraccio e mi porta in camera sua.

«Cosa sta succedendo?» La mia voce è stridula e una nube di ansia sta occupando troppo spazio fra i miei polmoni.

Marco si siede sul letto esausto, Gigi appoggia le mani sulle mie spalle. «Stai calma e abbassa la voce». Lancia un'occhiata alla porta come se Jam fosse lì in carne e ossa.

«Okay ma solo se mi dici cosa diavolo sta succedendo e perché non posso entrare in camera mia».

Gigi lancia un'occhiata disperata a aMarco.

«Diglielo» aggiunge annoiato.

Scuote il capo. «No, l'ho promesso e anche tu».

«Marco almeno tu puoi dirmi cosa sta succedendo?»

Afferra l'accappatoio. «Non voglio essere messo in mezzo». E si chiude in bagno.

«Gigi?»

«È un segreto, una sorpresa e non posso rovinargliela».

Un rivolo di sudore freddo mi scivola lungo la schiena. I miei respiri si fanno sempre più corti. «Devo-devo sedermi».

«Davvero, non posso rovinargli tutto e se te lo dico capirà subito che te l'ho detto e poi...»

«Cosa?»

«Non mi ha detto tutto-tutto».

Faccio respiri ampi, chiudo gli occhi per concentrarmi finché il fischio alle orecchie non sparisce del tutto. «Pensavo fossi mio amico anzi, il mio migliore amico».

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