Capitolo 50 - Presenze inattese e non desiderate

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Riconosco la voce alterata di Kate. Paris e Noah si scambiano un'occhiata confusa. Marco allunga il collo per sbirciare ma la schiena di Tom è ampia e non si riesce a vedere.

«Sì, prego... vieni avanti» dice facendosi da parte.

«Reeve?» Kate ha una faccia sconvolta. Le guance rosse, gli occhi gonfi e più che disperata direi che ha tutta l'aria di essere furiosa.

«Cosa ci fai qui?» Reeve si alza da tavola e le va incontro. I muscoli delle braccia e del collo sono tesi e contratti.

«Dobbiamo parlare».

«No, non dobbiamo. Ora vattene». La accompagna verso la porta ma lei si libera dalla sua presa con uno strattone.

«Non vado da nessuna parte». Stringe la borsa sotto il braccio. «Dobbiamo parlare».

«Drama in atto» dice Luke annoiato. Prende il suo bicchiere, prende il mio e mi fa segno di andare sul patio. «Tu prendi la bottiglia».

Obbedisco e vado fuori. Gigi, Marco, Noah e Aron ci seguono in fila indiana.

Scorgo Paris che le va incontro, cerca di calmarla però Kate è incontenibile. Reeve scocca un'occhiata nella nostra direzione, non sono sicura che possa vederci. Siamo al buio mentre loro sono dentro casa. È praticamente come guardare uno spettacolo a teatro, solo che di spettacolare qui c'è ben poco.

Stiamo in silenzio come dei figli che vengono mandati in camera dai genitori che sono pronti a litigare.

Ci sediamo sulle sdraio, cerco di mettermi in una posizione favorevole ma non così spudorata da sembrare una ficcanaso.

Gigi mi scocca un'occhiata di fuoco, ha capito le mie intenzioni.

«Resto pur sempre una donna che scrive, non posso fare a meno del dramma nella mia vita».

«E la storia ricomincia» dice Luke quando ci siamo sistemati.

«Cosa vuoi dire?» chiedo versando altro vino.

Nessuno risponde e restiamo in silenzio.

«No!» strilla Kate. «Non me ne vado finché non mi dici perché non mi rispondi».

Silenzio.

«Non ti avevo lasciato. Era solo un periodo di pausa. Una giornata o due non pensavo potesse durare così tanto!»

Ed è come ricevere uno schiaffo in faccia. Boccheggio ma è Marco a dare fiato ai miei pensieri: «Un periodo di pausa? Non aveva detto che si erano lasciati di comune accordo?»

Noah e Luke sembrano sorpresi quanto noi di sentire quelle parole.

«Basta Kate» dice Reeve irremovibile. «Devi andare via».

«Non scherzerai mica, Reeve?» Rose li raggiunge.

«Non sono affari tuoi, mamma».

«Hai ragione ma non andrà da nessuna parte, non a quest'ora».

Kate sorride a Rose e mi si stringe il cuore. Da quell'occhiata scorgo tutta la sua tristezza.

Rose si gira verso di noi, non può vederci ma sa che siamo lì nascosti nel buio come pipistrelli affamati. «Falla sistemare in camera tua e parlate».

«Mamma, non sono affari tuoi» ripete. La sua mandibola è tesa e affilata.

Rose gli sorride amabile per niente impressionata dalla sua rabbia.

«Hai mangiato cara?» chiede Tom rivolgendosi a Kate. Sentendogli dire cara provo una fitta di gelosia. Kate scuote il capo e si asciuga una lacrima. «Vuoi mangiare qualcosa?»

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