Capitolo 28 - Niente di buono

28 4 8
                                    


Scendiamo le scale. Troy continua a chiedermi di tornare il giorno dopo e ripete la storia degli attori e delle comparse. Non credo sia una buona idea tornare.

Arriviamo al piano terra e riprendo a respirare normalmente, le mie gambe sono tornate solide e il sudore lungo la schiena è solo un lontano ricordo.

Kate ci raggiunge a grandi falcate. Il suo viso è deformato dalla rabbia e stringe la tracolla fino a far diventare le nocche bianche. «Ti stavo aspettando da tua sorella. Non mi avevi detto che avevi le prove».

«Davvero?» chiede serio, distaccato.

Ed ecco che la maschera entra in scena, penso.

«Troy ha detto che era la giornata delle comparse ricordi?»

«Sì, in effetti avresti dovuto esserci tu» dice Troy intromettendosi.

Kate gli scocca un'occhiata furente. «Non metterti in mezzo. Ti avevo detto che era importante».

«Temo che sia colpa mia, Kate».

Tutti si voltano a guardarmi. Kate si accorge di me e le sue guance diventano rosse. «Scu-scusa non sapevo fossi qui».

«Se devi prendertela con qualcuno quella sono io».

«Tu?»

Dove sono finita, in uno di quei film in cui la moglie scopre l'amante e tutti cominciano il teatrino delle bugie? Mi sento uno schifo. La realtà mi colpisce con la sua mano ghiacciata. Voglio andare via. Però con voce sicura mi sento dire: «È da una settimana che sono bloccata in una scena. Rose non è potuta venire perché doveva lavorare e se non fosse stato per Reeve che mi ha portato a conoscere Troy mi sarei persa».

«Già» dice Troy, «E se tu fossi stata al tuo posto, cioè su quel palco, non ti saresti arrabbiata con il tuo ragazzo».

Il viso di Kate si addolcisce. «Potevi almeno rispondere al telefono».

«Ora se volete scusarmi, avrei dei capitoli da consegnare». Rivolgo a tutti i presenti un sorriso e mi incammino verso l'uscita.

«Ehi, aspetta. La borsa. È nel mio camerino» dice Reeve.

Troy alza una mano in aria. «L'accompagno io, così le faccio vedere anche l'uscita secondaria. E cercate di fare pace. Siete insopportabili quando litigate».

Lui annuisce ma non sembra affatto convinto. Il suo sguardo è distante mille miglia.

Troy mi fa cenno di precederlo e così ce ne andiamo. «Vieni ti accompagno all'uscita». Quando siamo lontani da Reeve e Kate, sospira. «Sei stata davvero gentile a inventarti quella scusa, a volte sono incontenibili. Reeve voleva solo fare una gentilezza, per sua mamma è chiaro... ma Se lo avesse detto lui Kate non ci avrebbe creduto».

Torniamo in teatro e sorpassiamo tutte le file di poltroncine vuote. Reeve e Kate sono ancora lì, evito guardarli e fingo che qualsiasi cosa stia dicendo Troy in questo momento attiri tutte le mie attenzioni.

Mi accompagna fino all'uscita. Sembra voler allungare la nostra visita all'infinito quando io vorrei solo tornare a casa e chiudermi in camera per il resto dei miei giorni.

«...cosa ne pensi?»

La stanza intorno a me torna a fuoco e così anche Troy. «Cosa?»

Sorride a disagio e si guarda intorno. Un'inserviente ci passa a fianco e sparisce dalla porta secondaria. All'improvviso capisco cosa vuole fare e dentro di me ripeto: Troy ti prego mangiati la lingua. Non farlo!

Ricomincio  dall'AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora