Capitolo 4: il primo incontro

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*DISCLAIMER il disegno è mio , se volete vedere dei disegni miei li trovate nella mia pagina Ig la_strega_di_angmar_*

Re Thranduil portava in braccio la povera Luna Storta che nuovamente era svenuta, l'elfo risbucò nel sentiero principale, uscendo dalle tenebre e il suo volto fu illuminato dalla luce delle torce appoggiate sugli alberi che costeggiavano il sentiero in pietra.

"Mio signore!" Urlò una guardia che lo stava cercando e il re si girò

"Dove eravate? Siamo a riusciti a scacciare quegli spettri"

Il re rispose "non tutti a quanto pare." A quelle parole gli occhi di Luna Storta si riaprirono di scatto, aveva ancora quello sguardo vitreo che indicava che la sua trasformazione stava procedendo e la ferita dallo sterno continuava a sanguinare copiosamente, a tal punto da macchiare le vesti grigie del re.

" c'è solo una persona che può risanare questo male, seguitemi!" Disse mentre adagiò la donna sulla sua alce bianca , un animale mastodontico e magico che proveniva da un'era passata.

Cavalcarono per una notte intera ed arrivarono ai confini del Bosco Atro e videro la casa che stavano cercando.

Era una casa costruita dentro un albero enorme all'interno del tronco, si poteva vedere dalle cortecce la luce interna delle candele.

Il Re sapeva bene che solo pochi elfi potevano curare una ferita fatta con una spada Morgul come Elrond oppure solo un Istari come Gandalf e Saruman che però erano troppo lontani, quindi andarono dall'ultimo Istari che era rimasto noto: Radagast il Bruno che per fortuna era vicino al luogo dove avevano trovato la numenoriana.

Thranduil non bussò nemmeno e spalancò la porta in legno con un calcio verso l'interno, Radagast sobbalzò anche se li aveva sentiti arrivare.

Appena vide gli occhi della ragazza il suo viso si oscurò .
" PRESTO! adagiatela sul letto! Cosa può aver fatto un male così ripugnevole!"

"O chi" Ribattè Thranduil mentre i suoi occhi blu intensi fissavano gli occhietti neri e nascosti di Radagast

" Girava insieme ai Cavalieri Neri, ma devono aver sottovalutato il potere della donna, perché la trasformazione non è compiuta." Continuò .

"Io non so estirpare il male, solo Saruman e Elrond lo sanno fare, ma lo posso bloccare, ma dovrà imparare a tenerlo sotto controllo" Rispose lo Stregone tozzo e anziano.

" Ora spostatevi! Devo fare il rito"

Prese la sua staffa e staccò la gemma che era sopra e si tagliò una parte del braccio, riempì la pietra che era fortata e la mise sulle labbra di Luna Storta che ebbe come impulso quello di sputarla, ma resistette agli spasmi involontari.

A quel punto lo Stregone parlò una lingua antica che sembrava antico Quenya, quello parlato nella prima era a Valinor e pronunciò delle parole sconosciute che avevano un eco antico e una musicalità che mai era stata parlata nella Terra di Mezzo.

La ragazza inspirò e poi spalancò gli occhi per poi iniziare a tossire come se stesse soffocando e poi rigettò del sangue nero.

La ferità smise di sgorgare sangue e in parte si rimarginò, ma sembrava come se fosse infetta, ma non si propagava.

A quel punto gli occhi tornarono grigi e splendenti, Thranduil vide solo ora la vita mortale tornare nel suo corpo e vide la sua bellezza, la dolcezza del suo viso, le guance rosse, le lentiggini, le sue morbide labbra e soprattutto la luce negli occhi che le ricordava quella delle stelle primordiali di Varda, quelle che videro gli elfi quando furono creati quando ancora non c'erano il sole e la luna.

Vide il fuoco della creazione dentro di lei.

La ragazza ebbe solo la forza di voltare la testa e di guardare la faccia di Thranduil e disse con una voce quasi inudibile

"Finarfin sei tu?" E poi si riaddromentò.

Thranduil guardò Radagast e si intesero senza dirsi nulla, quella donna non era una persona qualunque.

Il re riprese la donna in braccio e salutò lo stregone con un cenno della testa e se ne andò senza dire nulla perché erano rimasti ammutoliti entrambi dopo quello che era successo.

Luna Storta si svegliò ma rimase con gli occhi chiusi e sentì delle coperte che la avvolgevano in un abbraccio tenero, poi percepì che era senza armatura e che il suo corpo era disteso sopra un morbido materasso e a quel punto si rilassò, non aveva praticamente mai dormito sopra un materasso.

Successivamente aprì gli occhi strizzandoli a causa della luce e cercò di mettere a fuoco ciò che la circondava e vide un elfo al lato della sua stanza che la controllava e si allarmò.

La guardia uscì dalla stanza e chiuse la porta, sentì mormorare qualcosa e poi la porta si riaprì nuovamente ed entrò insieme alla guardia un altro elfo.

Il nuovo arrivato era un elfo alto e slanciato, biondo con i capelli dorati, il suo viso ricordava tantissimo quello dell'elfo che l'aveva trovata nel bosco.

Il suo volto era più delicato però, l'unica cosa che era marcata erano le sue sopracciglia scure e gli occhi di color azzurro intenso come il cielo più limpido.

Lo vedeva bellissimo, troppo bello per essere mortale, aveva una luce e un portamento che lo facevano sembrare un elfo che aveva visto la luce degli alberi di Valinor, il suo cuore si emozionò a vedere così tanta grazia e nobiltà in un animo che solo all'apparenza sembrava gentile, elegante, misterioso quasi fiabesco come se appartenesse a un altro mondo non reale .

Aveva una specie di diadema finemente argentato in fronte ed era vestito di un verde pallido, i capelli biondi erano per metà testa legati in una treccia e ai lati delle orecchie a punta c'erano altre due treccine che erano impreziosite con dei gioielli fra i capelli sempre in argento.

" Chi sei? E dove sono? Cosa è successo?"
Chiese con poche forze.

"Il mio nome è Legolas e sono il figlio di Thranduil, colui che ti ha trovata ed è anche il re del Reame Boscoso, dove ti trovi come ospite ora."

Anche la sua voce era musicale e ricordava quella di uno strumento a fiato dolce.

" E tu chi sei?"

"Io non lo so più, quanto sono stati lunghi i miei sogni..."

Disse abbassando lo sguardo e poi riprese a guardarlo negli occhi anche se era difficile sostenere uno sguardo come quello di Legolas

"Nelle terre Selvagge a Nord sono conosciuta come Luna Storta, ma il mio nome è Erindehl e sono una raminga, o quello che ne è rimasto "

"Piacere mio di incontrarti Erindehl, sei ospite qui e veglierò io su di te"

*APPENDICI*

Quenya = lingua elfica antica.

Varda= dea delle stelle , è la dea più amata dagli elfi perché quando furono creati e si svegliarono dall'acqua non c'erano sole e luna quindi la prima cosa che videro furono le stelle e la loro luce.

Finarfin = fratello minore di Fëanor e Fingolfin, anche lui ha gli occhi azzurri e i capelli biondi ed è vissuto ( se non mi ricordo male ) nella prima e nella seconda era. È il padre anche di Galadriel

*nota autrice*

OHHH FINALMENTE SI SONO BECCATI MUAHAHAHHAHA

My Immortal [legolas × oc (ita)]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora