(18+) Capitolo 20: Isengard e la Festa

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Theoden era riuscito a salvare il suo popolo, si sentiva umiliato quando si risvegliò dall'incantesimo di Saruman, lo stregone bianco aveva mandato un suo servo che si era intrufolato nella corte di Rohan e consigliò il re stregandolo rendendolo un burattino.

Aveva commesso un sacco di errori nel suo stato di incoscienza in cui il suo corpo era solo un guscio vuoto senza volontà, aveva deluso il suo popolo e da quel giorno fino alla fine della battaglia del fosso non accettò più  consigli.

Anche se salvò  il suo popolo non fu la scelta più  saggia, il suo percorso per riguadagnare la redenzione e la fiducia del suo popolo era ancora lungo, ma per il momento era riuscito a far sopravvivere gli abitanti di Edoras e non era  poco.

Solo da quella battaglia in poi iniziò ad ascoltare le parole del sire Aragorn.

Legolas prese in braccio Erindehl che ancora provata da tutto ciò che le era successo, ma era felice perché  non doveva più nascondere i suoi sentimenti per Legolas.

Non se lo scordò quel ti amo detto dall'elfo, era stato un momento incredibile, sembrava una visione onirica troppo bella per essere vera, l'aveva lasciata senza parole l'unica cosa  che riuscì a fare fu di perdersi nel suoi occhi azzurri come il cielo e di dirgli la stessa cosa

" ti amo Legolas"

Si sentiva cullata fra le sue possenti braccia, solo lì si rese conto di quanto fosse forte in realtà  nonostante il suo aspetto non fosse poi così  muscoloso come era  Aragorn e si sentì  a casa.

La voce del potere della ragazza si espanse ben oltre i confini di Rohan, arrivò alle orecchie di Gondor e all'occhio di Sauron.

Fu portata in infermeria e Legolas le portò la sua spada avvolta in un panno.

" La spada che ha salvato Rohan" Disse Theoden che entrò nella stanza.

" No tutte le spade che  hanno combattuto hanno salvato Rohan." Disse Erindehl, guardò Legolas che sembrava fiero di lei e della sua risposta.

Lei aveva visto che la sua ferita si era chiusa e cicatrizzata finalmente e quando prese in mano la spada, la lama si trasformò in polvere che fu portata via dal vento.

Era tornata completamente umana.

Come a Frodo ogni tanto il dolore la martellava, ma non era la stessa cosa.

Sentiva dentro di lei una pace che non aveva mai provato, si sentiva lucida per la prima volta e padrona di se stessa, sentiva una fiammella dentro di lei e non più  quel fuoco impetuoso.

Lo spirito di Fëanor forse l'aveva abbandonata, forse era in pace dopo aver riacquistato l'altra parte della sua anima, forse era per quello che non si era mai reincarnato  in tutti quei millenni.

La stella rossa era sempre presente perché  era il fuoco di Erindehl e non di Fëanor.

Erindhel era felice ora di non aver più  nessuna strada tracciata dai suoi antenati per lei,  voleva solo riportare i Silmaril a Elrond che li avrebbe portati nelle terre immortali, dove dovevano stare.

Guardò l'elsa della spada e poi guardò la lama della sua lancia a terra, anche se era felice di averla ritrovata, lei era cambiata e non ci si trovava più, quell'elsa rappresentava il cambiamento e la lancia il suo passato, avrebbe voluto fonderle insieme per creare la lama che avrebbe impugnato nel suo presente e futuro.

Lo disse  a Legolas che rispose
" Solo un  fabbro elfico potrebbe farlo, da qui ti conviene andare da mio padre, ma io seguirò te, non voglio separarmi da te ora che ti ho ritrovata."

Lei sorrise e gli prese la mano .

" Dobbiamo andare anche ad Isengard dopo aver lasciato la gente ad Edoras a salvare Merry e Pipino, poi tornerò ad Edoras tanto è  di strada e poi se vorrai seguirmi andrò  da tuo padre."

My Immortal [legolas × oc (ita)]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora