(21+) Capitolo 28 : DOMINIO

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I suoi lunghi capelli neri erano sparsi come una corona spezzata intorno al suo volto pallido, mentre la mano si stringeva debolmente intorno all'elsa della sua spada.

"Per quanto ancora resisterai, figlia di Fingolfin?" La voce profonda, come il ruggito di un vulcano distante, si fece strada nel silenzio della notte. Morgoth era lì, imponente, un'ombra più scura della stessa oscurità che lo circondava. I suoi occhi ardenti brillavano di un male antico, ma anche di una promessa tentatrice. "Hai sofferto abbastanza, non credi?"

Come fece il suo avo nella prima era lei lo sfidò an

Erindehl sollevò a fatica lo sguardo verso di lui, il volto segnato dal dolore ma ancora fiero. "Non... non mi piegherò a te", sibilò. "La mia discendenza... non si inchinerà mai."

Un sorriso sottile si formò sulle labbra di Morgoth, un sorriso che non raggiungeva mai i suoi occhi. "Discendenza... oh sì, il sangue di Fingolfin scorre nelle tue vene. Come tuo avo, sei coraggiosa, ma anche lui cadde davanti alla mia potenza. Perché lotti ancora? Hai trovato tutti i Silmaril, eppure... che cosa ne hai guadagnato? Dolore, perdita... sangue."

Erindehl serrò i denti, il respiro spezzato dal dolore che cresceva nella sua ferita. Ma in fondo ai suoi occhi brillava ancora una scintilla di luce, quella stessa luce che aveva ereditato dai suoi antenati. "Non li hai mai compresi, Morgoth. I Silmaril non sono solo gemme. Sono la luce di un mondo che tu non potrai mai toccare."

Morgoth avanzò di un passo, la terra sembrava tremare sotto il suo peso.

Erindehl barcollava, il corpo spezzato dall'estenuante battaglia contro Morgoth. Le sue ferite bruciavano, una lama oscura le aveva squarciato il fianco rendendo ogni respiro più doloroso. Era caduta in ginocchio, la spada stretta tra le dita tremanti, mentre il Signore delle Tenebre si ergeva davanti a lei, trionfante e implacabile.

Morgoth la fissava dall'alto, i suoi occhi fiammeggianti di odio e potere. Il suo corpo era stato appena ferito, ma ancora emanava una forza schiacciante, troppo potente per essere domata da un mortale. La luce dei Silmaril che Erindehl portava con sé brillava ancora, ma debolmente, come un'eco lontana, mentre le tenebre sembravano soffocare ogni speranza.

"Finisce qui, Erindehl," la voce di Morgoth era un ruggito oscuro, profondo come le viscere della terra. "Sei stata una sciocca a pensare di potermi sconfiggere. Ora, morirai come tutti gli altri prima di te."

Sollevò la sua arma, pronto a infliggere il colpo finale, ma in quel momento, un lampo di determinazione attraversò lo sguardo di Erindehl. Strinse i denti, il sangue le colava dalle labbra, e con uno sforzo disperato, alzò lo sguardo verso di lui.

"Se devo morire... che sia con onore," sibilò, la sua voce spezzata dal dolore, ma non priva di forza. "Uccidimi, Morgoth. Lascia che il mio sangue macchi le tue mani per l'eternità. Fallo, ma risparmia Fëanor se è questo che vuoi.
Prendi me qui imprigionata a lottare contro di te per l'eternità"

Morgoth si fermò, lo sguardo gelido che si fissava su di lei. Un sorriso crudele si allargò lentamente sulle sue labbra. Era chiaro che la proposta di Erindehl aveva stuzzicato la sua mente contorta. Si chinò verso di lei, afferrandola per i capelli con violenza, tirandola su di peso. Erindehl gemette, ma non distolse lo sguardo.

"Ucciderti?" sussurrò Morgoth con voce velenosa, il fiato rovente sul suo volto pallido. "Oh, no. Sarebbe troppo semplice. Troppo rapido. C'è qualcosa di molto più interessante che posso fare."

Le sue dita, spesse e potenti, scivolarono dalla presa nei capelli fino al collo di Erindehl, stringendo con una forza implacabile. La stava strozzando, e il suo sorriso si fece più oscuro, più malvagio. La sua presa era fredda, come la promessa della morte stessa, ma c'era qualcosa di più in quel gesto, qualcosa di perverso che si nascondeva sotto l'odio: un piacere sadico, un desiderio che brillava negli occhi di Morgoth.

My Immortal [legolas × oc (ita)]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora