Capitolo 32: destini separati e ritrovati

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Una notte lo affrontò, doveva ucciderlo, quella lama forgiata da Aulë non era una lama normale, una lama che aveva la luce e l'ombra, il reale e l'irreale e la sua essenza, solo quella poteva ferito nel sonno.

Andò verso i tumuli e si addormentò sotto le stelle nel campo.

La visione si materializzò con una pesantezza opprimente, come un sogno che trapelava dall'oscurità di un passato lontano. Morgoth, seduto su un trono di fiamme e ombre, osservava Erindehl avvicinarsi. Il suo volto, come il ricordo di una tempesta, era sereno e inquietante al contempo. Sapeva che quel momento non era come gli altri, che tra loro c'era qualcosa di più, di più profondo e sconvolgente.

Erindehl si piegò verso di lui, il suo respiro caldo contro il suo viso, e senza indugi, lo baciò. Non era un bacio di passione, ma di potere, una promessa di distruzione e di potere inalterato. La spada di Aulë, nascosta nella sua veste, brillava come una minaccia silenziosa. Morgoth, però, non la fermò. Anzi, il suo sorriso divenne più ampio, più soddisfatto.
"Ricordi le notti passate?" disse, la sua voce profonda e languida, come un sussurro che attraversava le onde del sogno. "Le notti in cui ci siamo trovati, figlia di Fingolfin? La prima, quando tutto sembrava un gioco. La seconda, quando le parole e i corpi si sono intrecciati nella stessa danza. Avevi il fuoco dentro, e io l'ho visto. Mi hai visto, come nessuno ha mai fatto."

Erindehl lo fissò, il cuore che batteva in un turbinio di emozioni contrastanti. La sua mente, ancora legata a Legolas, non poteva ignorare l'intensità di quei momenti passati con Morgoth. Ma il dolore del tradimento e della confusione bruciavano dentro di lei. Lo amava Morgoth, lo sapeva, c'era qualcosa in quella follia, in quella perversione che le aveva fatto sentire qualcosa che non avrebbe mai voluto. Ma Legolas era diverso, il suo cuore batteva per lui.

Con un movimento rapido, Erindehl lo baciò nuovamente come per addormentarlo con le sue labbra dolci e piene . Le sue labbra si scontrarono con le sue, ma nel momento in cui il contatto si fece più profondo, il suo corpo si allontanò solo per un istante, e con una mossa fulminea, afferrò la lama nascosta. La spada di Aulë brillò di un bagliore freddo e gelido.

Il colpo fu letale.

La lama affondò nella carne oscura di Morgoth, ma non ci fu alcun segno di dolore o di rabbia da parte sua. Il colpo non lo piegò, non lo ferì in modo visibile, come se la sua essenza fosse più forte di qualsiasi arma.

L'unica reazione fu un lieve sorriso, come se avesse apprezzato l'atto. La sua voce, profonda e quasi melodica, si fece strada tra il silenzio della sala.

"Ti ho visto, figlia di Fingolfin," disse, gli occhi che brillavano di un'energia infinita. "Le tue notti passate, la tua resistenza, la tua passione... Quello che hai fatto con me, e come l'hai fatto. Tutto questo non era un semplice gioco. E io lo so."

Lei gli disse "una parte di me, non so quale ti apparterrà per sempre"

Morgoth la guardò con occhi che ora riflettevano qualcosa che andava oltre la semplice malvagità.

Nella sua mente le immagini di quelle due notti si susseguivano.

Poteva vedere le cicatrici che egli stesso le aveva procurato.

C'era un rispetto, una sorta di accettazione di ciò che era accaduto. "Quando tornerò, sarà questo sarà il tuo destino. Ti renderò immortale. E in quel momento, niente ti separerà più da me."

Non erano un monito, ma quasi una profezia quelle frasi.

Le parole di Morgoth risuonarono nell'aria, ma prima che potesse replicare, la visione svanì. Erindehl rimase lì, confusa e tormentata, consapevole che, nonostante tutto, una parte di lei sarebbe sempre stata legata a quel destino oscuro.

My Immortal [legolas × oc (ita)]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora