1-west coast

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"Down on the west coast, I get this feeling like
It all could happen, that's why I'm leaving"
( lana del rey- west coast)

Erano passati due anni dall'ultima volta che vidi zia Meave. Venne a farci visita per le vacanze di primavera, ero sempre stata molto legata a lei ma quelle circostanze non mi permisero di sentirmi felice come avrei dovuto.
<<Tesoro manca solo questa valigia. Io e la zia siamo di sotto ad aspettarti va bene?>> annuii a mia madre.
La malattia di papà era stata scoperta in uno stadio troppo avanzato per guarire. Lui preferì sottoporsi solo ad alcune cure obbligatorie ma decise di voler vivere con esperienze i suoi ultimi tempi con noi e non dentro gli ospedali. Viaggiammo parecchio in modo da creare ricordi felici da conservare poi dopo la sua scomparsa.
Trasferirmi mi dispiaceva solo in parte, ormai quel posto aveva terminato le possibilità da darmi e poi anche se non ero sconosciuta non ero mai riuscita a stringere delle amicizie strette e forti da farmi pentire di queste decisioni.
Rilessi gli ultimi messaggi di alcuni dei miei compagni di scuola che mi auguravano buon viaggio prima di mettere il cellulare nella borsa e scendere dalle due donne della mia vita.
Mia madre si chiamava Sarah Black e aveva una sorella maggiore, la cara zia Meave. Quest'ultima era sempre rimasta a vivere nella riserva dove entrambe erano nate e cresciute. Li sapevo anche che vivesse il loro cugino e che erano entrambi parte del consiglio della riserva per questo non aveva mai preso in considerazione l'idea di andarsene.
Zia era venuta per i funerali di papà ed era rimasta con noi la settimana necessaria per preparare le cose per il trasloco. A proporlo era stato proprio lui e sia io che la mamma accettammo questa cosa, allontanarci da qui ci avrebbe fatto più che bene.

<<Sono pronta, credo di aver preso tutto. Il cavalletto l'abbiamo spedito con le altre cose giusto?>> chiesi a mia madre che annuì.
Arrivate all'aeroporto sistemammo i bagagli sul nastro per essere portati in stiva mentre noi facevamo tutte le procedure di imbarco.
Una volta salite sull'aereo fu facile trovare qualcosa da fare. Scelsi di vedermi un film con la speranza di dormire per il poco tempo che avremmo passato in volo. Una volta arrivate aspettammo un'oretta abbondante prima di poter uscire. Intravidi un ragazzo dai capelli lunghi aspettarci accanto a un pickup blu scuro.
<<Jacob! Grazie al cielo che ci sei tu! Aiutami con queste valige su!>> il ragazzo prese i bagagli sistemandoli nel retro del fuoristrada con cui era venuto a prenderci.
<<Lei è mia sorella Sarah e lei è mia nipote Kaya. Lui è Jacob il figlio di Billy>>
<<Eccome se mi ricordo il figlio di Billy. Beh in realtà mi ricordavo di quando eri alto fino alla mia coscia>> disse stringendolo in un abbraccio.
<<Beh è un piacere rivedervi anche se mi ricordo vagamente>> disse lui in imbarazzo grattandosi la nuca sotto quei lunghi capelli scuri. Mamma mi aveva detto che molti dei ragazzi della riserva li portavano così, era diventato anche un segno distintivo.
<<Piacere anche mio, l'unica cosa che mi ricordo sono le torte di fango che ti piaceva tanto fare>> dissi sbucando dietro la schiena di mia madre.
Lui rise e mi prese le borse dalle mani prima di caricare tutto e farci salire.
Ero seduta dietro insieme a mia zia che mi teneva la mano. Dalla morte di papà il contatto fisico per me era come indispensabile. Odiavo sentirmi sola e sapevo che al contrario di altri io avrei preferito mille volte stare in una stanza piena di persone vicino a me che stare sola senza nessuno accanto.

<<Che mi dici? Quil e Embry come stanno?>> chiese mia zia al ragazzo.
<<Stanno bene, si lamentano del rientro a scuola dopo le vacanze di natale ma sai come sono fatti>>
<<Come siete vorrai dire! Non farmi credere che a te faccia piacere ritornare sui banchi di scuola dopo che avete oziato tutto questo tempo>>
<<Non proprio però almeno questa volta ho finito in tempo i compiti>> risi alle sue parole.
<<Perfetto così aiuterai Kaya a integrarsi. Magari le farai fare un giro no?>> lui annuì lanciandomi uno sguardo attraverso lo specchietto retrovisore da cui abilmente sfuggii.
Non mi andava a genio l'idea che zia lo forzasse a farmi da badante e sperai che non gli pesasse questa cosa, non volevo essere un fardello che gli altri dovevano portare.

Turning Page//Paul LahoteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora