CAPITOLO 13

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(Bakugou pov)
Dopo quasi un'ora la scema ritornò in classe.
Notasti che aveva gli occhi rossi e gonfi, come se avesse appena finito di piangere e aveva una faccia distrutta nonostante si impegnasse a non mostrarlo.

"Che cosa sarà successo? Con chi ha parlato? Chi cazzo l'ha ridotta in questo modo?" Pensasti mentre sentivi la frustrazione aumentare, non capendo minimante il motivo.

Vederla così ti fece stare male, ma questi sentimenti non erano da te.

"Da quando mi preoccupo delle persone?"

...

Le ore continuarono finché non suonò la campanella che annunciava l'ora di pranzo.
Nelle ore prima avevi notato che la rossa non aveva preso nessuno appunto ed era completamente assorta nei suoi pensieri.

Mentre camminavate verso la mensa insieme agli altri la richiamasti, facendola girare nella tua direzione.

"Oi testa rossa" lei si girò, fermando la sua camminata con gli altri, che avanzarono nel mentre.

"Che c'è Bakugou?" Chiese mentre ti guardava con quegli occhi azzurri che ti avevano catturato la prima volta che li vedesti, ma questa volta erano circondati da una sfumatura rossa che si stava piano piano alleviando.

"Tieni" dicesti dandole il tuo quaderno con gli appunti.

Lei lo guardò scioccata per poi riguardarti.
"Grazie, ma non dovevi, cioè ho i mie-"

"Non ne hai preso mezzo da quando sei rientrata, non dire stronzate" puntualizzasti: "Lo rivoglio entrò sta sera... ora andiamo a mangiare idiota"

Lei annuì iniziando poi a seguirti, mentre metteva il tuo quaderno nella sua borsa.

(Saiko pov)
Arrivati in mensa te e Bakugou raggiungeste gli altri iniziando a mangiare, in cui di certo non mancarono le urla del biondo, che si era seduto vicino a te, contro Kaminari che continuava dargli fastidio per ogni minima cosa.

Nel pomeriggio, ti ritirasti in camera tua a recuperare tutti gli appunti della giornata dal quaderno di Bakugou, che ti aveva inaspettatamente prestato.
Quando lo apristi notasti che era più ordinato di quanto tu te lo aspettasti.

"Ha pure una bella grafia, accidenti" pensasti mettendoti a sorridere come una scema.

Passasti circa due ore a ricopiare tutti gli appunti e non appena finisti, decidesti di fare un pisolino per riprenderti un po' dalla giornata.

...

Apristi gli occhi, trovandoti di nuovo in quella stanza bianca con il nulla.

"Ci rincontriamo" dicesti sentendo la sua presenza alla tue spalle.

Lui sorrise facendoti provare un brivido lungo la schiena.

Era agghiacciante e pauroso quel sorriso che faceva ogni volta.

"Signorina Kumori" disse salutandoti con la testa

"Allora, brutto stronzo, che cazzo dovrei sapere?"

"Vuoi già andare dritta al punto? E io che volevo chiederti della tua giornata" disse beffardo.

"Ma smettila sporco animale e vedi di parlare"

Calò il silenzio tra di voi.
Le tue nocche diventavano sempre più bianche, piano piano che stringevi i pugni, trattenendoti dal non ucciderlo con le tue mani.
I tuoi occhi non smettevano di guardarlo, la rabbia continuava ad aumentare facendoteli diventare cremisi, dall'azzurro che erano prima.

"ALLORA!?" Urlasti spazientita attivando il tuo quirk in quel dannato 'sogno', pur sapendo che non lo avresti mai colpito veramente.

"Ti sei mai chiesta perchè non hai uno dei quirk dei tuoi genitori o una loro combinazione?" cominciò a dire: "Quel quirk te l'ho donato io... tu ne eri priva. Ho scritto io la tua storia dandotelo. Avevi delle ottime prestazioni fisiche, ma ti mancava qualcosa...
I tuoi genitori mi contattarono per fartene avere uno e io così feci. Ti donai la manipolazione ematica, che ti fece poi odiare da loro e i tuoi amici, venendo chiamata villain" disse mentre ricomponeva il suo sorriso ad ogni parola che pronunciava.

I tuoi occhi si sbarrarono completamente, ti guardasti le mani piene di sangue.

"Che cosa?" Dicesti quasi sussurrando.

"Ti hanno abbandonato tutti perchè eri una villain ai loro occhi e ti hanno procurato quella cicatrice, ma poi io ti ho trovato. Finalmente avrei potuto addestrarti a mio piacimento, ma tu sei scappata e hai inseguito quei dannati ideali che hai, per diventare un eroe. Stai certa però che dopo ciò, mi verrai a cercare per unirti a noi"

Eri rimasta a guardarti le mani durante tutto il suo discorso.
Non riuscivi a crederci che tutto ciò fosse vero, non volevi crederci.

"A presto, Icore"

...

Ti risvegliasti con il fiato corto e sudata, così decidesti di andarti a fare una doccia.
Quando uscisti ti resi conto dell'orario: erano ormai le undici di sera.

"Ho dormito tutto questo tempo?!" Pensasti mentre ti rivestivi, per poi scendere andando in cucina.

Quando arrivasti giù, apristi il frigo trovando un piatto incartato dalla stagnolo con sopra un biglietto con scritto il tuo nome.

"Per Saiko da Kirishima, non ti svegliavi così ti abbiamo lasciato qualcosa"

"Domani dovrò ringraziarli" dicesti a bassa voce prendendo il piatto e sedendoti sui gradini appena fuori una delle grandi vetrate del dormitorio.

C'era un leggero venticello che ti sfiorava la faccia mentre mangiavi l'hamburger che ti avevano lasciato i tuoi compagni; la luna era l'unica fonte luminosa in quel momento.

Ti perdesti nei tuoi pensieri, ripensando al sogno che avevi fatto, non rendendoti nemmeno conto che qualcuno si stava avvicinando a te e che ti stava fissando da un pezzo.

ICORE (BakugouKatsukixOC)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora