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Mi sveglio tutta sudata, appoggiò i gomiti sul cuscino e cercò di pensare, provo a ricordare qualunque cosa sia successa quella sera. Niente, un bel niente, non so più se devo forzarmi o non devo forzarmi, non capisco più come farlo. Ora mi vengono in mente i ricordi della notte scorsa. Il gatto ha veramente parlato? Era di sicuro un sogno, non può essere vero, eppure sembrava cosi reale...E sua voce...era come quella di una persona ma mescolata alle fusa di un gatto. Avendo i miei problemi potrei inventare qualsiasi cosa, vero? Mi guardo in giro nella stanza ma non vedo il gatto da nessuna parte. Aveva detto che avrei dovuto recuperare la memoria il prima possibile. Mi scuoto la testa abbassando lo sguardo, come se non lo sapessi già. Penso sempre solo a questo, e a come potrei farlo. 

Gli animali non parlano. Un rumore proveniente fuori dalla stanza mi incuriosisce, mi siedo con cautela sul letto, ascoltando. La voce proveniente sembra quella si zia Ashley, ma con chi potrebbe parlare a quest'ora? Non può parlare con il gatto, almeno spero proprio, mi sono convinta che è stato solo un sogno. Mi alzo dal letto, tenta di prepararmi per andare a scuola così poi scendo al piano di sotto e vedo cosa combina mia zia. Il mio armadio sembra di essere pieno di vestiti, ma da quando mi sono risvegliata nessuno di quelli mi piaceva più. Come potevo portare questi stracci di tessuto prima? Tiro fuori un tubino nero e ci infilo dentro una camicia blu con inserti argento, chiudendo il mio capolavoro da una grande cintura argento. Aggiungo qualche collana a cascata e un capello sopra i miei capelli mossi. Non mi sembra così male. Ora sono pronta a cominciare un'altra giornataccia. Ovvero il primo giorno di scuola dopo la mia perdita della memoria. Scendo furtivamente le scale e mi trovo zia Ashley nel salotto, sono sollevata a vedere che non sta parlando con un gatto. Ma nemmeno il suo conversatore mi piaccia. Aggrotto le sopracciglia.

"Credo voglia sapere cosa sono venuto a dirle. E poi, credo che lei abbia più domande per me che io per lei", il detective Moore se ne sta seduto su una delle poltrone mentre zia Ashley sta tenendo la porta d'ingresso aperta, tenta di farlo andare via.

"Non è pronta", sputa come fuoco la donna.

"Sono passati due giorni, Ashley", li passa la mano sulla fronte.

"Auri non è ancora pronta, quando lo sarà ti farà sapere Moore, fidati, ma adesso non si ricorda né l'incidente né cos'era successo la notte prima", si arrabbiò ancora di più. "Di sicuro lei non era andata in overdose!", urla zia Ashley aprendo la porta ancora di più invitando l'uomo di uscire. Schiarisco la voce e i due lasciano cadere le armi e le discussioni e si girano a guardarmi. Guardo bene zia Ashley che si rattristisce d'istante e poi rivolgo uno sguardo cupo al detective, mi sorride.

"Ah eccola. Proprio la ragazza che volevo vedere".

"Auri tesoro...Non devi parlargli per forza", lo sguardo di Ashley diventa assente per la tristezza.

"Avrei solo bisogno di un minuto del tuo tempo. E non disturberò più", il detective si alza dalla poltrona e si avvicina a me, lentamente scendo le scale verso di lui.

"Ho tutto il tempo che gli serve", dico lentamente senza guardare zia Ashley, la sento sbuffare alle mie parole.

"Voleva dire ha tutto il tempo, finché non deve andare a scuola", guarda l'orologio sul polso "Ah no, è già ora di andare, Arrivederci signor detective".

"Lo so, Ash. E grazie Aurelia", la rassicura, ma non è servito a niente visto che lei rimase ancora con la porta spalancata ad aspettare che lui se ne vada. "Allora", si gira verso di me abbastanza calmo. "Ho finalmente ricevuto le tue analisi del sangue. Cioè quando ti hanno trovata", il suo sguardo si scurisce. "Sei risultata positiva a un mucchio di sostanze...".

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