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Scendo dalla macchina della zia Ashley proprio di fronte all'ingresso, dopo la mattinata pesante non si è fidata lasciarmi andare da sola. Mi dirigo verso l'entrata cercando con gli occhi Cassie e Rafal, ma non riesco a trovarli da nessuna parte.Passo lungo i corridoi e mi rendo contro che tutti mi stanno fissando. Mi sento così a disagio e imbarazzata sperando che tutta Grinderwald non avesse saputo dei miei esami – dai quali risulto un'assoluta drogata. Mentre attraverso il giardinetto sento gli occhi ovunque, che mi seguono, ogni mio passo, ma non appena alzo gli occhi gli sguardi si distolgono immediatamente. Cercai di pensare positiva, magari mi guardano perché ho cambiato look e non sembro più la vecchia me. Faccio u respiro profondo sperando che questa sicurezza in me stessa non sparisca, e che rimanga con me per tutta la giornata, altrimenti farei uno schifo a sopportare ciò.


Accanto alle porte ci sono dei ragazzi che chiacchierano animalmente. Parlano a voce alta, così riesco perfettamente sentire il nome del conversante, Steve, non l'avevo mai sentito prima.
"Chi, Aurelia? Ma col cavolo", sento il mio nome uscire dalla sua bocca.
"Come ha detto Kim è solo una sciacquetta", rise tra sé cercando di far ridere anche gli altri. Tutti si mettono a ridere io invece rimango li, non sapendo come fare e come agire in una situazione simile, mi sento ferita, ma quel sentimento passa quando vedo qualcuno tirare uno schiaffone dritto sulla guancia destra a Steve. Lui barcolla aprendomi la visione. Era Cassie.
"Oh! Ma che cazzo?", esclama Steve coprendosi la guancia con la mano.
"Dì ancora una parola su Aurelia e sei morto. Chiaro?", gli urla in faccia.
"Brutta stronza schizzata...che cazzo ti prende?", lui si schianto contro di lei ribollendo dalla rabbia.


"Ti farò cacciare dalla scuola per bullismo, hai capito? Sai chi è mia madre?", si avvicina a lui per stargli sullo stesso livello.
"Dai...cazzo...non ho fatto niente", miagola Steve. Cassie corre nella mia direzione gettandomi le mani sul collo e trascinarmi via da lì, mentre gli altri rimangono a guardarci in cagnesco.
"Grazie Cassie, davvero", mi fermo per guardarla "Ma non voglio che tu ti cacci nei guai per colpa mia", sperando che è sempre stata un'amica così buona, anche prima dell'accaduto.
"Non preoccuparti, non succederà, se ne occuperà mia madre", mi sorride dolcemente, ma io non riesco a fare lo stesso.
"Ehm, chi è tua madre?", le chiedo con cautela, sapendo che non ho la minima idea di chi fosse sua madre.
"E' la presidente del consiglio dei genitori", mi sento così esausta di dover imparare di nuovo le cose, e mi spaventa visto che non mi ricordo assolutamente niente. Spero che non rovinerò i miei voti a scuola, che mi ricorderò almeno qualcosa.


Cassie sta al mio fianco tutto il giorno a scuola, come se fossi persa, infatti lo sono. Mi porta nelle varie aule per seguire le lezioni. Oggi ho la prima lezione di fisica dopo tanto tempo, visto che il professore è stato assente per 3 settimane, così ha detto Cassie. Non appena entrò in aula il professore mi sorrise e mi da un caloroso benvenuto, chiedendo ai ragazzi di aiutarmi il più possibile nella mia fase di "Transizione", si, ho sentito bene ha davvero chiamato la mia perdita di memoria una transizione.
"Vai, siediti pure", mi incoraggio il professor Glen, e io mi faccio avanti.
"Come hanno fatto a sapere tutti che ho perso la memoria?", bisbiglio a Cassie non appena ci prendiamo il posto ai nostri banchi.
"Venerdì, il pomeriggio, lo psicologo ha fatto l'annuncio all'interfono", abbassa lo sguardo e osserva le sue mani.


"Fantastico", sorrisi ironicamente. Che vergogna.
Scorro velocemente il quaderno degli appunti, mi sorprende il fatto di vedere tutti gli appunti dettagliati e in ordine, altre materie non erano di sicuro così ben trattati.


"Doveva proprio piacermi chimica...", miagolo sfogliando il quaderno.
"Oh sì, era la tua materia preferita, ecco perché il professor Glen era così felice di vederti".Trovo una pagina bianca e inizio a prendere gli appunti sull'esperimento che eseguiremo oggi, faccio scorrere gli occhi sulla classe, sembra che nessuno tranne me stesse ascoltando o stesse scrivendo. Quando io e Cassie iniziamo ad organizzare le cose sul nostro tavolo mi accorgo che il professore sta venendo nella nostra direzione.


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