AURELIA
I miei occhi si sono aperti ancora prima di svegliarmi. Mi servisse qualche momento prima di mettere a fuoco la mia stanza, l'unica luce proveniente fu la luna e non bastava affatto. I miei occhi catturano una sagoma nera nell'angolo e la paura si divampa dentro di me."Ti prego, fa che sia la mia immaginazione", allungo la mano cercando il pulsante che accende la mia lampadina al comodino. La stanza fu immersa nella luce e nell'angolo dove intravidi una sagoma non c'era niente.
"Grazie al cielo", mi siedo sul letto appoggiando la mano sulla fronte chiudendo gli occhi. "La mia immaginazione non ha limiti" apro gli occhi e m'impietrifico. Sto per urlare ma una mano copre la mia bocca. L'uomo. Quello di cui avevo paura. Quella maschera. Si trovava a due centimetri dalla mia bocca, una mano grande e forte premeva forte contro le mie labbra e le mie mani come sempre non rispondevano al richiamo del mio cervello. Erano saldamente attaccati al materasso. Stavo guardando negli occhi l'uomo mascherato, si vedeva veramente poco e non sembravano gli occhi di qualcuno che abbia già incontrato - tranne lui. Vedevo solo un po' di azzurro e il riflesso della lampada nel comodino. Stavo bruciando sia dentro che fuori. Una sensazione che non riuscirei nemmeno a spiegarla se volessi, non riesco a spiegarla nemmeno a me stessa. I miei occhi rimanevano fissi su quelli del sconosciuto.
Sono passati pochi secondi prima della sua prossima mossa - ma a me sono sembrati un'eternità. Il suo capo si china all'mio orecchio."Non ti farò del male", la sua voce era profonda, se qualcuno dovesse chiedermi che tipo di voce trovi eccitante - avrei risposto proprio quella che ho appena sentito. Il suo sussurro era minaccioso, tanto da accende il fuoco ancora più forte dentro di me.La sua presa sulla mia bocca stava sciogliendo, mentre la sua testa rimaneva accanto alla mia."Shhshh", sussurro, appoggiandomi solo un dito sulla bocca, supplicandomi di stare in silenzio. La sua mano scivola lungo il mio collo. Cercai di parlare ma dalle mia labbra uscì solo un mugolio, come se fossero cucite."Stai cercando di urlare?", potevo sentire il suo sorriso nella voce, nonostante sembrava ancora minaccioso. Agitai la testa negando, non volevo affatto urlare, ho paura solo di pensare che possa andarsene via. La sua mano scivolo sulle mia labbra e sentii una sensazione di sollievo."Chi sei?", le parole solide sotto forma di sussurro uscirono finalmente dalla mia bocca. Lui torno ad osservare il mio viso. Nessuna risposta.
"Che cosa vuoi da me?", china la testa di lato e continuo ad osservarmi."Va bene", dissi respirando velocemente, il suo silenzio mi faceva paura, tanto quale la sua voce."Perché quando sei davanti a me non riesco a muovermi?", senti un rumore proveniente dalla sotto la maschera, molto simile ad un sorrisetto scappato. La sua mano si allungo sul mio collo, accarezzando un lato con il pollice."Perché non voglio che scappi" sussurra e la stretta sul collo divenne più pesante, fino a farmi mancare l'aria. La mia testa è rivolta verso il soffitto mentre combatto per avere più aria. Non mi sta affatto strangolando, non sta stringendo il punto giusto per farlo, non penso che potrebbe essere tanto stupido da sbagliare."Se vuoi uccidermi...", bisbiglio, "Riesco a respirare", e mi pento subito di averlo detto, mi sento una persona stupida. Se ha mai pensato di uccidermi, ora potrebbe farlo davvero. Sentii una risata, risata molto fredda."Non voglio ucciderti", disse appoggiando il materiale freddo della maschera sul mio collo, come se mi stesse dando un bacio. "E so che respiri", era molto personale. "Voglio poter muovere le mani", chiedo gentilmente. "prometto che non farò nulla di stupido", bisbiglio cercando di capire il suo prossimo movimento. Non segue nessuna risposta e non si muove nemmeno. La sua fronte è appoggiata sulla mia spalla. Cercai di muovermi più volte, concentrandomi sui movimenti. Nulla.
La sua testa si alza dall'incavo del mio collo e sussurra qualcosa indecifrabile, e mi sento subito carica di energia. Alzo la mano e la porto alla maschera, lui rimase immobile. Mi sento attratta da questo uomo, ho tantissima paura, sembra che i miei organi facciano dei saltelli e spingono in basso. Mi sento pulsare ovunque. La mia mano accarezza il materiale della maschera, sembra plastica ed è fatta veramente bene. Mi guarda dall'alto verso basso per qualche secondo. Guardo il suo corpo e vedo che è seduto su di me a cavalcioni, tenendomi gambe immobilizzate. Di colpo si alza sulle ginocchia e la mia mano appoggiata sulla sua maschera cade giù. Sta per andarsene. Non voglio che questo momento finisca. Voglio che duri ancora un po'. Rimane fisso sulle ginocchia a guardarmi, e poi inizia alzarsi. Penso subito a cosa potrei fare, dovrei scappare, urlare, dimenarsi invece voglio che torni indietro.Scivolo in fretta sotto di lui e lo prendo per le spalle buttandolo sul letto. La sua schiena schianta contro il materasso e la sua testa cade sui cuscini. Non aspetto due secondi e salgo a cavalcioni si di lui. Catturo il suo sguardo sotto di me, il suo respiro si fece più pesante ogni secondo che passa. Mi guardo attorno, le mie mani sono sul suo petto, le mie gambe sono divaricate ai lati dei suoi, le mie ginocchia mi tengono ferma e in equilibrio.
"Mi...", balbetto, "Mi dispiace"...do più peso sul suo torace per alzare la gamba destra. "Io non volevo...", vorrei profondare dalla vergogna, morire. Mi sento bruciare dall'imbarazzo."No", sussulto a sentirlo parlare voce alta, in un lampo le sue mani finiscono sulla mia vita. Mi stringe forte, la pressione che esercita mi fa cadere su di lui. Le mie gambe cedono e finisco seduta in grembo all'uomo mascherato. Non dice nulla, si limita a guardarmi mettendomi a disagio. cerco di liberarmi dalla sua stretta, il mio basso ventre sfrega contro la zip dei suoi jeans e mi sento avvampare di calore. Come se non bastasse lui fa sfuggire un gremito e si alza di fretta tenendomi ferma e stretta a se. Ci scambiamo le posizioni, io sono sul mio materasso morbido e lui si tiene sopra di me."Che cosa vuoi?", mi sussurra all'orecchio. Non resisto e mi mordo il labbro inferiore. Troppa tensione e paura mi fa martellare il cuore.Con le punta delle dita traccia una linea invisibile lungo il mio corpo, la mia schiena si piega facendomi sbattere il petto contro il suo. La sua mano si ferma all'orlo del mio pigiama e in quel momento mi rendo conto che non porta i guanti come l'ultima volta. La sua mano furtivamente scivola nei miei pantaloncini. Sento il calore della sua mano sulle mie parti intime, spingo il mio bacino verso di lui, vogliosa di scoprire cosa farà adesso.
Il suo dito scivola dentro di me, facendomi esplodere di desiderio."Ah", un gemito scappa dalla mia bocca così come fu subito tappata dalla mano solida."Ti stai dando ad uno sconosciuto entrato nella tua casa?", dice massaggiandomi il clitoride con il pollice. La sua domanda era spontanea e mi fa tornare alla realtà. Lo osservo, mi guarda dritto negli occhi, tira fuori la mano dalle mie mutande e la porta al punto dove c'era la sua mano. M'infila le dita dentro la bocca, in profondità facendomi quasi avere i conati di vomito."Immobilius", una strana sensazione percorre il mio corpo e di nuovo non riesco a muovermi. Sottrae le sue dita dalla mia bocca e si avvicina a me."Non pensare che rimarrò così gentile con te", si alza e se ne va dalla mia stanza, lasciandomi impaurita e immobile.Rimasi così ferma per qualche minuto quando finalmente riuscì a muovermi, mi sistemai nel letto, avevo ancora qualche ora prima della sveglia.