NILS
Apro di colpo l'armadio ed esco dal nascondiglio. Era il momento perfetto, quando è uscito dal nulla Rafal, o meglio dire entrato dalla finestra. E questo non mi piace particolarmente, almeno avrebbe potuto usare la porta. Mi guardo attorno, il letto è ancora fatto, i cuscini sono perfettamente dritti. Lenzuola di color porpora con le federe abbinate. Accanto al letto si posa un scaffale bianco pieno di libri e peluche, il mio sguardo cade sul piccolo panda in mezzo al letto. E' proprio lo stesso con quale l'ho vista dormire ieri notte, e che vedrò dormire stanotte.
A passo pigro mi avvicino alla sua scrivania, in uno dei cassonetti trovo un post-it, sempre rosa. Prendo una penna rosa e ci scrivo sopra. Ritorno al letto e lo lascio sul posto visibile.
"Ci vediamo più tardi, piccola" sorrido al suo letto ed esco dalla sua casa a passo furtivo.
La mia macchina sfreccia lungo i quartieri della nostra città, parcheggio nel vialetto di un bar di un aspetto terribile. Insegne rotte e vecchie, tutte le scritte sono sbiadite. Entro dentro e identifico subito Jay seduto al tavolo.
"Nils, ci sei riuscito", mi scappa un cenno con la testa e mi butto sulla sedia di fronte a Jay.
"Come va?", guardando la sua espressione qualcosa non va molto bene.
"Niente di che", scaccia con la mano. "Tu invece? Come sta Aurelia?", beve l'ultima goccia del suo drink prima di guardarmi negli occhi.
"Parli tu o tiro fuori io?", ordina il secondo giro di whiskey e prende uguale anche a me. Mi limito ad un bicchiere, voglio essere sobrio stanotte.
"Lo vedi al bar?", mi indica con lo sguardo un uomo, "E' il proprietario di questo bar di merda", sospira. "Sta dando grossi problemi a mia madre", tira giù un altro sorso, "La polizia non vuole farci niente, non c'è via di fuga per lei".
"Mi dispiace amico", gli appoggio una mano sulla spalla. "Posso fare qualcosa per te?", bevo il primo sorso del whiskey.
"No, tranquillo, cambio io il detective", annuisco.
Jay è un amico perfetto, sa tutto su di me, mi ha sempre sostenuto, sa i miei segreti più oscuri da almeno 17 anni, visto che ci conosciamo da 19, praticamente da quando siamo nati. Abbiamo la differenza di una settimana. E come un fratello maggiore per me. Il tempo scorre quando siamo insieme, e mi dimentico sempre della realtà circostante. A volte ce ne restiamo seduti in silenzio in qualche bar - il che non mi dispiace, stiamo insieme ma nello stesso tempo siamo per i cazzi nostri.
Il proprietario del bar annuncia che il locale è in chiusura e sollecita tutti a pagare e lasciare il posto.
"Ci penso io", dico guardando Jay trascinarsi alticcio verso la cassa. "Vai in macchina, ti riaccompagno", lui mi ascolta e afferra al volo le chiavi della mia macchina, e si trasina fuori dal locale.
"Sono 95 sterline", dice uomo di mezza età, visibilmente trascurato.
"Certo", lancio sul tavolo una banconota da 100 sterline e mi avvicino a lui. Prendo la sua testa e me la avvicino, i miei occhi incontrano suoi, prima che riesca a capire cosa succede e dimenarsi gli parlo.
"Somnum somno et numquam excitare iterum", uomo immediatamente cade a terra e io esco dal locale. Uno schiocco con le dita e il locale pian piano prende il fuoco, fino a diventare una fiamma unica.
"Non dovevi", Jay sta seduto sul lato del passeggero.
"Per te questo e altro", riaccompagno Jay a casa e me ne torno a finire ciò che avevo iniziato. Entro in casa in pieno silenzio. Non c'è nessuna luce, tutti stanno già a dormire. Salgo al piano di sopra. Apro attentamente la porta, senza causare troppo rumore e mi avvicino al letto. Sistemo la maschera sul viso coprendo tutto il viso e mi alzo il cappuccio.
Aurelia sta dormendo abbracciando un peluche di panda.
"Excitar", la ragazza apre di colpo gli occhi.