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AURELIA


Un'altra lezione di chimica. Il professor Brown spiega quello che faremo oggi. Appoggio la testa sulla mano piegata e appoggiata al banco con il gomito."Che depressione" borbottò guardando nella direzione opposta del professore. La vecchia me amava la chimica, molto probabilmente piace anche a me, ma oggi non riesco proprio a concentrarmi, la mia vita mi sembra non mia. Intrappolata.I miei occhi corrono attorno per la classe, finché non mi soffermo su un paio di occhi verdi che mi guardavano già da prima. Chris mi sorride e non faccio altro che ricambiare il suo sorriso dolce. Mi piace, mi piace passare del tempo con lui. Distolgo lo sguardo e m'immagino il giorno e il momento nel quale io e Chris ci siamo conosciuti. Due sconosciuti che si conoscevano - se si può dire così.Mi viene la pelle d'oca ricordandomi quel ragazzo mascherato. Mi si rizzano i capelli sulla nuca e a malavoglia mi giro verso la porta - non c'è nessuno. Potrei giurare di sentire il suo sguardo ghiacciato addosso. E' terrificante. Voglio sapere chi è, voglio vedere il suo vero viso. Mi intriga, mi spaventa, mi attrae.


"Aurelia?" il professore stava accanto al mio tavolo e mi guardava dall'alto."Si?" mi sento come se mi fossi appena svegliata, mi ero talmente immersa nei miei pensieri che mi sento stordita."Mi chiedevo se conoscessi la risposta alla domanda numero tre" capisco cosa mi sta chiedendo ma ci metto un po' a mettere tutte le parole insieme, o trovare dove si trova la domanda numero tre."Ah..." sospiro cercando sta cazzo di domanda numero tre."Se la relazione con cui stiamo lavorando oggi rilascia energia emanando luce e calore, che tipo di reazione è?" non ci ho capito niente dalla domanda, mi sembra semplice ma in questo momento di sicuro non sono in fase di risposte."Endotermica?" potrei giurare che ho sparati la prima reazione che mi è venuta in mente, anche se presumo che lui abbia spiegato questo concetto mentre io fluttuavo tra le nuvole."Sbagliato" dice con l'aria quasi triste "Reazione endotermica assorbe l'energia dall'ambiente circostante" si gira e cammino verso la cattedra continuando a spiegare."Proprio come questa lezione sta assorbendo energia da me..." borbotto abbassando la testa di lato. Non c'è modo che possa riprendermi e seguire questa lezione. Nella classe entra un ragazzino e consegna un fogliettino al professore, mi giarda con attenzione."Aurelia?" mi tiro su sulla sedia "Signor Thompson vuole vederti" fisso il professore con lo sguardo assente "Il tutor scolastico...?" la sua affermazione o domanda suono come se fossi stupida, ma davvero non so chi sia signor Thompson."Oh..." abbasso lo sguardo."Giusto...scusa. Non te lo ricordi" borbotta il professore e sposta il suo sguardo sulla ragazza seduta accanto a me "Cassie, perché non accompagni Aurelia? Così le mostri dove è l'ufficio del tutor".


Non appena mi alzo e prendo le mie cose sento gli occhi dell'intera classe fissati su di me, mi giro per guardare Chris, incontro i suoi occhi verdi - sembra preoccupato, aggrotta le sopracciglia cercando di chiedermi senza chiedere perché mi vuole vedere. Scrollo le spalle ed esco dalla classe."Ciao Aurelia, come stai?" un uomo sulla cinquantina mi saluta e con il cenno della mano mi invita a sedermi sulla sedia di fronte alla sua cattedra."Il mio ritorno a scuola non è stato particolarmente semplice" sospiro buttandomi sulla sedia."Beh, ci saranno i tuoi amici e tenerti a galla no?""Suppongo di si" rispondo senza interesse di partecipare a questa conversazione."A tal proposito dovresti sapere perché ti ho chiamata qui" si appoggia sui gomiti e mi guarda con l'aria quasi schifata."A die il vero...no" affermo appoggiandomi allo schienale della sedia."Beh, noi siamo amici vero?" si sporge verso di me, cerco di capire a dove andrà a finire questa conversazione."Questo devo chiedere io a lei" ribadisco, molti non si ricordano della mia temporanea perdita di memoria.


"Credo che sai perché sei qui, Aurelia" non mi ricordo nulla di questo uomo ma sento che già non mi piace particolarmente. Non ne ho proprio idea di che cosa voglia dirmi, o chiedermi."Non lo so, ho gia detto" scrollo le spalle "Vuole vedere se mi sto ambientando bene?" mi sporgo in avanti con la testa, cercando di mostrare almeno qualche entusiasmo di partecipare in questa conversazione. Mi guarda negli occhi, nessuna risposta segue." Apprezzo molto il fatto che si preoccupi per me, insieme ai medici stiamo ancora cercando di capire perchè la mima memoria..." mi interrompe con una mano senza fammi finire la frase."Oh no" dice, e mette i gomiti sul tavolo davanti a lui "Non si tratta di questo" deglutisce "Sono sicuro che ti stia prendendo cura di te e so che i cambiamenti possono essere difficili" si ferma, il suo volto attraversa un'espressione particolare, credo che sia un po' a disagio. Mi rivolge un sorriso amichevole, o quel che dovrebbe essere considerato che si sta sforzando."Voglio che tra di noi, come amici ci sia solo onestà" chiudo per un secondo gli occhi e prendo l'aria riempendomi i polmoni. Ancora, ci risiamo."E' importante" continua "Che qualsiasi cosa tu stavi facendo quella sera rimanga fuori da questa scuola".


"Oh" deglutisco "Intende la droga""Si. Non voglio che una cosa del genere succeda a qualcun altro. Ok?" d'un tratto si arrabbia "Se è stato qualcuno della scuola e venderti la droga, me lo puoi dire. Non finirai nei guai". Lui davvero non è come zia Ashley, lui pensa davvero che io abbia assunto droghe volontarirmente."Vorrei davvero aiutarla" rimango più passiva possibile "ma non mi ricordo nulla di quella notte""Ne sei sicura?" insiste, come posso a non impazzire quando io non ho nessuna memoria e nessuno mi crede sul fatto. Ovviamente non mi crede, ci sono più persone che non mi credano che quelli dalla mia parte."Sicurissima" le parole mi escono a denti stretti, mi sento avvampare di calore. Il signor Thompson si sposta in avanti verso la scrivania e mi guarda negli occhi "Sei sicura di non avere nient'altro da dirmi?"


Sposto il mio sguardo dall'altra parte. Per la mia testa passano troppe cose, i miei genitori, quello che ha visto Rick quella sera... E non so nemmeno di chi posso fidarmi."Se sapessi qualcosa glielo direi. E' la verità" il preside appoggia di nuovo la schiena sulla sedia, non riesco a capire se mi crede o meno. Una lunga pausa segue prima che parlasse."Se ti ricordi qualcosa fammi sapere. Sono qui per aiutarti". Sospiro ed esco dall'aula del preside.La giornata sembra di non finire mai. Non vedo ne inizio ne la fine. Mi manca ancora una lezione prima di tornare a casa.Alzo la mano "Posso uscire in bagno" la professoressa mormora qualcosa simile al vai vai, non aspetto due secondi ed entro dall'aula.


I corridoi sono vuoti, tutti sono a lezione, c'è un silenzio bellissimo. Passo la mano lungo gli armadietti, d'improvviso sento un rumore dietro di me. Mi giro e m'irrigidisco. Un ragazzo. Un uomo. Con addosso la stessa maschera che avevo visto alla lezione di chimica.Deglutisco. Batto le palpebre. Lui non si muove, ed è reale. però non mi muovo nemmeno io. Il ragazzo indossa un paio di pantaloni neri, una felpa nera con un cappuccio ben tirato su, le mani sono morbide lungo i fianchi e ha dei guanti neri. Fisso la sua maschera, i miei occhi incrociano i suoi quando inizia a muoversi verso di me. Vorrei scappare ma non riesco a muovere il mio corpo, come per magie sono fissa su quel posto li. Posso scommettere che i miei occhi sono pieni di terrore, e quelli del mascherato, non lo so, sono spaventosi.Quando arriva a metà distanza da me e il punto in cui era tira in avanti la sua mano e io d'improvviso indietreggio beccando il muro con la schiena. Vorrei piangere dalla paura ma le lacrime non mi escono fuori, la bocca non si apre, le parole non escono, nemmeno i suoni.Mascherato si avvicina lentamente a me, fino a trovarmelo di fronte, a pochi centimetri di distanza. Alza la mano destra e fa scivolare lungo il mio collo, riesco a sentire in suo tocco caldo e il profumo. Mi sembra famigliare ma non ne ho idea di chi fosse, cosa fosse.Si avvicina ancora di più al mio orecchio, ma non dice niente, invece lo sento tirare su con il naso il mio profumo. Tutto succede così velocemente che quando apro gli occhi lui gira l'angolo e io cado a terra.


Mi alzo di fretta e corro verso l'angolo dell'altro corridoio per poterlo vedere ma non c'è. E sparito."Ma che cazzo" borbotto fissando il corridoio vuoto.

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