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Siamo appena atterrati a Madrid, abbiamo lasciato le nostre valigie nel buss di sotto mentre noi siamo saliti su un pullman, precisamente sul tetto di questo pullman visto che c'erano dei tifosi ad aspettarci.


Pau: ancora non ci credo mami, siamo campioni d'Europa
Dice Pau mettendomi un braccio sulle spalle
Io: neanche io ma è tutto vero papi, tutto merito vostro eh
Dico sorridendogli, vedo Marc infastidito da questa scena ma è praticamente da quando siamo andati a festeggiare che non mi calcola.





Saliamo sull pullman e io metto la maglia con il numero 4 per poi mettermi la sciarpa al collo, messa larga anche perché siamo al 15 luglio e fa molto caldo sincera.


Passiamo in mezzo ai tifosi che cantano e che ci chiamano.
Tifoso: quién es ella?
Tifosa: será la novia de alguien
Io: soy la hermana de Pedri
Dico guardandoli, loro iniziano ad urlare per la mia risposta.


Stiamo in mezzo ai tifosi per tipo 3 ore ma poi si era fatta ora di pranzo quindi andiamo a pranzare in un ristorante.

Una volta arrivati al ristorante ci sediamo al tavolo, questa volta sono tra cuba e balde, i due rompicoglioni mentre di fronte a me c'è Marc e affianco a lui lamine.

Ordino una bistecca, non avevo molta fame.

Marc: ana, possiamo parlare?
Io: sisi
Dico guardandolo stranita, per poi alzarmi e uscire nella terrazza del ristorante.
Ci sediamo su un divanetto e inizi a guardarlo in cerca di spiegazioni.

Io: di che volevi parlarmi?
Marc: allora... Volevo dirti che non posso, non posso frequentarmi con te, siamo troppo lontani e poi se devo dire la verità mi dà fastidio che hai tutti questi ragazzi in torno.
Dice guardandomi
Io: se è questo quello che vuoi lo accetto, sono d'accordo sulla lontananza ma sui ragazzi proprio no, sono praticamente miei fratelli.
Marc: gli amici o i fratelli come dici tu non ti chiamano mami
Io scoppio in una risata isterica
Io: io e Pau lo facciamo per gioco
Marc: sisi proprio per gioco, lo vedo come ti guarda
Io: ma sei serio? E dimmi come mi guarda?
Dico iniziandomi ad incazzare un po', lo capisco dal fatto che inizio a gesticolare molto.

Marc: ti guarda con occhi da predatore
La non c'è la faccio e scoppio a ridere
Io: con occhi da predatore? Ma stiamo parlando dello stesso Pau?
Dico io ridendo 
Lui mi annuisce
Io: io e Pau siamo molto amici, abbiamo vissuto praticamente un mese insieme e abbiamo stretto un bellissimo rapporto,se a te questo non sta bene non me ne frega proprio niente, so quello che faccio con la mia vita e con le mie amicizie.
Dico seria.
Marc: sei ancora una bambina, devi crescere
Io: MA TI SENTI QUANDO PARLI? CAZZO MARC FINO A 2 GIORNI FA ERA TUTTO NORMALE, NON TI DAVA FASTIDIO NIENTE, STAVAMO BENE POI QUANDO IERI SERA SEI ARRIVATO MI HAI LETTERALMENTE IGNORATA.
Dico urlando, non c'è la facevo più.
Marc; ne riparliamo in un secondo momento non voglio fare spettacoli
Lo guardo male e torno al tavolo.


Mb: guapa è successo qualcosa?
Io: no
Dico fredda, Berni mi guarda come per dire so che non è così, glielo dirò più tardi adesso voglio distrarmi.






Restiamo al ristorante ancora per un po', nel pomeriggio vado a farmi un giro per mardid con Berni per raccontargli tutto per poi raggiungere i ragazzi sul palco.



Iniziano i festeggiamenti e morata presenta tutti i ragazzi della squadra, potrebbe fare il presentatore, davvero.



Per presentare a lamine fa partire " Hay Lupita" una delle mie canzoni preferite, lo presenta e poi inizia a cantare " lamine Yamal cada día te quiero más, lamine,lamine, lamine Yamal cada día te quiero más"
Mentre lamine si limita a sorridere sbattendo le mani.

Nico raggiunge il suo amico e fanno il loro ballo, poi morata continua con le presentazioni.
Quella che ha fatto più ridere è stata quella di cucurella, l'ho preso in giro per tutto l'europeo per colpa di quel meme.

Io: Nico,.cucu cucurella se come una paella
Dico facendo il gesto, Nico inizia a ridere a più non posso trascinando anche me e lamine che era al mio fianco.



Alvaro: per ultima volevo presentare ana
Mi fa segno di venire, io lo raggiungo un po' imbarazzata, lui mi mette un braccio sulle spalle e inizia a parlare.

Alvaro: ho conosciuto ana all'inizio degli europei, ana è una ragazza di soli 14 anni ma che di mente ne dimostra almeno 20, è la sorella di Pedri me questo no ha importanza. Io e ana contiamo 17 anni di differenza, e può sembrare strano ma quando stavo male o avevo qualcosa per la testa andavo da lei a parlarne, per me è come una figlia ma più una spalla su cui piangere. Abbiamo conosciuto ana prima di partire per la Germania, l'abbiamo conosciuta in aeroporto e può sembrare strano ma i primi giorni pensavo che era antipatica, ma col tempo ha iniziato ad aprirsi con tutti noi entrando nei nostri cuori. Ana prima di ogni partita ci ha fatto un discorso, faceva ogni allenamento con noi, insomma era parte della squadra. In questo mese abbiamo imparato molte cose di lei ad esempio l'essere competitiva, la testardaggine ma soprattutto la bellezza della sua anima. Alla finale, prima della partita uno di noi pensava di non farcela, la prima cosa che abbiamo pensato è stato chiamare ana, ana è venuta di corsa, ha iniziato a calmare la persona in questione facendoci uscire dallo spogliatoio, non sappiamo quello che gli ha detto ma sappiamo solo che l'ha cambiato. Ad ogni intervallo lei andava a comprare le caramelle per lei e per il piccolo Keyne, fratello di lamine e anche quel giorno aveva fatto la stessa cosa solo che aveva trovato suo fratello alle macchinette... Pedri non ci ha pensato due volte a portarcela in spogliatoio, lei ci ha fatto un discorso da inchinarsi davvero, ci ha fatto capire quanto valiamo e che qualunque cosa vogliamo la possiamo ottenere. Quel discorso ci ha dato la carica per continuare e così è stato. Il goal di Nico era dedicato a lei, quando poi l'Inghilterra ha pareggiato la partita avevamo tutti i volti rivolsi verso terra, tutti tranne Nico che non ci ha pensato due volte a guardare ana. Ana gli ha detto di non arrendersi, si riferiva ovviamente a tutta la squadra, Nico è venuto da noi a dircelo e noi così abbiamo fatto, non ci siamo arresi, abbiamo lottato fino all'ultimo secondo e se non fosse stato per lei non saremmo qua a parlare di questo... Con questo voglio dire che la coppa è anche sua, anzi forse è più sua che nostra.

Inutile dire che ho pianto per tutto il discorso abbracciata ad Alvaro, lui alla fine mi passa il microfono e io inizio a parlare.

Io: sono grata di aver dato una mano a questa squadra meravigliosa, ho sempre detto che loro "giocano meglio" perché hanno sintonia, sono un bel gruppo unito e questa cosa fa molto. Dal primo giorno ho cercato di dare una mano, non potevo di certo farla in campo quindi ho deciso di darla in altri casi... Non posso che esserne grata di tutto questo, ringrazio soprattutto mio fratello che mi ha fatti conoscere queste persone fantastiche. Non sono molto brava con le parole ma in questo mese mi sono sentita davvero a casa, mi sono sentita parte del gruppo senza chiedere nulla, ringrazio tutti i ragazzi per questa cosa, sono incisi nel mio cuore.

Una volta finito il discorso scoppio di nuovo in lacrime per poi abbracciare morata, mentre lo abbraccio tutti vengono verso di noi per abbracciarci.



La serata continua così, tra cori e discorsi da parte di tutta la squadra.

La sera andiamo a dormire a casa di carvajal. Appena arriviamo metto qualcosa di comodo e mi approprio del divano addormentadomi sopra di esso.


Spazio autrice
Ora insolita ma vabbè, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, lasciate una stellina e un commento se così è stato 🫶🏻

-yo no quiero a nadie más- LAMINE YAMALDove le storie prendono vita. Scoprilo ora