18. Annabel

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Esattamente come mi aveva promesso Kai non si è allontano da me per nemmeno un secondo e passare un'altra sera insieme a lui ha confermato che è fantastico.

<<Fa caldissimo qui dentro>> lo sento lamentarsi al mio fianco mentre siamo seduti sui divanetti del locale
<<Vuoi uscire un po'?>> gli domando e lui posa i suoi occhi su di me
<<Ti vuoi?>> si lascia cadere contro lo schienale
<<Anche io ho caldo qui>> dico anche se non è vero, sto bene.
Kai si alza seguito da me e ci dirigiamo verso l'uscita dove lui prende la sua felpa dal guardaroba e prende anche il mio giubbotto tenendomelo per aiutarmi a indossarlo.

<<Così si che si ragione>> tira un sospiro quando ci troviamo nel parcheggio de Viper. Io annuisco chiudendo la cerniera della giacca infilando le mani in tasca.
Pessima idea vestirmi così.
<<Hai freddo?>> lui aggrotta la sopracciglia e poi un sorriso
<<No, è solo lo sbalzo di temperatura>> dico sentendo una folata di vento che mi provoca la pelle d'oca.
<<Vieni qui>> si avvicina a me con un braccio teso e poi mi accoglie tra le sue braccia facendomi scomparire <<Stai tremando>> ridacchia
<<Non è vero>> ribatto
Era vero.
<<Ci credo piccola Bel, con qui pantaloncini fai venire freddo anche a me, hai le gambe completamente nude>> mi prende in giro
<<Stavi guardando le mie gambe nude?>> mormoro contro il suo petto muscoloso
<<Sarebbe un reato non guardarle>> scherza e la battuta si addice ai nostricostumi facendomi ridere.
<<Ci sediamo su una panchina?>> gli chiedo staccandomi leggermente da lui.
Con un cenno indica una panca vicina e senza staccare il braccio dalle mie spalle ci incamminiamo in quella direzione.

Lui si siede e prendendomi completamente alla sprovvista mi afferra per i fianchi facendomi sedere sulla sua gamba sinistra.
<<Kai...>> dico imbarazzata probabilmente rossa in volto
<<Per quelli della nostra scuola noi siamo una coppia e questo posto è pieno di gente che viene al Corman>> dice quasi sussurrando <<quale fidanzato crudele non farebbe sedere la sua donna in braccio in una serata fredda>> dice con fare poetico rubandomi un sorriso mentre mi accarezza la schiena su e giù.
<<Andiamo...tra qualche giorno capiranno che non è vero>> faccio spallucce
<<Lo capiranno solo se noi volgiamo che lo capiscano>> dice mentre giocherella con le manette attaccate alla mia cintura e improvvisamente mi ritorna alla mente quella frase a doppio senso che avevo detto qualche ora fa senza rendermene conto.
Non ho la minima idea di come mi sia uscita ma di una cosa sono certa; la sua risposta mi ha provocato un tremore talmente forte in mezzo alle gambe che ho dovuto chiudere gli occhi e pensare a cose come mia nonna deceduta solo per non far partire delle immagini poco raccomandabili nella mia testa.
Certo come ogni adolescente avevo qualche fantasia ogni tanto ma questa volta è stato diverso. Quando il suo fiato caldo mi ha sfiorato la pelle morbida del collo e la sua voce roca è arrivata alle mie orecchie pensavo fosse la fine.

<<Scusate>> due ragazzi si erano avvicinati a noi <<avete da accendere?>> chiede uno dei due
<<No, non fumiamo>> risponde Kai per entrambi quando noto che uno dei due aveva iniziato a fissarmi le gambe e all'improvviso è come se avessi un déjà vu e i suoi occhi mi appaiono davanti, lo sguardo del ragazzo difronte a me è come il suo.

<<Annabel... facciamo un gioco>>

La sua voce mi rimbomba in testa e il mio cuore inizia a battere all'impazzata.
Quella sensazione bruttissima di impotenza si accaparra del mio coro e i miei muscoli si irrigidiscono.
In modo automatico giro un braccio intorno al collo di Kai e la sua mano grossa stringe sul mio fianco.

<<Ok, scusate del disturbo>> dice l'altro ragazzo per poi allontanarsi insieme al suo amico.

<<Bel...>> la voce di Kai mi arriva alle orecchi gentile e un po' preoccupata <<Cos'è successo?>> aggrotta la fronte e mi guarda studiando il mio viso
<<Cosa?>> chiedo confusa
<<Sei diventata completamente rigida nel giro di due secondi e ti sei aggrappata al mio collo come se fosse un ancora di salvataggio>> i suoi occhi continuano a indugiare su di me.
<<È che..>> faccio un gesto con la mano nella direzione dove dieci secondi fa si trovavano di due ragazzi
<<Si, ho visto come ti guardava ma io sono qui con te e poi guardava e basta, se avesse provato a dire o fare qualcosa stanne certa che lo avrei conciato per le feste>> mi accarezza i capelli e continua a parlarmi con quel tono come se fossi un animaletto sperduto e infondo è così che mi sento
<<Hai..hai ragione, scusa>> mormoro abbassando lo sguardo e poi sento gli occhi bruciare.

Maledizione.

<<Bel>> mi richiama ma io resto immobile <<Bel>> insite con tono più deciso e questa volta mi prende il meno tra le dita sollevandolo nella sua direzione e quando vede i miei occhi lucidi è una lacrima rigarmi la guancia la sua espressione si ammorbidisce in un modo che non pensavo fosse possibile.
<<Ti sto per chiedere una cosa>> continua e piazza una mano poco sopra il mio ginocchio mentre l'altra sul mio fianco <<e voglio che tu sia sincera>> dice serio. Io non reagisco, mi asciugai una lacrima con la manica del giubbotto e gli prestai attenzione.
<<Qualcuno ti ha toccata senza il tuo consenso?>>

O dio...

Un singhiozzo mi percuote la gabbia toracica ed è come se qualcosa nel suo sguardo si spezzasse.
<<Bel...>> dice il mio nome in un sussurro.
Annuisco una volta, questo gli basta per stringermi a lui come non aveva mai fatto prima e improvvisamente tutte le lacrime che avevo in corpo iniziano a uscire fuori accompagnate da singhiozzi e tremori.

Mi sento una stupida, una debole ma cazzo...non sarei mai riuscita a mentirgli. Non lo sa nessuno, soltanto Claire e i miei genitori.

Le sue mani mi lasciano carezza delicate e gentili ma sento lo sento tremare e non credo che sia per il freddo, i suoi muscoli sono contratti e il respiro accelerato.
<<Chiunque sia stato il figlio di puttana che lo ha fatto...se mi dici chi è io...Cazzo>> esclama incapace di comporre una frase di senso compiuto.
Mi tira su a cavalcioni sulle sue gambe e prende il mio viso bagnato tra le mani.
<<Dimm che lo hanno sbattuto dentro, ti imploro dimmi che è così>>

I suoi occhi sono velati da rabbia e la mia risposta non farà che aumentarla
<<No>> mormoro.
Le sue mani si staccano dal mio viso serrandosi in due pugni e la mascella anch'essa serrata così tanto che posso giurare di aver sentito lo scricchiolio dei denti.
<<Dimmi chi è stato>> mi ordina mantenendo ancora un tono calmo ma riesco a sentire la sua rabbia in modo chiaro e tondo.
Gli stanno tremando le mani e la luce nei suoi occhi non indica nulla di buono.
<<Bel...dimmelo>> posa le mani sui miei fianchi supplicandomi quasi
<<Non...mio dio>> dico con voce spezzata e respiro a fondo <<Mio fratello>> sputo fuori quella parola con disprezzo chiudendo gli occhi e trattenendo le lacrime che implorano di uscire.
Lui mi fa sedere sulla panchina e scatta in piedi cammina avanti e indietro e poi con un paio di falcate raggiunge il muro che divide il parcheggio dal piccolo cortile del locale e tira un pugno. Poi un altro. Un altro.

<<Kai fermo, ti stai facendo male>> mi avvicino a lui, non ho paura che possa farmi del male, mi fido di lui.
Sferra un quarto pugno al muro <<Kai ti prego>> dico con voce spezzata, lui si ferma e lascia cadere le braccia lungo il corpo. Mi piazzo accanto a lui posandogli una mano sulla spalla e sotto il mio tocco lo sento ammorbidirsi.
Gridandosi verso di me mi prende per il polso e mi fa sbattere contro il suo petto per poi stringermi tra le braccia.

Dopo almeno trenta secondi passiti senza muove un muscolo prendo le sue mani tra le mie e vedo le nocche sanguinanti nonostante la scarsa luminosità.
<<Guarda che hai fatto>> sussurro accarezzandogli le dita, lui poggia la fronte sulla mia e mi guarda negli occhi
<<Perché?>> chiede ignorando quello che ho appena detto
<<Perché cosa?>>
<<Perché non è dentro? I tuoi genitori lo sanno?>> la sua voce è piena di amarezza e io non so cosa dire.
Non so perché glielo detto, non so perché mi sento così sensibile in questo istante, non so perché mi fido così tanto di lui e non so neanche perché con lui mi sento più al sicuro che con chiunque altro ma le cose stanno così e non posso farci niente.

<<Andiamocene, hai freddo e non è il posto migliore per parlare di questo. Andiamo a casa mia, adesso scrivo ad Aaron di accompagnare Jax e Claire>> dice prendendo il telefono dalla tasca
<<No Kai...>> non sapevo come continuare la frase perché di certo con volevo tornare a casa mia, dopo quello che gli ho appena rivelato non sarei in grado di rimanere nella mia stanza da sola, impazzirei.
Sicuramente non voglio nemmeno rimanere qui a tremare di freddo o di ritornare dentro il locale e far finta di niente.

Rimette il telefono in tasca e poi prendendomi per il braccio e camminiamo insieme verso la sua auto.

Forever usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora