Capitolo 2: Verità

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Hellen
«devo parlarti»
«di cosa cara?» vedendo la mia faccia sconvolta, si irrigidisce subito.
« è successo qualcosa di brutto?»
« perché non vuoi lasciarmi andare?»
«che intendi?» chiede dubbiosa.
«ho scoperto tutto, sii sincera con me,per la prima volta nella tua vita, dimmi la verità» nel mentre entra Steve, mi lancia un'occhiata di sfuggita per poi fissare miss Elizabeth.

«quale..quale verità?» Lei ricambia lo sguardo di Steve e capisce tutto.
«che le hai detto?» c'è un lungo momento di silenzio, sembra una guerra di sguardi tra i due presenti insieme a me in stanza.

«Io cred-» mi interrompo non appena vedo Sonia entrare in stanza, ha sotto il braccio un orsacchiotto rosa, quello che io e Selene le abbiamo regalato quando è arrivata qui.
«ciao,Steve!»
«ehi piccola! » dice prendendola in braccio. «andiamo a vedere le caprette? A quest'ora saranno già a pascolare nei dintorni» sicuramente vuole lasciarci sole,anche se non so se riesco a sostenere un affronto da sola. Ho bisogno di avere qualcuno a sostenermi, per esempio lui.
«posso, miss?» lei annuisce senza togliere lo sguardo da me.

«ora che siamo sole, dimmi cosa Steve ti ha detto.» dice mettendo le braccia conserte, come se parlasse con una bambina piccola, così io la imito prima di parlare.
«lascia stare Steve fuori da questa storia, non sono stupida, posso scoprire certi segreti da sola» dico decisa. «sediamoci, così parliamo meglio» mi sta per carezzare la guancia ma io mi ritraggo in tempo, si siede mentre io sto in piedi ad aspettare cosa ha da dirmi.
«qualsiasi cosa hai scoperto, sappi che io non ho fatto nulla di male, quindi non te la prendere con me»
«certo, allora è stata la piccola Sonia a rifiutare tutte le richieste d'adozione che hanno inviato diverse famiglie per avermi, giusto?» all'improvviso la vedo impallidire e diventa bianca come un lenzuolo, abbassa lo sguardo lentamente mordendosi il labbro, tira su gli occhiali e poi mi guarda decisa.

«ho avuto diversi motivi, Hellen.» ora quella a sentirmi male sono io. Ha davvero detto così? Non me lo sono immaginata?
«che scusa è?! Tu..tu lo sai che ho aspettato sedici anni per essere adottata, tu lo sai quanto desiderassi una famiglia tutta mia, non puoi impedirmi di essere felice, ho aspettato troppo tempo..» i suoi occhi diventano lucidi mentre io già sento le lacrime scorrere sul viso.

«ho altre richieste di adozione?»
« si, ogni anno ne hai una, sempre la stessa.» sbatto più volte le palpebre incredula. C'è qualcuno che vuole me. E se fosse quell'uomo che voleva adottarmi da piccola?

«tu che hai risposto?» esita qualche minuto prima di rispondere. «no»
«perchè?! Spiegami perché!Selene se n'è andata, Steve ormai è da anni che è andato da qui, perché io devo essere il fantasma dell'orfanotrofio? Perché chiunque venga qui deve trovarmi sempre?» silenzio. Non ha scuse. Ma un motivo ci deve essere, perché solo io devo stare qui, con lei?
« io..non ho il coraggio di lasciarti andare. Ti ho trovata quando eri appena nata, ti ho cresciuta io, se avessi potuto adottarti io, fidati, l'avrei fatto»
«non è una scusa. Chiama quella persona che ha richiesto l'adozione e accetta» sgrana gli occhi, davvero crede che io voglio stare qui?
«non la vuoi sapere la verità..»
«e invece sì!» non dibatte. «mi puoi dire sta benedetta verità?» lei va a chiamare i bambini, così salgo in camera mia, indosso felpa e leggins, metto le scarpe e scendo al piano di sotto.

«dove vai? Non hai fatto colazione..»
«non le interessa dove vado, miss Elizabeth» così esco via. Fa male sapere che la persona a cui sei più affezionata,ti ha mentito sempre, continuamente.

Scendo in città, non so dove andare, non ho soldi con me, niente.
«sta attenta!» mi sono persa nei pensieri e per poco un'auto non mi investiva. Mi siedo su una panchina, a fissare il cielo. Il cielo rappresenta la libertà, quella che mi è stata sempre negata. Cavolo, è tutto così difficile!

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