Capitolo 3: i Wilson

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Hellen

Non avrei mai pensato che questa valigia un giorno sarebbe stata pronta per partire. E invece sono qui, davanti l'orfanotrofio,con la valigia.

«hai salutato i bambini?»
«no,stanno ancora dormendo»
«vado a svegliarli» la blocco subito.
«miss Elizabeth, lasciali dormire, dia loro questa.» le porgo una lettera. La lettera più difficile che ho scritto nella mia vita. «ok, grazie Hellen» le sorrido.

Una macchina si sta dirigendo verso di noi, quando si ferma scende un uomo, sembra il classico autista, alto e con tanto di baffetto. «sono qui per la ragazza che hanno adottato i signori Wilson»
«vai, sii felice » mi abbraccia e io, mi diriggo verso l'auto.

Prima di salire dò un'ultima occhiata all'istituto, guardo in lontananza il mio ruscello, che forse diventerà un punto di riferimento per un'altra persona. Ma per me,rimarrà sempre il mio ruscello.

«dove si trova la casa?» chiedo giocherellando con il bracciale che mi ha regalato Selene. «casa? Voleva dire villa,signorina» che strano sentirmi chiamare signorina, e anche sentirmi dare del lei.

«mi dia del tu,perfavore»
«se è ciò che desidera,va bene,signorina» come non detto.

Passa una mezz'oretta piena, non ho dormito per tutta la notte per l'emozione e ora mi si stanno chiudendo gli occhi. Non dormirò, almeno spero.

«signorina, signorina Helena?» mi sveglio di scatto, ho dormito sul serio? Che figura di merda. «mi chiamo Hellen,non Helena» dico sbadigliando.
«ok, signorina Hellen,siamo arrivati»
Esco dalla macchina. Sono senza parole. Mi ritrovo davanti un cancello bianco e entrando, c'è un immenso giardino, la villa è gigantesca, è bianca con rifiniture d'oro, chissà quante stanze ci sono li dentro. Ma penso lo scoprirò presto perché sto varcando il portone gigante.

«lei è la signorina che hanno adottato i signori,giusto?» una donna anziana si avvicina a me lentamente, sarà una cameriera. «si..sono io» lei fa un sorriso a trentadue denti e inizia a camminare.
«ottimo,la accompagno dai signori» sento il cuore in gola, incontrerò i miei genitori.

«signori? È arrivata la signorina!» dice bussando la signora. «accomodatevi!» entriamo in uno studio enorme, il pavimento è in marmo,le pareti sono color panna e ci sono grandi vetrate.

Alzo lo sguardo. Ci sono mia madre e mio padre con tre ragazzi, due femmine e un maschio. Ho dei fratelli? Non potevo chiedere di meglio!

Ma ora che osservo l'uomo.. È lui! È l'uomo che voleva adottarmi da piccola e che mi ha dato il passaggio l'altra sera!
« È lei!» urlo, le ragazze fanno una risatina mentre la donna mi squadra dall'alto verso il basso. «si,sono io,ora sono tuo padre,mi chiamo Filiph Wilson. Lei è mia moglie, Yasmine Wilson. Loro sono i miei figli, Michael, Madeline e Rosline» le ragazze sono vestite elegantissime, hanno un cerchietto tutte e due, Rosline ha i capelli di un rosso chiaro. Madeline ha i capelli castani come il fratello. Tutti hanno gli occhi neri. Non abbiamo nulla in comune, io ho i capelli neri, ho anche gli occhi verdi con una strana tonalità di castano al centro.

Si lo so, ho gli occhi strani, ma miss Elizabeth dice che sono unici e bellissimi.
«Ragazzi,volete accompagnarla in camera sua?»

«certo padre.»
Saliamo lentamente le scale. Nessuno proferisce parola. C'è un silenzio di tomba. Le due stanno davanti a me,mentre il ragazzo mi sta accanto. «allora,Hellen. Come era l'orfanotrofio? Mia madre dice che era un porcile. Vi hanno allevati bene?» dice ridendo la rossa. «come ti permetti? Non era un porcile e neanche ci hanno "allevati" ci hanno cresciuti. Ficcatelo bene in testa» si ferma all'improvviso e mi fissa con sguardo freddo. «non ti permettere mai più, io non ti considero mia sorella stronzetta.» resto ferma per la scala. Dove sono capitata? «vuoi muovere il tuo culo o no?» dice la mora.
«la smettete tutte e due? L'accompagno io» dice Michael,loro mi passano accanto sbattendomi la spalla.

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