Capitolo 12: Grazie, Oliver

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Hellen

Provo in tutti i modi a uscire dall'auto, l'uomo ferma la macchina all'improvviso, è l'occasione perfetta per trovare un modo di scappare.
Purtroppo, vedendomi così agitata, quel disgraziato mi blocca mani e piedi prima ancora che io possa muovermi.

«taci!»
«che cazzo di problemi hai?! Che ti ho fatto di male?» chiedo dimenandomi sul sedile posteriore dell'auto.

«il tuo problema è essere una Wilson, semplice!» in un batter d'occhio mi lega i polsi e le caviglie.
Mi mette un bavaglino sulla bocca, l'unica cosa che posso fare è sbattere contro la portiera e lamentarmi.

I polsi cominciano a fare male e le mie povere caviglie stanno soffrendo.

Cazzo, ho paura.

Il mio problema è essere una Wilson... Ma perché mai dovrebbe essere un problema?

Voglio solo tornare a casa, non so in quale casa, se l'orfanotrofio o la villa, ma in un luogo sicuro.

🌧️

Dopo mezz'ora di strada, si mette a piovere a dirotto e non solo, comincia anche a grandinare.
L'uomo sbuffa e ferma la macchina. Di nuovo.

«Non possiamo viaggiare con la grandine, è pericoloso...» velocemente esce dall'auto, apre la portiera posteriore e mi carica sulla spalla come un sacco di patate.

«mmmh!» cerco di parlare ma è impossibile farmi comprendere.

Non so quanti calci gli sto dando, la sfortuna è che non posso tirargliene uno sulle palle.

La grandine picchietta su di me, mi sto bagnando tutta e se sarò ancora viva, mi sarò presa un bel raffreddore.

Si avvia in una casa e non appena apre il portone, si dirige con me alla spalla in una piccola porta che si rivela essere una cantina.

E questo non promette nulla di buono...

«lasciami!» dico non appena mi toglie quel panno sporco dalla bocca.

«passerai la notte qui, domani ripartiremo di nuovo»
«no!» cerco di obbiettare, ma non faccio in tempo neanche a cercare di reagire, che la porta si chiude immediatamente e sento la serratura chiudersi a chiave.

Sto provando un mix di paura e rabbia.

Vorrei sfondare la porta e dargli una lezione, ma poi la paura mi blocca.

Tutto questo non ha senso, fino a poco fa ero con Juliet e stavo per tornare a casa.

Com'è successo?
Perché ha preso proprio me?
Dove mi vuole portare e dove sono ora?

Mille domande senza risposta, ma ciò che più non sopporto è che le cose più brutte stanno capitando tutte a me. Quante altre cose dovrò sopportare ancora?

«bastardo apri! Apri! Che ho fatto di male?!» inutile dire che nessuno risponde.

La testa comincia a girare e il corpo trema costantemente senza che io possa frenarlo.

Mi accascio a terra cercando di non piangere.

Il buio si diffonde nella stretta cantina, gli occhi iniziano a chiudersi lentamente, ma io cerco di resistere.

Ma la mia è una guerra persa, ha vinto il sonno.

💚

Oliver

Immagino che non ha senso fissare il cellulare con la speranza che il display si illumini. Ma è quello che sto facendo da mezz'ora.

«Oliver toglimi una curiosità» mi volto verso mia sorella che è seduta sul davanzale della finestra intenda ad accendersi una sigaretta.

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