Capitolo 15: Io e te, una cosa sola

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Hellen

Oliver cavalca velocissimo.
Padroneggia il cavallo con una tenacia incredibile.

I miei occhi sono fissi su quelle fiamme che man mano le vedo più vicine a noi.

Ho una paura fottuta.
Una di quelle paure che ti blocca e non puoi fare assolutamente nulla se non aspettare che passi.

Serro gli occhi così forte da farmi male, metto il viso nella schiena di Oliver e sento tutta la tensione e la preoccupazione che prova.

Vorrei soltanto che tutto ciò fosse un brutto incubo.

Apro gli occhi lentamente quando sento il cavallo fermarsi. Oliver salta giù dal destriero e corre come una furia verso la Villa.

O meglio, quello che ne rimane.

L'immagine delle fiamme credo che rimarrà impressa nella mia testa per sempre.

Non riesco a muovermi, sto ferma in mezzo alle fiamme, che sono stupida!
Cosa devo fare?
Che mi sta succedendo?

Inizio a tremare e mi accascio con le ginocchia a terra.

«Hellen!» neanche sentire il mio nome mi aiuta ad uscire dalla mia bolla. Respiro affannosamente, il cuore accelera e comincio a sudare nonostante tremi.

Vedo sfocato, vedo soltanto una ragazza correre verso di me, la chioma bionda e la voce... è Juliet.

Mi butta fuori dalle fiamme e io mi accascio a terra, non ho le forze di sorreggermi in piedi e fisso July come una cretina.

«ora devo andare, tu rimani qui al sicuro, ok?»
«no!» l'unica cosa che so dire è questo. Juliet mi guarda incredula mentre corro verso l'entrata della villa cercando di raggiungere Oliver. È difficile perché c'è fuoco sulle pareti, sul pavimento, ovunque.

«Hellen, no!» è l'unica cosa che sento prima di sparire all'interno della villa.

«Oliver!» grido con tutta me stessa. Non so dove se ne sia andato, so solo che è qui dentro.

«Oliver!»
«Aiuto!» in tutta risposta sento una voce femminile.
«Madeline!» urlo e salgo per le scale più veloce che posso, senza voltarmi indietro.

Penso che Madeline sia nella sua stanza.
Peccato che non so come proseguire la mia strada... è tutto fuoco. Tutto.

Prendo un fazzoletto e cerco di spegnere qualche fiamma per passare, anche se è molto impegnativo, riesco a raggiungere la stanza di Mad.

E quando apro la porta la vedo lì: rannicchiata sotto le coperte, piange a dirotto e ogni tre secondi si mette un fazzoletto di seta sul naso.

Mi si spezza il cuore a vederla in questo stato.

«Madeline!»
«Hellen! Che Dio sia lodato!» lancio le coperte contro il fuoco e prendo Madeline per il braccio.

Ora come usciamo?

Mi affaccio alla finestra e noto che il fuoco sotto di essa è davvero poco.
L'unica soluzione è buttarci di qui.
Leggo il terrore nei suoi occhi e lei nei miei, ma dobbiamo fare qualcosa per sopravvivere.

«senza fare storie, abbracciami!» le ordino. Lei spalanca gli occhi come se avesse visto la Madonna scesa in terra.

«ma... perché?»
«perché siamo sul punto di morte e voglio abbracciare qualcuno per consolazione» dico in modo sarcastico.

«fa come ti dico e sta zitta!» mi esce in tono troppo cattivo, ma in questa situazione non so che fare.

«e ora?»
«stringiti a me più forte che puoi.» annuisce e mi stringe più forte che può.

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