La città senza nome - parte 2

45 11 0
                                    


Ero talmente scosso da ciò che era appena avvenuto da non riuscire a muovermi. L'incontro con lo straniero mi aveva confuso, riempiendomi di domande. Strisciai lentamente in direzione della spiaggia, per rinfrescarmi e rinfrescarmi le idee.

Arrivato alla fine della riva il naso mi si riempì del forte odore di sale. L'acqua era limpida e cristallina, perciò immersi le mani nell'acqua e mi sciacquai la faccia, cercando di elaborare ciò che era appena successo.

Guardando in acqua potevo osservare il mio volto, che come tutto il resto non ricordavo affatto: avevo i capelli un po' arruffati, neri come i miei occhi, che mi ricordarono l'oscurità che c'era in quel luogo cupo, quando quella voce mi aveva parlato; il mio volto era cupo e scavato dalle occhiaie, così grandi da far paura.

Sembrava quasi come se non avessi dormito per giorni. Turbato, mi guardai attorno in cerca di una città, cercando di controllare se riuscissi a scorgere Aeteria, ma era troppo lontana per essere vista da lì.

Osservando mi accorsi anche che la citta in cui mi trovavo era situata in una piccola penisola, ma dall'altra parte della costa c'erano solo alberi per chilometri e chilometri.

In ogni caso, le cose più importanti in quel momento erano mangiare e poi trovare riparo, dato che il sole stava iniziando a calare.

In quel momento mi ricordai il motivo per cui ero venuto fino al porto: il cibo. Così mi precipitai verso un piccolo rudere vicino alla banchina. Doveva essere l'edificio di guardia del porticciolo, poiché le macerie suggerivano che un tempo fosse un luogo abbastanza alto e grande, probabilmente utilizzato per scrutare facilmente tutta la costa.

Tra i vari oggetti rovinati dal tempo, trovai una piccola rete. Non era granché, ma poteva tornarmi utile, così la presi e mi misi in riva a provare a catturare qualche pesce. Dopo qualche ora, il mio bottino era scarso: avevo catturato solo tre pesciolini.

Una magra consolazione, considerando il tempo che ci ho messo a prenderli.

Cercando di ignorare la fame, gettai tutto nella borsa, me la misi in spalla e iniziai a incamminarmi verso la fitta foresta, in cerca di legna per fare un fuoco.

Man mano che mi allontanavo dal centro, le case iniziavano a essere sempre più sparse, alcune delle quali si trovavano così lontane da sembrare quasi inglobate dalla foresta stessa. Attraversai la piccola collina di fronte alla città e, stremato, raggiunsi i piedi della foresta, rendendomi conto che non sembrava messa bene. Gli alberi erano giganteschi, ma non c'erano foglie né su di loro né per terra.

Cercai di esaminare bene i rami, che apparivano davvero strani: erano tutti intrecciati fra di loro come se fossero rampicanti e parevano marciti, prossimi alla morte. Preferii essere prudente e rimasi all'entrata della boscaglia, timoroso di addentrarmici troppo.

Trovare legna non fu un problema, dato che l'area era piena di rami spezzati e alberi caduti. Raccolsi dei ceppi belli grossi e tornai verso i ruderi, alla ricerca di uno in buone condizioni per accamparmi.

Fu allora che vidi la gigantesca torre che troneggiava nel mezzo della città. Pensai che sarebbe stato il miglior rifugio per passare la notte, poiché sembrava in condizioni migliori rispetto al resto.

Mi incamminai di nuovo per la via principale; fui molto più veloce dell'andata, dato che conoscevo la strada. Arrivato ai piedi della struttura e osservandola attentamente, mi accorsi che doveva essere un edificio abbastanza importante: Era una villa regale e spaziosa, che nonostante gli anni sembrava ancora solida, e i suoi colori bluastri spiccavano di fronte al resto delle abitazioni. Alla sommità, si ergeva la grande torre che avevo visto in precedenza, e anch'essa pareva piuttosto compatta. L'unica parte che si era davvero rovinata erano le vetrate, che erano state completamente distrutte dal tempo.

Il Sussurro Delle OmbreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora