Riflessi e sussurri - Parte 1

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Ero felice di rivedere una faccia amichevole, ma Jhorin non poteva sgominare da solo la vasta schiera di soldati

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Ero felice di rivedere una faccia amichevole, ma Jhorin non poteva sgominare da solo la vasta schiera di soldati. Perciò, il suo arrivo non mi distolse dal piano, ovvero prendere in ostaggio il governatore; sfortunatamente, in mezzo alla nube di polvere non riuscivo a trovare né lui, né tantomeno Celine. Non potevo assolutamente rischiare di lasciarla lì.

Intuii che le armature nel frattempo si stessero muovendo, a causa del gran numero di clangori metallici che provenivano dai lati della stanza; di fretta, corsi in direzione di dove era svenuto il governatore, ma giunto lì non lo trovai.

Sicuramente non era andato lontano, così aguzzai gli occhi e cercai di individuarlo. In quel momento scorsi una sagoma che lentamente sgusciava fuori dalla foschia; era Silk Razor, che trascinava via il governatore come se fosse un sacco di patate.

Senza pensarci un attimo, corsi in sua direzione, afferrando prontamente la spada.

Fui rapido sferrando il colpo, ma lui lo fu ancora di più. Il mio fendente era diretto con precisione alla sua guancia, ma Silk Razor lo schivò con un movimento fulmineo, inclinando la testa con una velocità quasi impossibile da eguagliare.

Fortunatamente, mentre scansava il mio attacco, liberò il braccio del governatore; colsi l'attimo e lo acchiappai in un istante, puntandogli il coltello alla gola.

In quel momento, la vita del governatore era nelle mie mani.

La nebbia si stava diradando sempre di più; ormai vedevo chiaramente i lati della stanza, le guardie cremisi e le armature che si avvicinavano, mentre Jhorin li respingeva con la sua ascia. Il mio sguardo e quello di Celine si incrociarono, e fui sollevato nel notare che fosse vicina a Jhorin.

Mi avvicinai a loro tenendo ben stretto Daffyd e ci mettemmo esattamente al centro della stanza, in cerca di una via.

Le imponenti armature si accostarono davanti e dietro di noi, nel tentativo di accerchiarci, così urlai: "Fermatevi, se tenete alla vita del vostro padrone!"

Le armature si fermarono, formando un cerchio perfetto; rimasero immobili a fissarci. All'improvviso, una fragorosa risata esplose, riverberando in tutta la sala.

Silk Razor rideva, come se non gli importasse ciò che stava accadendo. Camminando con tranquillità, si fece strada tra le guardie e iniziò a fissarmi con uno strano ghigno.

"Non sempre le cose sono come sembrano", mi rispose lui sibilando, mentre si avvicinava ulteriormente.

"Non fare un altro passo, o lo uccido!" Esclamai, mentre l'angoscia si insidiava nella mia testa.

La risata di Silk Razor si fece ancora più fragorosa. "Fa pure, ormai il governatore è privo di utilità", sibilò con tono distante. Dai suoi occhi azzurri non traspariva alcuna emozione, quasi come se ne fosse privo.

"Non tieni alla vita del tuo sovrano?" Tentai di ribattere, con la voce più solida di quanto mi sentissi in realtà. Solo allora mi accorsi che le gambe mi si erano bloccate, incapaci di muoversi. Per un istante, non capii cosa stesse succedendo, poi la realizzazione mi colpì: era la paura, fredda e vischiosa, a serrarmi i muscoli e a raggelarmi il sangue. Il mio corpo, più lucido della mia mente, avvertiva il pericolo imminente e mi implorava di fuggire.

Il Sussurro Delle OmbreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora