La città senza nome - parte 1

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Una calda brezza aleggiava nell'aria, frusciando in ogni dove e sferzandosi sul mio viso

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Una calda brezza aleggiava nell'aria, frusciando in ogni dove e sferzandosi sul mio viso. Riuscivo a udire i cori degli uccelli che risuonavano lontano, intonando una soave melodia. Un odore pungente di acqua salata mi permeava il naso, e da lontano suonavano le onde che si abbattevano sugli scogli, rilasciando un forte odore di sale.

UCCELLINI? ONDE?

Spalancai subito gli occhi.

Mi ritrovai in un luogo che non aveva nulla a che vedere con quel buio tetro in cui avevo vagato senza meta per un tempo indefinito. Mi misi seduto e alzai leggermente lo sguardo per scrutare il paesaggio, accorgendomi di trovarmi su una piccola collina; una fortuna, perché mi permetteva di osservare tutto il panorama circostante.

Poco in discesa c'erano delle abitazioni, decine e decine di ruderi accatastati fra loro. Era chiaro che fossero ormai in disuso, considerando il loro stato malridotto: alcuni totalmente distrutti con solo qualche muro in piedi, altri cosi messi male da sembrare sul punto di crollare da un momento all'altro, e altri di cui restavano soltanto macerie.

Guardai le rovine sollevato, pensando che ciò che era successo fosse solo frutto della mia immaginazione. Presi così un respiro profondo per calmarmi, come a volermi ricongiungere con la realtà; bastarono però pochi attimi per farmi riprendere a pensare, e giunse una domanda.

Dove mi trovo? Come sono finito qui?

Era una bella domanda, ma per quanto mi sforzassi, i ricordi sfumavano come nebbia tra le dita, lasciandomi smarrito e incerto sul da farsi. Almeno la voce che mi aveva tormentato sembrava essersi dileguata; un piccolo conforto in mezzo alla confusione.

Non vidi traccia di abitanti in quelle rovine, né scorsi alcun tipo di animale, ad eccezione dei gabbiani che svolazzavano nel cielo. Più avanti, la spiaggia costeggiava la città, con un piccolo porticciolo, anch'esso malridotto e abbandonato a sé stesso. In passato, quelle rovine dovevano sicuramente essere state parte di una grande città: la quantità di abitazioni era impressionante, e la cittadina era colma di viottoli e stradine in pietra che si incrociavano fra loro. In alcuni punti, però, i percorsi erano sconnessi o addirittura mancanti, rendendo il cammino tutt'altro che semplice.

Le parole della voce continuavano a risuonare nella mia mente. Provai a convincermi che fosse stato solo un incubo e che forse avevo battuto la testa da qualche parte, ma questo non migliorò la situazione.

Sentii un brontolio nell'aria, ma prima ancora di potermi domandare cosa fosse stato, mi accorsi che proveniva dalla mia pancia.

Effettivamente, non avevo la minima idea di quando fosse stata l'ultima volta che avevo mangiato, un problema a cui avrei dovuto rimediare in fretta. Decisi di cercare cibo ed esplorare la città, apparentemente disabitata. Mi accorsi subito che le abitazioni erano molto varie, passando da piccoli abitacoli da una sola stanza e fatti di legno scadente a possenti edifici costruiti in pietrisco e metallo.

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